Intolleranza al lattosio e celiachia: risposte alle domande più frequenti

Diagnosi Intolleranza al Lattosio, Celiachia e Diabete FAQ - Diabete.com

La celiachia è una condizione di allergia permanente al glutine che porta alla distruzione dei villi intestinali. L’enzima lattasi deputato alla digestione dello zucchero del latte, il lattosio, si trova proprio sulla sommità dei villi intestinali. Quindi distruggendo i villi si riducono i livelli di lattasi e ci si trova nella condizione transitoria di non riuscire a digerire il lattosio, il quale viene poi fermentato dai batteri del colon con conseguente mal di pancia, gonfiore addominale, crampi, diarrea.

Esiste una correlazione tra il diabete e l’intolleranza al lattosio?

Non esiste una correlazione diretta. La presenza di intolleranza al lattosio nel diabete di tipo 2 ha grosso modo gli stessi numeri della popolazione generale. Nel diabete di tipo 1 le cose cambiano in quanto c’è una correlazione con il diabete di tipo 1 e la celiachia. In questi soggetti la celiachia può dare origine a problemi di intolleranza al lattosio. Per maggiori informazioni su questa correlazione, vedasi l’intervista: “Celiachia e diabete di tipo 1: la situazione attuale e i consigli nutrizionali”.

Cosa dovrebbe fare la persona con celiachia in caso di intolleranza al lattosio?

In caso di diagnosi recente di celiachia, deve incentrare un regime alimentare senza glutine e anche senza lattosio. Dalla dieta priva di lattosio si passa poi a una dieta a ridotto consumo di lattosio con quantità crescenti fino a verificare il ripristino e i livelli di tolleranza. Con il passare delle settimane con una dieta aglutinata, i villi intestinali dovrebbero tornare in una condizione fisiologica e pian piano si dovrebbero ripristinare anche i livelli fisiologici di lattasi e la capacità di digestione dello zucchero del latte.
Nel caso in cui si manifestassero ancora i sintomi addominali, allora andrebbe verificata con il medico la presenza di una vera e propria intolleranza al lattosio. Come può accadere per la popolazione generale anche tra i celiaci può capitare una condizione di intolleranza al lattosio primaria non conseguente alla celiachia.

In che cosa consiste l’intolleranza primaria?

Ci si riferisce a intolleranza primaria quando la causa è genetica. La presenza dell’enzima lattasi dipende dall’attivazione del suo gene sul DNA ma nel corso degli anni si evidenza un declino fisiologico della produzione dell’enzima lattasi nella maggior parte degli individui ma, si è osservato anche, che alcune persone e alcune popolazioni non mostrano tale declino. In questi soggetti, si ha una persistenza della lattasi. Studi genomici hanno spiegato tale fenomeno con delle mutazioni che si associano con il persistere dell’attivazione del gene della lattasi o con un aumento di produzione. Nella popolazione italiana ed europea in generale, si ha un diffusa persistenza dell’enzima lattasi spiegabile con queste mutazioni genetiche, con punte di quasi il 100% nelle popolazioni del nord Europa. Anche le popolazioni africane mostrano buoni tassi di persistenza. Al contrario, le popolazioni asiatiche non hanno le mutazioni che si associano con la persistenza della lattasi infatti hanno un tasso di intolleranza al lattosio molto alta. E’ assai probabile che le mutazioni del DNA associate con il mantenimento della tolleranza siano recenti nella storia umana e siano partite con l’avvento della pastorizia.

Cosa dovrebbe fare un diabetico in caso di intolleranza al lattosio?

La persona con diabete di tipo 1 deve verificare la contemporanea presenza di celiachia e nel caso la diagnosi fosse positiva segue le stesse regole esposte sopra per il celiaco. Se invece non si evidenzia malattia celiaca, può essere affetta da intolleranza primaria al lattosio come un qualsiasi individuo della popolazione generale. In questo caso dovrebbe avere i sintomi clinici dell’intolleranza al lattosio e dovrebbe fare il test per la diagnosi di intolleranza al lattosio. Se invece non presenta i sintomi clinici allora non dovrebbe essere intollerante al lattosio.
Analogamente si comporta il diabetico di tipo 2. Se manifesta sintomi deve provvedere a fare la diagnosi di intolleranza al lattosio come un qualsiasi individuo della popolazione generale.

Come andrebbe fatta la diagnosi di intolleranza al lattosio?

