Milano entra nel programma #CitiesChangingDiabetes

Milano entra nel programma #CitiesChangingDiabetes

Dopo Roma, anche la città metropolitana di Milano entra nel programma Cities Changing Diabetes, un progetto globale impegnato nella lotta al Diabete Urbano. L’annuncio è stato dato a Palazzo Marino, Milano il 13 febbraio nel corso di una conferenza stampa che ha visto riuniti istituzioni, politici, clinici, accademici e anche Associazioni di pazienti che saranno coinvolti nel progetto che mira a rendere la città più vivibile dal punto di vista sociale e della salute, sensibilizzando i cittadini alla prevenzione di migliori stili di vita.

Cities Changing Diabetes: la scelta di Milano

Cities Changing Diabetes è un progetto globale per far fronte alla crescente diffusione delle malattie croniche non trasmissibili, come diabete tipo 2, obesità, malattie cardiovascolari e tumori per dirle alcune.

Secondo i dati dell’ATS Milano Città Metropolitana, su 3,5 milioni di residenti circa 200.000 hanno il diabete e oltre un milione ha una malattia cronica non trasmissibile. Dopo Roma, anche Milano entra nel programma Cities Changing Diabetes, l’iniziativa realizzata in partnership tra University College London (UCL) e il danese Steno Diabetes Center che coinvolge Istituzioni nazionali, amministrazioni locali, mondo accademico e terzo settore. Il programma si propone come obiettivo di valutare l’impatto dell’urbanizzazione sulle malattie croniche non trasmissibili, come diabete (in particolare diabete tipo 2) e obesità, e promuovere iniziative per salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire queste malattie.

L’annuncio è stato dato il 13 febbraio 2019 nel corso della conferenza stampa organizzata da Health City Institute a Palazzo Marino in collaborazione con il Comune di Milano e la Regione Lombardia. Al progetto, oltre alle Amministrazioni comunale e regionale, hanno aderito le Università di Milano, l’ATS di Milano Città Metropolitana, il Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci”, le componenti accademiche, sociali e scientifiche della città.

“Dopo quello di Roma, il coinvolgimento di Milano nel programma Cities Changing Diabetes consentirà all’Italia di contribuire, avendo le due aree metropolitane quasi 8 milioni di abitanti, con un significativo volume di dati socio-demografici e clinico-epidemiologici al progetto di studio che lo anima” afferma Michele Carruba, Presidente dell’Executive Committee di Milano Cities Changing Diabetes. “Oltre che per la sua popolosità, effettuare queste analisi su una città come Milano, in continua evoluzione e dove il livello di soddisfazione degli abitanti per quanto riguarda i servizi alla salute è alto, rende la partecipazione di questa metropoli particolarmente interessante soprattutto in termini di paragone rispetto alle altre realtà mondiali”, conclude.

Dopo la capitale, Milano è la seconda città metropolitana più popolata di Italia, con quasi 3,5 milioni di abitanti residenti in 134 comuni, rappresentando quasi un terzo dell’intera popolazione della Lombardia. Secondo i dati dell’Annuario 2018 di Milano Città Metropolitana, l’area metropolitana milanese ha registrato nell’ultimo anno un incremento dello 0,5 per cento dei residenti rispetto a inizio 2017.

“Se andiamo a vedere i motivi che hanno fatto scegliere Milano, sono molti e convincenti” ha sottolineato il prof. Carruba:

  • La grande attenzione sui temi della salute nei contesti urbani
  • L’avvio degli orti della salute nelle scuole
  • Il percorso sui temi della salute avviato con Expo 2015
  • Il ruolo nel C40
  • Il ruolo nella rete delle città sane del WHO/OMS
  • La centralità del diabete quale malattia cronica per la Regione Lombardia e l’ATS
  • La grande tradizione clinica e sociale sul diabete e l’obesità (diabesità).

