Covid-19 ha ritardato la diagnosi e peggiorato l’esordio del DT1 nei bambini?

Covid-19 ha ritardato la diagnosi e peggiorato l’esordio del DT1 nei bambini?

Il Gruppo di Studio sul Diabete della SIEDP, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica ha condotto un’indagine multicentrica dal febbraio 2019 all’aprile 2020, confrontando i dati con lo stesso periodo del 2019 per valutare se la pandemia Covid-19 avesse ritardato la diagnosi di diabete di tipo 1 pediatrico o peggiorato le sue complicanze acute (chetoacidosi diabetica, DKA) all’esordio.

Al temine dello studio, a cui hanno partecipato 53 su 68 Centri di Diabetologia Pediatrica, gli Autori hanno concluso che, a causa della pandemia Covid-19, la diagnosi di diabete tipo 1 potrebbe essere ritardata, con conseguente aggravamento del quadro clinico di DKA.

In previsione di un’eventuale seconda ondata del nuovo Coronavirus, i pediatri dei Centri di diabetologia sottolineano l’urgenza di elaborare delle strategie specifiche per educare e rassicurare genitori e familiari sulla tempestiva presenza di un Pronto Soccorso per i sintomi non COVID-19 in ogni Centro di Diabetologia pediatrica.

Lo Studio italiano è stato pubblicato online sulla prestigiosa rivista Diabetes Care il 10 agosto 2020. Nelle references, il link per accedere al lavoro integrale in inglese.

Al suo apice, l’infezione da nuovo Coronavirus (Covid-19) ha significativamente ridotto l’accesso al pronto soccorso pediatrico, soprattutto a causa della paura dell’infezione virale. Durante la pandemia Covid-19, l’ISPAD, International Society for Pediatric and Adolescent Diabetes, ha raccolto molta apprensione da parte dei propri membri che segnalavano il ritardo nell’ospedalizzazione di numerosi nuovi esordi di diabete tipo 1 (DT1) o di episodi di chetoacidosi diabetica (DKA) a causa della chiusura anche degli ambulatori pediatrici Non-Covid. A preoccupare i medici anche la ritardata richiesta dei genitori per una tempestiva consulenza medica sulle condizioni dei propri bambini con sintomi di diabete o addirittura di DKA con conseguente potenziale aggravamento delle condizioni cliniche (DKA severa) e rischio di danni permanenti o morte.

Sulla base di queste segnalazioni in Italia e in altri Paesi, il Gruppo di Studio sul Diabete della SIEDP, Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica ha condotto un’indagine per capire quali influenze avesse avuto la pandemia sulla gravità del DT1 al suo esordio, confrontando i dati italiani del 2020 con quelli raccolti nel 2019.

Il disegno e i metodi dello studio

L’indagine è stata condotta per via elettronica, incrociando i dati dei 68 Centri di Diabetologia Pediatrica italiani. Ad ogni Centro è stato chiesto di selezionare e raccogliere tutti i dati dei giovani pazienti al di sotto di 15 anni di età che avevano registrato un esordio tra il 20 Febbraio e il 14 Aprile 2020 e durante lo stesso periodo del 2019.

Tutti i centri dovevano fornire:
– numero totale di pazienti con diagnosi di DT1;

– quanti avevano DKA e la sua gravità;

– quanti avevano diagnosi di COVID-19

– quanti casi con diabete diagnosticato in precedenza avevano DKA o grave ipoglicemia.

I risultati in sintesi

Dei 68 Centri della SIEDP, 53 (78%), inclusi i Centri di riferimento terziari (n = 39) hanno completato l’indagine fornendo tutti i dati richiesti per ciascun caso. Nel periodo preso in esame (20 febbraio-14 aprile 2020):

