Gli ultimi 1000 km di spiagge, Ramadan e grattacieli

Ci troviamo in Malesia dopo un anno di avventure sui pedali: sono passati 17.000 km sotto le nostre ruote e questo mondo incredibile non ha ancora finito di stupirci. Dopo la parentesi cambogiana siamo rientrati in Thailandia e ne abbiamo seguito fedelmente la costa. Questo paese merita senza ombra di dubbio la fama di cui gode nel mondo per le incredibili spiagge incastonate in paesaggi idilliaci e tanti altri spettacoli naturali.

Bangkok e l’incontro con i ragazzi dell’Associazione Thai Diabetes

Attraversando la Thailandia all’inizio della stagione dei Monsoni non l’abbiamo vista al massimo del suo splendore – in termini di mare da cartolina – ma sicuramente rigogliosissima.
Bangkok, la capitale, ci ha riportati all’età moderna e oltre, con i suoi grattacieli futuristici, le strade sopraelevate ad otto corsie e i centri commerciali dove si possono acquistare beni provenienti da ogni angolo del mondo. Qui abbiamo avuto il piacere di conoscere alcuni ragazzi dell’Associazione Thai Diabetes affetti da diabete di tipo 1, con i quali – davanti ad una bella tavola di specialità thailandesi – abbiamo scambiato storie di viaggio e di zuccheri annidati nei piatti più insospettabili. E’ stato curioso scoprire che buona parte di loro utilizza terapie e tipologie di insulina in tutto simili a quelle diffuse in Italia, che io stessa uso o ho usato in passato.

L’avventura in Thailandia tra alti e bassi della glicemia

Lasciate le comodità della grande città, ci siamo goduti l’avventura in Thailandia attraverso oltre 1000 km di campagne, palme, animali selvatici e spiagge non affollate dai turisti. Il nostro passaggio è stato a tratti precipitoso a causa del visto di 30 giorni in scadenza prossima, ma il caldo che andava attenuandosi con l’arrivo delle piogge ci ha permesso di aumentare le ore di pedalata giornaliere. Il riscontro sulla mia glicemia è stato molto positivo, con quantità bassissime di insulina e un controllo ottimale.

Infatti, se alcuni mesi fa la pausa pranzo di un paio di ore – per non pedalare sotto al sole cocente – mi dava problemi di iperglicemia immediata e poi ipoglicemia non appena salivo in sella, in Thailandia del Sud abbiamo intensificato le pause, diminuendone la durata. In questo modo potevo somministrare appena un terzo della quantità di insulina necessaria per il pranzo e sostituire i due terzi con la pedalata subito dopo il pasto.

I cibi della Thailandia del Sud sono meno zuccherati di quelli del Nord e offrono maggiori possibilità di scelta: zuppe, curry dai vari colori e intensità, pesce fresco grazie alla nuova vicinanza al mare si sono aggiunti ai noodles e al riso fritto.

L’ingresso in Malesia, una meta esotica che evoca romanzi di avventure

Dopo la Thailandia è stata la volta della Malesia e dell’emozione di un paese nuovo, l’ultimo prima della meta finale: Singapore. Con un perfetto tempismo, abbiamo varcato il confine di questo stato a prevalenza musulmana il 26 maggio 2017, esattamente un giorno prima dell’inizio del Ramadan. Ci siamo quindi dovuti adattare, volenti o nolenti, al digiuno di oltre metà di questo popolo: per circa un mese, al di fuori delle città turistiche, è stato difficile trovare ristoranti che servissero il pranzo, se non quelli cinesi, e noi ci siamo spesso attrezzati in maniera autonoma con panini al formaggio e tonno (gli affettati sono una rarità nel Sud-Est asiatico e ancor più in questo paese islamico). Alla fine del Ramadan, d’altro canto, la Malesia ha festeggiato l’Hari Raya, cioè la fine del digiuno e noi con loro! Per strada capitava che fossimo fermati da famiglie vestite a festa (tutti di uno stesso colore) che volevano condividere con noi i loro ricchi banchetti e noi non ci siamo mai tirati indietro di fronte alla possibilità di entrare nelle case a scambiare alcune chiacchiere con la gente del posto e provare la cucina casalinga malese.