“Secondo i dati dell’ATS di Milano relativi al 2017, oltre un milione di abitanti ha una malattia cronica non trasmissibile e le più diffuse sono le malattie cardiovascolari, i tumori e il diabete tipo 2” dichiara Livio Luzi, Presidente Comitato Scientifico di Milano Cities Changing Diabetes. “Il diabete da solo colpisce circa 200.000 persone, dato che sottolinea l’importanza della partecipazione di Milano al progetto Cities Changing Diabetes”, conclude. “La prima fase del programma (che si concluderà con la giornata mondiale del diabete: il 14 novembre 2019) prevede la mappatura della situazione attuale, nella seconda fase i dati verranno elaborati e condivisi con una discussione sia all’interno del Comitato Scientifico e soprattutto con le Istituzioni, con i colleghi delle Società Scientifiche e con tutti gli altri stakeholders interessati, comprese le Associazioni di pazienti, che sono fondamentali. Dopodiché passeremo all’azione che sarà basata sui dati ottenuti e le considerazioni fatte nelle fasi precedenti e produrrà un Piano d’azione 2020-2022”.

“Nella mappatura andremo a cercare la cosiddetta vulnerabilità” continua Luzi, “dovuta a tre fattori principali: fattori clinici (poco moto, sedentarietà, alimentazione scorretta), fattori culturali che sono quelli accompagnati da un maggiore impatto sociale e di salute (livello sociale, livello di educazione, etnia) e – infine – fattori sociali e socio-demografici (per es. abitare lontano dal centro diabetologico, poco accesso ai mezzi, essere poco mobili per le comorbidità che si associano al diabete. Questo assessment della vulnerabilità sarà qualitativo, e verrà condotto somministrando alle persone con diabete un questionario. La raccolta dei dati e l’analisi statistica ci consentirà di quantificare il rischio di sviluppare il diabete nelle diverse zone dell’intera area metropolitana”.

“I grandi centri urbani diventano sempre più centrali nell’affrontare le grandi questioni che riguardano la salute dei cittadini attraverso strategie di lungo periodo che vedono le reti di città in prima fila per trovare sinergie e soluzioni condivise. Siamo orgogliosi di partecipare a questo progetto e, con la collaborazione della Regione Lombardia, cui spettando le competenze in materia sanitaria, ci impegneremo per fornire risposte ai nuovi bisogni dei cittadini per migliorare la loro qualità della vita” afferma Pierfrancesco Majorino, Assessore Politiche sociali, Salute e Diritti del Comune di Milano, Vice Presidente Rete Nazionale Città Sane.

“L’opera di sensibilizzazione e informazione sulle malattie croniche non trasmissibili” spiega Giulio Gallera, Assessore al Welfare di Regione Lombardia “è fondamentale proprio a partire dalle grandi città come Milano. La capacità delle istituzioni di collaborare fra loro e indirizzare i cittadini verso i corretti stili di vita, l’attività fisica, la sana alimentazione è determinante e rappresenta una svolta concreta per garantire una efficace azione di prevenzione e, alle persone affette da patologie croniche, l’assistenza socio sanitaria adeguata attraverso un percorso di cura personalizzato e qualificato. Per questo, l’alleanza virtuosa fra ospedale e territorio, che fotografa perfettamente la sintesi dell’evoluzione del sistema di welfare della Lombardia, rappresenta un autentico valore aggiunto”.

Il programma Cities Changing Diabetes vuole creare un movimento unitario in grado di stimolare, a livello internazionale e nazionale, i decisori politici a considerare il tema dell’urban diabetes prioritario, mettendo in luce il fenomeno con dati ed evidenze, provenienti dalle città di tutto il mondo al fine di identificare le politiche di prevenzione più adatte e come migliorare la rete di assistenza.

A dar voce ai pazienti, Patrizia Pappini, Presidente dell’Associazione SOStegno 70 che ha sottolineato durante la conferenza stampa la necessità “… di identificare le possibili azioni da compiere per arginare la crescita del diabete di tipo 2 e per poter rientrare nella sostenibilità del sistema… è una sfida di salute a cui vogliamo partecipare attivamente, con un particolare impegno per l’equità di accesso ai servizi ma anche per la qualità dell’ambiente cittadino dove poter mettere in pratica i corretti stili di vita che vengono raccomandati. Crediamo nella prevenzione, partiremo dalle scuole ma non potremo certo dimenticare la popolazione fragile degli anziani con i loro bisogni di salute che non sono solo clinici ma anche sociali”.
GUARDA IL VIDEO → L’impegno delle Associazioni per Cities Changing Diabetes »

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