  • 160 bambini da 0 a 14 anni hanno avuto una diagnosi di diabete tipo 1, il 23% in meno rispetto al 2019. Ciò può essere dovuto sia alla paura dell’infezione da Coronavirus sia a una minore esposizione ai virus stagionali, considerando che le scuole si sono fermate per il lockdown a partire dal 20 febbraio. Ricordiamo che i virus stagionali rappresentano un fattore capace di accelerare l’esordio del diabete tipo 1. Sarà quindi importante quantificare con ulteriori studi l’impatto della chiusura delle scuole, la quarantena, e la mancanza di esposizione ai virus stagionali sull’incidenza dei futuri esordi di diabete tipo 1.
  • La chetoacidosi diabetica (DKA, di qualsiasi grado) è stata osservata nel 38.1% dei casi (61 su 160) nel 2020 rispetto al 41.3% (86 su 208) nel 2019. La differenza non era statisticamente significativa.
  • Tra tutti i pazienti che presentavano DKA all’esordio del diabete tipo 1, il 44.3% aveva una DKA in forma severa nel 2020 in confronto al 36.1% nel 2019, con una differenza statisticamente significativa (p = 0.03).
  • Globalmente, gli episodi di chetoacidosi diabetica e di grave ipoglicemia tali da richiedere l’ospedalizzazione erano simili tra i due periodi, sebbene fossero lievemente inferiori nel 2020 (13 vs 22 episodi di DKA 2020 vs 2019; 10 vs 13 ipoglicemia grave 2020 vs 2019).
  • Durante il periodo di osservazione, soltanto 8 giovani pazienti (6-16 anni) hanno avuto diagnosi di COVID-19: uno all’esordio del DT1 e 7 con precedente diagnosi di diabete (diabete da 1-11 anni). Tutti i pazienti erano asintomatici (4 casi) o accusavano soltanto lievi sintomi (4 casi).
    Tutti avevano tamponi nasofaringei positivi per la Sindrome Respiratoria Acuta grave Coronavirus 2 (SARS-CoV-2 o COVID 2) e un giovane paziente aveva anche conferma sierologica di due anticorpi specifici per SARS-CoV-2.

Considerazioni conclusive

Gli Autori non hanno osservato una maggiore incidenza di complicanze diabetiche acute durante i primi 40 giorni della pandemia COVID-19, con meno DKA ed episodi di ipoglicemia grave rispetto allo stesso periodo del 2019. A questo proposito, altri Autori hanno riferito che il controllo glicemico del diabete di tipo 1 negli adolescenti che utilizzano sistemi ibridi a circuito chiuso non è peggiorato durante le restrizioni della pandemia ed è effettivamente migliorato in coloro che hanno continuato l’attività fisica durante la quarantena. È anche possibile che, durante il lockdown, da un lato la paura del contagio e dall’altra la presenza più costante di genitori o familiari abbiano migliorato la cura di sé e l’autocontrollo del proprio diabete.

Anche se i bambini sono generalmente meno inclini al contagio del nuovo Coronavirus e il decorso dell’infezione è più lieve, i bambini con comorbidità preesistenti potrebbero essere comunque a rischio più elevato di complicazioni.
Come noto, gli adulti con diabete hanno un decorso più critico, sono a più alto rischio di complicazioni e di mortalità da COVID-19 ma le nostre conoscenze non sono altrettanto approfondite per quanto riguarda i bambini con diabete tipo 1.
Inoltre, è possibile che la stessa SARS-COV-2 possa essere diabetogenica in modo simile a ciò che si è osservato nei pazienti con polmonite da Coronavirus e Sindrome Respiratoria Acuta grave, un’associazione che richiederà ulteriori studi sia nell’adulto che nei bambini.
Fortunatamente, soltanto 8 bambini del campione osservato avevano l’infezione SARS-CoV-2, con sintomi assenti o lievi. Questa scarsa incidenza sembra confermare le attuali – sebbene ancora scarse evidenze – che i bambini siano in genere meno sensibili al COVID-19 e abbiano comunque un decorso più lieve rispetto agli adulti.

Considerando che la pandemia continua, saranno necessari ulteriori studi per indagare come questa infezione colpisca i bambini in modo da definire delle Linee Guida di riferimento e ottimizzare la cura dei giovani pazienti con DT1. In assenza di tali linee Guida, la principale strategia per ridurre il rischio e la gravità dell’infezione SARS-CoV-2 nei bambini e negli adolescenti sembra essere l’ottimizzazione del controllo glicemico.

L’accesso alle Diabetologie Pediatriche deve essere garantito in piena sicurezza in qualsiasi momento per evitare gravi conseguenze all’esordio del diabete tipo 1.
In previsione di un’eventuale seconda ondata della pandemia in autunno, i pediatri dei Centri di diabetologia sottolineano l’urgenza di elaborare delle strategie specifiche per educare e rassicurare genitori e familiari sulla tempestiva presenza di un Pronto Soccorso per i sintomi non COVID-19 in ogni Centro di Diabetologia pediatrica in Italia.

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References

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