La legislazione regionale sul diabete

La legislazione regionale sul diabete

Secondo quanto emerso dall’indagine della Società Italiana di Diabetologia (SID) condotta a cavallo tra il 2018 e il 2019, anche sotto il profilo degli aspetti legislativi riguardanti la gestione del diabete, esistono profonde differenze tra le singole Regioni Italiane. Questo è vero relativamente a Leggi, Delibere di Giunta Regionale (DGR), Delibere Consiglio Regionale (DCR) e Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali (PDTA) concernenti la patologia cronica diabetica.

I Comitati diabetologici, che dovrebbero riunire a livello regionale le rappresentanze di pazienti, professionisti e società scientifiche, in molte regioni non risultano attivati. La rete informatica, che permetterebbe una gestione ottimale e realmente integrata con i medici di medicina generale (MMG) è ancora praticamente assente, se si escludono due piccole regioni.

prof. Agostino ConsoliLa significativa “disomogeneità tra le diverse regioni nella regolamentazione dell’accesso a farmaci e presidi per il diabete pone un serio problema di ‘disuguaglianza’ tra i cittadini – spiega il prof. Agostino Consoli, presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia – su questo occorre che si faccia un ragionamento sereno, che deve andare nell’ottica di ridurre il più possibile queste disparità. Emergono anche, dall’analisi fatta dalla SID, differenze organizzative tra le varie regioni che possono avere un impatto importante sulla spesa e sulla sua razionalizzazione. Anche su questo occorre ragionare: prendiamo ad esempio il problema della erogazione delle strisce reattive per l’automonitoraggio della glicemia. Sono sicuro di interpretare il pensiero della SID nell’affermare che il miglior compromesso deve essere ricercato tra l’ottenimento delle forniture al prezzo più basso possibile e la necessità di dotare le persone con diabete di presidi della massima affidabilità, mantenendo al tempo stesso il diritto alla scelta degli strumenti più adeguati per la singola persona. Una strada per ottenere questo, già percorsa da diverse Regioni, potrebbe essere quella di gare d’appalto della tipologia ‘accordo-quadro’ con un prezzo d’asta massimo stabilito dall’ente appaltante e la possibilità di aggiudicatari multipli”.

professor Giorgio Sesti“Uno degli argomenti che sono stati affrontati durante il congresso di ‘Panorama Diabete’ ( Riccione, 8-13 marzo) è quello dell’impatto clinico, economico e sociale della scarsa aderenza alla terapia antidiabete– riflette il professor Giorgio Sesti, Presidente della Fondazione Diabete Ricerca – dati italiani ufficiali del rapporto OSMED hanno evidenziato che solamente il 65 per cento (65%) delle persone con diabete è aderente alla terapia”.

“La non aderenza alla terapia per il diabete – continua Sesti – comporta il raddoppio nel numero di ricoveri ospedalieri, il raddoppio dei costi del trattamento del diabete per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), un aumento di circa 6 giorni/anno di assenteismo dal lavoro e un aumento del 30 per cento (30%) della mortalità per tutte le cause”.

“Tra i fattori che impattano fortemente sull’aderenza terapeutica hanno un ruolo importante la semplificazione all’eccesso alle prescrizioni dei farmaci e dei presidi, la frequenza di visite da parte dello specialista e la possibilità di cura da parte del team diabetologico. Pertanto il tema delle differenze regionali nell’accesso a farmaci, presidi e servizi per il diabete ha un grande rilievo in termini di salute pubblica e di costi sanitari diretti e indiretti”.

“Anche la presenza di ambulatori dedicati alla prevenzione e al trattamento del piede diabetico è molto disomogenea nel nostro paese – conclude il professor Francesco Purrello – sono poche le regioni in cui questi team sono completati dalla presenza del podologo. Queste differenze regionali dovrebbero essere eliminate”.

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