Sugar Tax: SI o NO? Perché la Società Italiana di Diabetologia (SID) è favorevole

Sugar Tax: SI o NO? Perché la Società Italiana di Diabetologia (SID) è favorevole

Diabete di tipo 2, obesità – spesso associate (diabesità) nella stessa persona – rappresentato un crescente problema di salute pubblica con il quale l’Italia del terzo millennio è tenuta a confrontarsi con urgenza. “Diventa dunque impossibile per una Società scientifica che si occupa di diabete – afferma il prof. Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID) – non allargare il campo d’azione e di allerta anche al fenomeno obesità perché queste due pandemie sono strettamente interconnesse una con l’altra e con uno stile di vita sedentario e un abuso di zuccheri nell’alimentazione. La prevenzione – tema centrale anche all’ultimo EASD di Berlino, 2018 – rappresenta una priorità assoluta per la SID”. E per questo la Società ha aderito pienamente alla campagna lanciata in ottobre 2018 dal Fatto Alimentare al fine di introdurre la Sugar Tax, come già avvenuto in 22 Paesi del Mondo che hanno tassato i soft drinks.

Moderare il consumo di bevande zuccherate e altri zuccheri aggiunti: perché?

Questa mattina, 16 ottobre 2018, è stato firmato un appello – sollecitato da Il Fatto Alimentare rivolto al Ministro della Salute, Giulia Grillo. L’obiettivo della lettera aperta, firmata da numerosi diabetologi e medici, chiede l’introduzione della “Sugar Tax”: una tassa con lo scopo di incentivare un consumo più consapevole delle bevande zuccherate.

Quali sono i rischi per la salute di un consumo abituale ed eccessivo di zuccheri aggiunti? Gli zuccheri aggiunti sono introdotti all’interno di alcuni alimenti, come i soft drinks, bevande a base di cola etc per renderne più appetibile il sapore. Possono essere chiamati con vari nomi, a seconda della composizione fisico/chimica: saccarosio, glucosio, fruttosio, destrosio, sciroppo di glucosio, fruttosio, mais, malto, zucchero d’uva etc.

Ricordate un’efficace campagna di qualche tempo fa, contro l’uso delle bibite gassate?

Non mangereste mai 22 zollette di zucchero in un giorno.
PERCHÉ VOLETE BERLE?

Gli zuccheri aggiunti si trovano anche all’interno di alcuni succhi di frutta (in aggiunta agli zuccheri naturalmente presenti nella frutta), tisane, bevande energetiche, tè freddo, integratori per lo sport ma non solo; ne sono ricchi, infatti, molte merendine, snacks e barrette, alcuni yogurt (comparate più prodotti prima di scegliere, soprattutto se li mangiate tutti i giorni), caramelle, marmellate, salse (ketchup, glassa, salsa barbecue e simili), creme spalmabili. Questi alimenti ricchi di “calorie invisibili” contribuiscono ad aumentare l’intero apporto calorico e favoriscono nel tempo sovrappeso/obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e anche tumori (quindi attenzione: leggete sempre le etichette!), soprattutto quando si fa una vita sedentaria.

Relazioni pericolose

Secondo i dati dell’ultimo Rapporto Osservasalute (2017), In Italia tra la popolazione adulta la prevalenza di diabete è pari al 6,3 per cento, ma tra gli adulti obesi, la prevalenza del diabete arriva al 15 per cento e – secondo altre fonti – anche di più. Nella fascia d’età tra i 45 e i 64 anni, i soggetti affetti da diabete di tipo 2 e obesità sono il 12 per cento, ma si arriva addirittura al 30,1 per cento tra gli over-75. E la relazione pericolosa tra obesità e diabete dà il peggio di sé nel genere femminile; se infatti tra i maschi la prevalenza di diabete passa dal 6,4% della popolazione generale al 13,9 per cento per gli uomini con obesità, tra le donne si passa rispettivamente dal 6,2 al 16,1 per cento. Ancora più preoccupanti, sono i dati relativi alla popolazione infantile. I dati del sistema di sorveglianza OKkio alla SALUTE promosso dal Ministero della Salute/Centro per il Controllo e la prevenzione della Malattie e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità rivelano che un bambino italiano su 10 sotto i dieci anni d’età (scuola primaria) è affetto da obesità, mentre il 21 per cento è in sovrappeso, con un importante gradiente Nord-Sud.

La proposta della Sugar Tax in Italia

“Di fronte a queste statistiche – prosegue Purrello – non si può restare a guardare. Bisogna intervenire in maniera proattiva. E la lettera aperta al Ministero della Salute per l’introduzione della Sugar Tax, promossa dal Fatto Alimentare, alla quale anche la Società Italiana di Diabetologia (SID) ha dato la sua adesione, rappresenta un esempio concreto di questa volontà di voltare pagina, verso uno stile di vita più salutare.

Ma perché la Sugar Tax abbia successo è necessaria inserirla e integrarla in un contesto più ampio di iniziative che investano i vari campi della prevenzione, dall’alimentazione sana ed equilibrata, alla lotta alla sedentarietà, alla promozione dell’attività fisica. È importante inoltre porgere il messaggio della prevenzione con un linguaggio da modulare rispetto al target che si vuole raggiungere. E le persone più vulnerabili, oltre che bambini e adolescenti, sono quelle appartenenti alla fasce sociali più svantaggiate. Infatti sia la prevalenza dell’obesità che del diabete di tipo 2 nel nostro Paese è più elevata al Sud e nelle classi sociali economicamente più svantaggiate”.

Nel mondo sono ormai molti i Paesi che hanno applicato la Sugar Tax, ultima in ordine di tempo (aprile 2018) la Gran Bretagna che ha proposto una tassazione incrementale al di sopra di un contenuto di 5 grammi di zucchero per 100 ml di bibita (la tassa è di circa 0,20 € per le bevande con 5-8 grammi di zucchero/100 ml e sale a 0,27 € per quelle con un contenuto superiore a 8 grammi/100 ml). In questo caso dunque l’obiettivo della legge è duplice: da una parte far ridurre il consumo, dall’altra incentivare le industrie produttrici a ridurre il contenuto di zuccheri nelle bevande.

“Questo rappresenta una soluzione molto interessante – commenta il professor Purrello – anche se come medici dobbiamo ribadire il concetto che l’acqua resta sempre la bevanda più salutare. Non sappiamo – conclude il presidente della SID – se questa petizione trasversale per l’introduzione della Sugar Tax in Italia andrà in porto e, se si, con quali modalità. Quel che è certo è che come Società scientifica chiediamo fin da adesso che gli eventuali proventi derivanti da questa tassazione vengano reinvestiti in misure di prevenzione. Quanto alla valutazione dei risultati di iniziative come la Sugar Tax non ha senso tentare di tracciare un bilancio a distanza di appena qualche anno perché le ricadute sugli obiettivi di salute diventano apprezzabili nel lungo periodo, ma lasciano poi un’eredità positiva e duratura sulle generazioni future”.

References

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