Il callo va considerato una lesione pre-ulcerativa nella persona con diabete. Per questo è importante smitizzare l’atteggiamento “ma si è un calletto, cosa vuoi che sia!”.
Il callo sotto il dito del piede o sotto la pianta del piede è una reazione della cute che tende a ispessirsi (ipercheratosi) nelle zone di continua frizione, sfregamento contro un copro esterno o carico esagerato (modo di camminare scorretto, tomaia troppo stretta, calze troppo corte che obbligano a tenere il piede arricciato, traumi etc) che aumenta ulteriormente man mano che la cute si ispessisce e può associarsi con emorragia sottocutanea. È un meccanismo protettivo della pelle che si traduce in una produzione eccessiva di cellule cutanee che successivamente formano uno strato di pelle morta, secca e spessa. In caso di neuropatia, la persona con diabete non si accorge della lesione perché non sente dolore, e se continua a camminarci sopra il rischio è che la cute si fissuri e nel tempo crei un’ulcera in sede plantare.
Evoluzione dal callo all’ulcera (Fonte: Documento di Consenso Internazionale Sul Piede Diabetico, revisione 2015)
Calli: come si possono evitare?
- La prima regola, fondamentale, per evitare la formazione di un callo sul dito del piede è ispezionare il piede (o meglio ancora farsi ispezionare il piede da un’altra persona perché non sempre è facile girare il proprio piede e guardarsi la pianta o tra un dito e l’altro e intorno alle unghie dove possono nascondersi piccole lesioni o alterazioni).
- Il controllo abituale consente di accorgersi subito della neoformazione di un callo, e quindi di agire sin dalle fasi iniziali senza che si ispessisca troppo. Non sottovalutare mai questa fase anche se non si sente alcun dolore o fastidio.
- Quando c’è una zona con un maggior carico del piede o con cute più secca (xerosi), tale zona si rende facilmente evidente facendo il confronto con il piede controlaterale; sin da subito è utile domandarsi: “perché mi sta venendo questo callo?”: con molta probabilità, la risposta è che in quella zona, il carico sulla pianta del piede è eccessivo. Una delle zone più frequenti in cui si formano calli è la testa del primo dito del piede (1° metatarso).
- NOTA BENE: Non eliminare MAI calli e duroni. È SEMPRE meglio lasciarli al lavoro del podologo. Sono anche da evitare sfregamenti con la pietra pomice o l’utilizzo di qualsiasi tipo di callifugo o di strumento tagliente, o rimedi della nonna. Cerotti o solette morbide possono essere utili per proteggere temporaneamente le zone danneggiate prima della valutazione del podologo.
- Una volta verificata la neoformazione di un callo, la cosa più importante da fare è fissare una visita dal podologo o presso un Centro per la Cura del Piede Diabetico per fare un primo esame.
- Se il callo è in una fase molto precoce, sarà sufficiente ordinare un plantare personalizzato (indicato dallo specialista) che ridistribuisca correttamente i carichi del piede e quel callo non si formerà più nella zona incriminata. Quindi è importantissimo agire sin dalla fase iniziale per proteggere l’integrità futura del piede. Vale la pena di ricordare in ogni caso che lo stesso diabetologo dovrebbe a ogni visita ispezionare il piede del paziente (almeno una volta all’anno) e la stessa cosa vale per il proprio medico curante. Spesso per timore o imbarazzo questa parte così fondamentale per la persona con diabete non viene presa in considerazione, invece si ha tutto il diritto di chiedere che venga effettuata un’accurata ispezione anche durante le visite di routine.
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