Diabete di tipo 1 (DT1): pubblicati gli Annali AMD 2018

Diabete di tipo 1 (DT1): pubblicati gli Annali AMD 2018

Dall’analisi dell’Associazione Medici Diabetologi (AMD) su 28.538 soggetti ADULTI (età media: 47 anni, 54% uomini, 46% donne) con diabete tipo 1 (durata media: 20 anni) afferenti a 222 servizi di diabetologia in tutta Italia emerge che 1 paziente su 2 ha accesso a buoni livelli di cura e solo il 9% dei pazienti è a target per emoglobina glicata, colesterolo, pressione arteriosa e Indice di Massa Corporea (BMI). Il 30% dei pazienti con diabete tipo 1 presi in carico dai centri diabetologici raggiunge valori corretti di emoglobina glicata, quasi la metà è in regola con il colesterolo e oltre il 70% con la pressione arteriosa. Ancora troppi i diabetici di tipo 1 che fumano (26%) e/o soffrono di obesità (12%), una patologia in crescita anche tra i soggetti giovani con  DT1.

La novità degli Annali AMD 2018 dedicati ai profili di assistenza dei pazienti con DT1

“Abbiamo analizzato qualità di cura, approcci terapeutici e risultati raggiunti nei pazienti con diabete tipo 1, fornendo una fotografia accurata delle loro caratteristiche cliniche e dei loro bisogni insoddisfatti”, spiega Domenico Mannino, Presidente Associazione Medici Diabetologi (AMD). “Tra le novità introdotte rispetto alle edizioni precedenti degli Annali, focus specifici sulle singole Regioni e approfondimenti sulla popolazione stratificata per generefasce di etàdurata di malattiatipo di trattamento (microinfusore vs iniezioni multiple di insulina), presenza di complicanze. A questo proposito è emerso, per esempio, che le donne presentano un peggior controllo metabolico, che la fascia di età 65-74 anni è quella più monitorata, che l’abitudine al fumo è maggiore tra i pazienti con una storia di malattia più breve, che la percentuale di chi raggiunge livelli adeguati di cura complessiva è più elevata nei pazienti che impiegano il microinfusore (59%), rispetto a quelli in terapia multiniettiva (50%)”.

L’emoglobina glicata risulta ben monitorata, meno altri parametri del rischio cardiovascolare

L’analisi AMD ha evidenziato come la quasi totalità dei pazienti riceva almeno una misurazione all’anno dell’ emoglobina glicata (HbA1c) (97%). Buona, ma ancora non ottimale, la registrazione annua della pressione arteriosa, che avviene nell’89% dei soggetti, così come quella del profilo lipidico (69%, con picchi dell’80% in Liguria, FVG, Trentino-Alto Adige e Piemonte). Abbastanza elevata l’attenzione del diabetologo verso la funzionalità renale: al 74% dei pazienti viene misurata la creatininemia e il 57% ha ricevuto almeno una valutazione annuale dell’albuminuria (con un’ampia variabilità, da Regioni come il Molise dove non vi è alcuna rilevazione, ad altre quali Lombardia, Marche e Toscana che superano il 65%). Ancora insoddisfacente il controllo del piede diabetico (avviene in media solo nel 22% dei pazienti); in aumento rispetto al passato la percentuale di soggetti monitorati per la retinopatia (46%).

Troppi i pazienti in eccesso di peso o con obesità, soprattutto al Sud

Meno di 1 paziente su 3 ha valori di emoglobina glicata a target (≤7%). È in regola con il colesterolo (colesterolo LDL o colesterolo cattivo < 100 mg/dl), poco meno della metà del campione (49%) e con la pressione arteriosa oltre il 70%. Per quanto riguarda la funzionalità renale, dei pazienti a cui è stata misurata l’albuminuria, il 26% è risultato avere valori indicativi di nefropatia. In linea con un fenomeno diffuso nella popolazione generale (l’aumento di sovrappeso e obesità), anche tra i pazienti con diabete tipo 1, l’Indice di Massa Corporea (BMI) medio è al limite del sovrappeso, con il 12% del campione obeso. Il dato mostra un gradiente Nord-Sud con la maggior percentuale di individui con obesità concentrati nelle regioni meridionali. Solo il 9% dei soggetti è a target contemporaneamente per emoglobina glicata, colesterolo, pressione e Indice di Massa Corporea (BMI). Ancora troppi le persone con diabete tipo 1 che fumano (26%).

Microinfusore: lo utilizza il 12% dei pazienti

Registrando un incremento progressivo nel corso degli ultimi anni, oggi i pazienti che praticano la terapia insulinica con il microinfusore sono il 12.6%. A livello regionale si osserva un gradiente Nord-Sud a favore di quest’ultimo per quanto riguarda l’infusione sottocutanea continua di insulina (CSII), in particolare Lazio con il 26%, Campania 24% e Calabria 24%. Nella maggior parte delle Regioni si osserva un utilizzo variabile tra il 10 e il 15%; mentre Emilia-Romagna, Veneto, Trentino-Alto Adige e Toscana si attestano su percentuali inferiori al 10%; anomalo il dato della Sicilia (2.6%).
Un paziente su 3 (30%) è in terapia con farmaci ipolipemizzanti; stessa percentuale per quelli in trattamento antiipertensivo. Tra i soggetti con livelli elevati di albuminuria, solo il 6% non risulta trattato con ACE-inibitori/Sartani. Di quelli con precedente evento cardiovascolare, il 78% è in trattamento con antiaggreganti piastrinici, ad eccezione del Molise, che raggiunge il 100% di soggetti trattati, e della Campania, che arriva al 57%.

Buoni i livelli di cura complessivi ma retinopatia solo per il 40% dei pazienti con DT1

In base allo score Q (un punteggio tra 0 e 40 in grado di predire l’incidenza successiva di eventi cardiovascolari, che misura la qualità di cura complessiva erogata dai servizi diabetologici), il 51% del campione presenta uno score Q > 25, la miglior fascia di punteggio.
La prevalenza delle principali complicanze micro/macrovascolari del diabete tipo 1, è contenuta (infarto 1,1%, ictus 1,2%, ulcera acuta del piede 0,9%, dialisi 0,3), fatta eccezione per quanto riguarda la retinopatia che riguarda, con livelli di severità diversi, il 40% del campione in analisi.

Gli Annali dell’Associazione Medici Diabetologi

“Da 10 anni l’iniziativa Annali AMD fornisce un quadro sui profili assistenziali delle persone con diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2 e sull’evoluzione nel tempo della qualità dell’assistenza. Nonostante i progressivi miglioramenti, occorre continuare a monitorare i bisogni insoddisfatti di entrambe le tipologie di pazienti, che permangono non solo per quanto riguarda il raggiungimento del pieno controllo della glicemia, ma anche per altri importanti fattori di rischio cardiovascolare”, conclude il prof. Mannino.

Il prof. Domenico Mannino è dal 2017 Presidente del Consiglio Direttivo Nazionale dell’ Associazione Medici Diabetologi (AMD) (mandato 2017-2019). Da oltre dieci anni, è Direttore dell’U.O.C. Diabetologia ed Endocrinologia dell’Azienda “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria.  Autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche su prestigiose riviste nazionali ed internazionali di diabetologia. Relatore e moderatore ai più importanti congressi nazionali ed internazionali. Ha partecipato e partecipa a Studi Clinici come Principal Investigator locale e come Coordinatore nazionale oltre che a numerosi progetti di formazione come Coordinatore Nazionale.

Reference

Le Monografie degli Annali AMD 2018 – Profili assistenziali nei pazienti adulti con Diabete Tipo 1 »

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