Grasso dell’epicardio: vittima silenziosa dell’iperglicemia

Grasso dell’epicardio: vittima silenziosa dell’iperglicemia - Diabete.com

Il grasso che ricopre la superficie del cuore (epicardio) non è un pigro spettatore del lavoro del muscolo miocardico ma partecipa al suo funzionamento: regola l’ ‘approvvigionamento’ di grassi e invia segnali che possono modulare tessuto cardiaco e vascolare. In più, contiene delle cellule staminali, preziose per i processi riparativi dopo un danno.
Alcuni giovani ricercatori italiani hanno dimostrato che l’iperglicemia rende queste cellule “tutto fare” meno efficienti e ne provoca un invecchiamento precoce. Anche questo meccanismo può contribuire ad aumentare il rischio cardiovascolare che si associa al diabete di tipo 2. Lo studio è stato presentato al recente EASD 2018, Berlino, 1-3 ottobre

Il tessuto adiposo sulla superficie del cuore (epicardio): che cosa fa?

Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei soggetti con diabete mellito; ben il 65 per cento dei pazienti con diabete di tipo 2 (dt2) muore, infatti, per cardiopatia ischemica o infarto. I meccanismi che portano ad aterosclerosi nel diabete sono complessi e possono essere sia di tipo metabolico sia infiammatorio. In questo contesto il tessuto adiposo rappresenta il minimo comune denominatore che sostiene e alimenta le diverse condizioni. Il grasso presente sulla superficie del cuore (epicardio) è il principale tessuto adiposo presente in prossimità del cuore. Non si tratta di un tessuto passivo, anzi: partecipa attivamente al funzionamento del muscolo cardiaco (miocardio) non solo collaborando al suo metabolismo e regolandone l’afflusso di lipidi, ma anche con un vivace scambio di molecole che possono modulare localmente il tessuto cardiaco e vascolare. Da qui deriva l’interesse nel comprendere se alcune alterazioni di tale tessuto possano essere responsabili dello sviluppo e della progressione del danno cardiovascolare nel diabete.

L’obiettivo dello studio condotto con cellule staminali

“Il nostro studio – ha spiegato Serena Cabaro, Dipartimento di Scienze mediche traslazionali, Università Federico II, Napoli – è andato a caratterizzare le cellule staminali presenti nel tessuto adiposo dell’epicardio derivate da pazienti con diabete tipo 2 sottoposti a bypass coronarico, per studiarne la capacità di mantenere le proprie caratteristiche in presenza di alterazioni metaboliche. L’isolamento di cellule staminali da grasso epicardico è eseguito nel nostro laboratorio grazie alla collaborazione con la cardiochirurgia della AOU Federico II di Napoli. Una volta isolate, le cellule staminali sono coltivate in vitro in modo da poterle amplificare e trattare con differenti stimoli metabolici associati al diabete, come l’iperglicemia”.

I risultati dello studio

I risultati dello studio hanno dimostrato che elevate concentrazioni di glucosio alterano la plasticità delle cellule staminali mesenchimali derivate da tessuto adiposo epicardico, suggerendo una possibile riduzione del potenziale rigenerativo di tali cellule, in condizioni di diabete tipo 2. “E’ sempre più importante capire come il grasso presente in vari distretti corporei specifici – ha affermato il professor Pietro Formisano – possa essere danneggiato da alterazioni metaboliche e danneggiare, a sua volta, la funzione di organi e tessuti vicini”.

References

Diabetes-like environment impairs differentiation and induces senescence of epicardial adipose tissue-derived mesenchymal stem cells.
Autori: S. Cabaro, V. D’Esposito, V. Parisi, M. Lecce, D. Liguoro, Liotti, I. Cimmino, F. Oriente, D. Leosco, F. Beguinot, P. Formisano

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