Vene varicose: nuove modalità d’intervento mininvasive

Vene varicose: nuove modalità d’intervento mininvasive

Varici o vene varicose: interessano almeno il 40% delle donne e il 20-30% della popolazione in generale. Esistono trattamenti per prevenirle e per contrastarne il peggioramento ma, quando ormai le varici si sono formate, la chirurgia è la terapia definitiva. Oggi sono disponibili modalità d’intervento mininvasive (termoablazione con laser o radiofrequenza) rispetto alla chirurgia tradizionale, che non richiedono l’asportazione completa della vena grande safena.
Il 20 marzo 2019, alle 18, presso l’Ospedale San Giuseppe (Aula CAN), Via San Vittore 12, l’ incontro “Varici, non prendiamole sotto gamba”, a ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento per approfondire l’argomento. Per partecipare è richiesta l’iscrizione, telefonando a: Farmacia dei Padri Fatebenefratelli, dal lunedì al venerdì, ore 8.15-19.15, al numero di telefono: 02 86454006. Un appuntamento della Rassegna “I Mercoledì della Salute”.

Vene varicose: fake news e verità dei fatti

“Varici? Sono solo un problema estetico”. “Vengono causate dai tacchi alti”. Chi le ha deve necessariamente sottoporsi all’intervento chirurgico”. Ecco alcune delle false credenze o fake news più diffuse in tema di vene varicose.

Vene VaricoseLe varici sono una vera e propria patologia, sottolinea Sergio Losa, Direttore dell’Unità di Chirurgia Vascolare dell’IRCCS MultiMedica. “L’apparato valvolare che permette alle vene delle gambe di condurre il sangue verso il cuore, quindi dal basso verso l’alto, smette di funzionare in modo corretto con conseguenti ristagni di sangue e rigonfiamenti, visibili sulla superficie della cute. Il problema non è solo estetico, questa condizione provoca, infatti, infiammazione, dolore, gonfiore, lesioni cutanee che possono diventare ulcere, predisponendo alla comparsa di complicanze gravi e invalidanti, non da ultima la formazione di trombi”.

Vene Varicose

Vene varicose: incidenza e fattori di rischio

Le vene varicose si manifestano almeno nel 40% delle donne e interessano il 20-30% della popolazione generale. Le persone più colpite sono coloro che per lavoro stanno molto tempo in piedi, fermi nella stessa posizione, dai panettieri ai chirurghi, dalle commesse alle infermiere, ai vigili, in modo trasversale in tutte le professioni.

Tra i principali fattori di rischio, giocano un ruolo importante: familiarità, obesità e scarsa attività fisica. “Assolti” invece i tacchi alti” – precisa l’esperto – “Non permettendo una corretta contrattura del polpaccio, i tacchi, se portati per diverse ore al giorno, influiscono non tanto sulla comparsa e la progressione delle vene varicose quanto sulla sintomatologia della stasi venosa, arrecando un senso di pesantezza e stanchezza alle gambe”.

Prevenzione e trattamento delle varici

“Esistono trattamenti per prevenire le vene varicose e per evitare un peggioramento ma, quando ormai si sono formate, la chirurgia rappresenta la terapia definitiva”, prosegue Losa. “Non tutti i pazienti, però, sono candidabili all’intervento. Occorre distinguere tra quelli che possono trarne vantaggi sostanziali da quelli che invece possono continuare a seguire un percorso più conservativo. Solo il 2-5% dei pazienti con patologia varicosa arriva all’intervento chirurgico.”

“Oggi sono disponibili modalità d’intervento mininvasive, che – rispetto alla chirurgia tradizionale – non prevedono l’asportazione completa della vena grande safena. Le metodiche più innovative ‘chiudono’ la vena malata mediante termoablazione con laser o radiofrequenza; il decorso post-operatorio è più semplice e non richiede i 15 giorni di assenza dal lavoro, necessari invece dopo l’operazione tradizionale”.

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