Lo psicologo nel team di cura della diabetologia pediatrica: quale ruolo?

Lo psicologo nel team di cura della diabetologia pediatrica: quale ruolo?

La figura dello psicologo è una figura poliedrica molto importante nell’ambito di un ambulatorio di diabetologia pediatrica: ha un ruolo di riferimento perché dialoga, supporta e sostiene non solo i bambini/ragazzi/adolescenti che hanno scoperto il diabete di tipo 1 ma anche le famiglie, che hanno bisogno di trovare un nuovo equilibrio e media anche con l’equipe medica per trovare la miglior alleanza con i giovani pazienti. Il dr. Ciro Pignatiello, psicologo presso la Diabetologia Pediatrica dell’AOU Maggiore della Carità di Novara ci aiuta a riflettere su tutti questi delicati aspetti.

 

Dr. Pignatiello, che ruolo ha lo psicologo in un ambulatorio di Diabetologia Pediatrica come quello di Novara?

Il coinvolgimento e l’intervento dello psicologo ritengo che sia davvero di fondamentale importanza nell’approccio al diabete, in particolare al diabete di tipo 1, per tante ragioni. È un ruolo multidimensionale, nel senso che si occupa di varie persone tutte implicate nell’insorgenza e gestione della malattia.

A chi si riferisce?

Innanzitutto ai giovani pazienti, perché evidentemente la diagnosi di diabete costituisce un evento di rottura, molto forte rispetto alla vita precedente che necessità della ricerca e del “ritrovamento” – si spera nel più breve tempo possibile – di un nuovo equilibrio. La ricerca di questo nuovo equilibrio e il risanamento di quella rottura passano attraverso un impegno psicologico molto grande. Molto spesso i pazienti non sono in grado di effettuare questo percorso da soli ed ecco il perché alle volte è necessario affidarsi all’aiuto di un professionista, di una figura che ti aiuti a ritrovare la strada che hai perso in precedenza, riconsegnandoti ad una vita – diversa da quella precedente – ma altrettanto piena di stimoli e altrettanto piena di … futuro.

E le famiglie?

Eccoci al secondo aspetto. Le famiglie, appunto. Considerato il particolare tipo di diabete, il diabete di tipo 1, immunitaria, che dipende strettamente dall’insulina, e considerato anche il particolare periodo di insorgenza della malattia, infanzia-adolescenza, è evidente che il diabete non riguarda soltanto il piccolo/giovane paziente ma coinvolge tutta la sua famiglia, tant’è vero che spesso i genitori dei nostri ragazzi parlano del “nostro” esordio, parlano della “nostra” alimentazione, del “nostro” modo di curare il diabete perché lo sentono proprio, così come lo è del figlio o della figlia al/alla quale è stato diagnosticato.

Lo psicologo è di riferimento anche per l’equipe medica?

Il terzo aspetto al quale lo psicologo si può dedicare è proprio l’equipe medica. Un team medico che è alle volte strettamente legato all’idea di malattia come un problema che va preso in esame, risolto e quindi consegnato al passato ma, purtroppo, con la malattia cronica non è possibile. Soprattutto una malattia cronica come il diabete di tipo 1 – che insorge in modo brusco e in un momento di sviluppo qual è quello del bambino che poi diventerà un adolescente – non può non considerare la necessità di una comunicazione di tipo diverso, di un approccio di tipo diverso, dove – di fondamentale importanza – c’è la creazione di quella che viene definita l’alleanza terapeutica, fondamentale per tutto il percorso a venire. Uno sforzo comune per essere tutti insieme, in un progetto di cura che porti ad un futuro migliore.

Potrebbero interessarti