La ricerca italiana in diabetologia: tante eccellenze, pochi finanziamenti

La ricerca italiana in diabetologia: tante eccellenze, pochi finanziamenti

5mila pubblicazioni su riviste internazionali dal 2000 ad oggi. 500 ricercatori italiani impegnati nel campo della ricerca sul diabete. La ricerca italiana è tra le più quotate nel mondo. Peccato che venga poco valorizzata e promossa dai magri finanziamenti pubblici (una media di circa 8 mila euro all’anno per singolo ricercatore). L’appello della Fondazione Diabete Ricerca Onlus a donare attraverso sms solidali e il 5 x mille. Dalla partnership con Esselunga, raccolti in pochi mesi 130 mila euro che finanzieranno 5 filoni di ricerca. Ma occorre fare di più.

La ricerca italiana in diabetologia è tra le più quotate del mondo ma… ha le scarpe bucate

Si può sicuramente andare orgogliosi del fatto che i circa 500 ricercatori impegnati nelle Università e negli Ospedali abbiano prodotto – dal 2000 ad oggi – oltre 5 mila pubblicazioni su riviste internazionali, spesso tra le più prestigiose del settore. Le agenzie che censiscono e valutano la ricerca collocano la ricerca italiana in diabetologia al primo posto nel mondo, quando i suoi prodotti vengono rapportati ai magri finanziamenti pubblici.

La Fondazione Diabete Ricerca Onlus, spin off della SID

Nata nel 2000 e affiancata dalla omonima Associazione Onlus, ha l’obiettivo primario di raccogliere fondi per la ricerca in diabetologia dal settore privato e di distribuire finanziamenti ai ricercatori su base competitiva. Grazie a importanti contributi non condizionati ricevuti da aziende farmaceutiche, la Fondazione negli ultimi anni ha potuto distribuire numerose borse di studio a giovani ricercatori e assegnare rilevanti finanziamenti a diversi progetti di ricerca nel campo del diabete.

“Si tratta di contributi – afferma il Presidente della Fondazione prof. Enzo Bonora – che speriamo in futuro di ricevere ancora e possibilmente anche da altre aziende farmaceutiche e da aziende e istituzioni non necessariamente legate al mondo della sanità e del diabete in particolare. E speriamo di meritare donazioni dal grande pubblico. La Fondazione Diabete Ricerca e l’Associazione Diabete Ricerca Onlus ricevono ogni tanto contributi da privati cittadini ma si tratta ancora di pochi benefattori, nulla a che vedere con la amplissima schiera di sostenitori su cui possono contare le associazioni che finanziano la ricerca sui tumori o sulle malattie genetiche o neurologiche”.

Dalla partnership con i supermercati Esselunga, una case history di successo

Qualcosa si sta muovendo! Negli ultimi mesi, sulla scia di alcune campagne di sensibilizzazione condotte in rete e sulla carta stampata e grazie a spettacoli di beneficienza organizzati in alcune città, sono stati raccolti più fondi che in passato. C’è stata anche un’iniziativa che ha coinvolto la grande distribuzione alimentare. “La Fondazione e l’Associazione Diabete Ricerca Onlus – afferma il prof. Bonora – desiderano ringraziare in particolare la catena di supermercati Esselunga e i suoi clienti che negli ultimi mesi hanno donato e permesso di raccogliere circa 130 mila euro che serviranno a sostenere 5 progetti di ricerca, il cui bando è stato pubblicato da qualche settimana”. I progetti riguarderanno la medicina rigenerativa (cellule staminali in primis), il pancreas artificiale, la genetica del diabete, i biomarcatori delle complicanze croniche, l’eziopatogenesi e la fisiopatologia del diabete.

Un’ulteriore iniezione di risorse economiche la Fondazione Diabete Ricerca spera di riceverla dalla campagna basata su sms solidali da spedire al numero 45587 che sarà pubblicizzata dal 21 al 28 maggio 2018, attraverso i canali RAI e i principali quotidiani. Molta aspettativa c’è anche per la attuale campagna del 5 x mille (codice fiscale per la ricerca scientifica n. 05915101009.

“Abbiamo i ricercatori migliori del mondo – conclude il prof. Bonora – ed è un peccato che siano poco sostenuti dal pubblico nonostante il diabete, in tutte le sue forme riguardi 4 milioni di italiani e causi ogni anno oltre 100 mila decessi. Abbiamo bisogno che tante persone ci aiutino nella nostra sfida quotidiana alla malattia. Il diabete, come scriviamo anche nella nostra campagna, è un bastardo e va arrestato proprio con la ricerca”.

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