La lingua inglese, tra l’altro, è molto diffusa in Malesia, sia tra i giovani che tra gli adulti. Dopo i primi scambi di battute, la domanda su cosa fosse quel cerotto attaccato al mio braccio arrivava sempre e noi eravamo lieti di raccontare il messaggio del nostro progetto. Mi consigliavano, allora, di andarci piano con le loro bevande dolcissime e con la frutta secca, insistendo affinché assaggiassi piuttosto il loro speciale curry di pollo alle 10 di mattina e poi ci raccontavano, quasi tutti, di come anche nella loro famiglia ci fossero casi di diabete (intendendo diabete di tipo 2). La differenza tra diabete di tipo 1 e 2, è ancora troppo spesso poco chiara, anche da quelle parti.

Un melting pot di affascinanti contrasti

Oltre al calore umano, della Malesia abbiamo apprezzato anche il mix di popoli e culture che la abitano: malay, cinesi e indiani in prevalenza. Le moschee si affiancano ai templi cinesi (o case dei clan) dalle ricche e fantasiose decorazioni, ai templi indù e alle chiese cattoliche e metodiste. Questo melting pot si riflette anche sulla varietà di cibi che si possono trovare in qualsiasi città malese: a Langkawi e Penang abbiamo fatto scorpacciate di naan al formaggio, roti, pollo tandori e curry di verdure di produzione genuinamente indiana. Abbiamo anche bevuto il lassi al mango – dolce quanto un dessert e rinfrescante – dentro ai buffi sacchettini per il take away come vuole la tradizione.

I ristoranti cinesi, che molte volte erano l’unica opzione possibile per pranzo, ci hanno servito zuppette vegetali e non, riso, pollo e anatra in diverse forme. Della cucina indonesiana abbiamo apprezzato gli spiedini di pollo, chiamati satay, marinati e speziati, cotti alla griglia e accompagnati da una salsina di arachidi irresistibile. Le pasticcerie e i forni si sono moltiplicati rispetto ai paesi precedenti, con standard qualitativi decisamente più alti. Insomma, la Malesia, grazie alle sue numerose influenze coloniali, si è rivelata molto interessante anche dal punto di vista culinario.

Nel corso del mese in territorio malese abbiamo visitato delle belle città, come Malacca e George Town, che vantano architetture antiche di stampo europeo e cinese, e la capitale, Kuala Lumpur, moderna, commerciale e frenetica.

Meritato relax prima di arrivare alla meta…

Avvicinandosi pericolosamente la data del rientro, però, ci siamo voluti godere anche un po’ di mare a largo della costa Est e in particolare sull’isola di Tioman. Selvaggia, rigogliosa ed estremamente isolata, sulla spiaggia di Juara abbiamo trovato un piccolo bungalow di legno con amaca antistante: proprio la nostra idea di riposo.

… senza farci mancare una piccola avventura nell’avventura

A un centinaio di metri di distanza dalla costa potevamo fare snorkelling circondati da pesci colorati e osservare il fondale ricoperto dai coralli. Per tenere sotto controllo la mia glicemia anche in quelle occasioni, con la libertà di stare in acqua quanto volessimo, abbiamo brevettato la tecnica semplice quanto efficace di portare con noi un kayak legato ad una caviglia, a bordo del quale avevamo caricato microinfusore, zucchero e glucometro. Con quello stesso kayak, poi, ci siamo spinti verso l’entroterra dell’isola seguendo il corso di un fiumiciattolo circondato da mangrovie, palme e una gran varietà di animali. Mai visto nulla di simile.

Insomma la Malesia non poteva lasciarci un ricordo migliore di questo. Intanto Singapore è sempre più vicina e con essa un insieme di emozioni contrastanti che vanno dalla voglia di vedere le nostre famiglie e gli amici mangiando piadina in giardino, alla consapevolezza di essere prossimi allo svegliarsi da un sogno indimenticabile lungo quasi 18.000 chilometri.

Vi piacerebbe appendere o regalare un poster con una delle foto di questo appassionante viaggio?

Dall’inizio di marzo 2017, è on line il nuovo negozio di poster: “For a piece of cake: da Cesena a Singapore in bicicletta con il diabete di tipo 1”
Lo trovate a questo link https://www.facebook.com/forapieceofcake/
Provate a dare un’occhiata: ci troverete una piccola selezione delle foto preferite di Chiara e Riccardo (lo sapete che Riccardo Rocchi è un fotografo professionista, (non per nulla le foto sono così belle!!), trasformate in stupendi poster 50×75 cm dallo studio Minimum di Palermo e spediti ovunque siate.

Una bella idea per supportare i vostri cicloturisti preferiti e arredare il vostro studio o la vostra cucina, o entrambi con un’immagine affascinante. Spargete la voce e grazie mille!

Tutte le foto sono di proprietà di Riccardo Rocchi, fotografo, For a piece of cake©. Il loro utilizzo è subordinato a una sua approvazione scritta.

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