Rivolgendosi al proprio medico o a un specialista gastroenterologo che prescrive un test del respiro al lattosio (Breath test al lattosio) con il quale è possibile verificare la presenza di certi gas nell’aria espirata, solitamente idrogeno, prima e dopo l’ingestione di una soluzione contenente lo zucchero. Se il lattosio è stato digerito e assorbito a livello dei villi, la quantità di idrogeno sarà minima. Se il lattosio non viene digerito dall’intestino allora, per effetto della fermentazione dei batteri, si avranno concentrazioni maggiori di idrogeno nell’aria espirata.

Può l’intolleranza al lattosio essere un segnale per lo sviluppo della malattia celiaca?

La diagnosi di celiachia ha un inter diagnostico ben preciso come ci insegnano i gastroenterologi e solo il medico è autorizzato a fare certe valutazioni; sono inoltre in corso studi in cui si cerca di elaborare un indice di rischio per lo sviluppo di celiachia a partire da manifestazioni intestinali e non. Tra questi “segnali” viene inserita l’intolleranza al lattosio ma ne fanno parte anche la familiarità, l’anemia, la depressione, la presenza di altre malattie autoimmunitarie (come il diabete di tipo 1) e altro. Si tratta di studi statistici per l’attribuzione di un rischio comparando diverse condizioni. Una cosa complessa nella quale il non addetto ai lavori è meglio che non entri, la cosa migliore per la persona è affidarsi ai professionisti competenti.

Quali sono gli alimenti con il maggiore contenuto di lattosio?

Come è facile immaginare il latte è l’alimento che ne contiene di più. Sia esso vaccino, di bufala, di capra o di pecora la quantità di lattosio è alta. La quantità resta elevata anche nei latticini freschi come i fiocchi di latte e i formaggi freschi e molli in generale, nella panna da cucina, nei gelati mentre inizia a calare in prodotti sottoposti a fermentazione come lo yogurt e a stagionatura come i formaggi tipo grana, parmigiano, pecorino e formaggi stagionati in genere.

Ci sono alimenti in cui il lattosio è usato come ingrediente?

Si, ne esistono. Per esempio, il lattosio mantiene morbida la carne perciò viene spesso aggiunto negli insaccati, soprattutto salami e salumi, nel prosciutto cotto. Molti sono i prodotti che possono contenere lattosio come i biscotti, merendine, snack, cioccolato al latte o bianco, burro, margarine, confetti. In caso di un’intolleranza severa sarebbe opportuno controllare la lista ingredienti di ciò che si consuma abitualmente per assicurarsi della presenza o assenza di lattosio. Anche i farmaci possono contenere lattosio anche se in questo caso la quantità dovrebbe essere così minima da non generare nessun disturbo acuto a un soggetto intollerante, a meno che non si tratti di una terapia cronica.

Quali possono essere i sostituti del latte o degli alimenti contenenti lattosio?

Una persona intollerante al lattosio che non volesse rinunciare al latte può scegliere le versioni ad alta digeribilità. Stessa cosa è possibile fare con lo yogurt e alcuni tipi di formaggi freschi.
Se la scelta della sostituzione ricade invece su quello che viene definito impropriamente “latte vegetale”, tipo il latte di riso o di soia (o con altri cereali come farro, avena, kamut) occorre precisare che sono bevande a base di un vegetale le cui caratteristiche nutrizionali sono quelle del vegetale di riferimento a meno di sostanze aggiunte industrialmente, spesso aggiungono calcio e/o vitamine per portare i valori nutrizionali ad assomigliare di più al latte. Chi soffre di diabete deve tenere conto che queste bevande possono contenere molti zuccheri.
Tutte le bevande vegetali a base di cereali possono contenere un’alta concentrazione di olii vegetali e questo li rende potenzialmente rischiosi per chi soffre anche di allergia alle arachidi. Per tutti questi motivi è sempre opportuno leggere molto bene le etichette nutrizionali.
Per chi ha tempo e possibilità, esistono le ricette che consentono di prepararsi queste bevande in casa anche in modo non troppo complesso.

Esistono dei metodi per ridurre gli effetti negativi legati all’ingestione di lattosio per un intollerante?

Si, soprattutto se l’intolleranza non è severa. L’industria farmaceutica mette a disposizione prodotti contenenti enzimi digestivi che possono aiutare nella digestione del lattosio. In pratica si va a sopperire alla propria carenza di enzima lattasi con l’assunzione di enzimi in capsule da assumere contestualmente al pasto. Indicato nei casi in cui non ci si vuole sottrarre, per necessità o volontà, ad un pasto con alimenti contenenti lattosio.
Per meglio metabolizzare il lattosio potrebbe risultare utile anche l’assunzione di probiotici ai pasti, nello specifico lattobacilli, in quanto possiedono gli enzimi utili alla digestione del lattosio.

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