Didattica a distanza (DAD): quali conseguenze psicologiche sui ragazzi?

Didattica a distanza (DAD): quali conseguenze psicologiche sui ragazzi?

Con la consulenza del prof. Giuseppe Riva, Professore ordinario di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Direttore del Laboratorio Sperimentale di Ricerche Tecnologiche applicate alla Psicologia dell’Istituto Auxologico Italiano**

La DAD (didattica a distanza) offre grandi opportunità ai ragazzi che non possono recarsi a scuola a causa del Covid-19 ma porta con sé alcune conseguenze psicologiche che gli adolescenti hanno dovuto e devono affrontare. Il Prof. Giuseppe RivaDirettore del Laboratorio Sperimentale di Ricerche Tecnologiche applicate alla Psicologia di Auxologico e Professore ordinario di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, intervistato dall’Istituto Auxologico Italiano** ha fornito alcuni consigli utili su come riconoscere il disagio dei ragazzi e come affrontarlo.

Isolamento e didattica a distanza (DAD): quale impatto sulla vita degli adolescenti?

L’impatto psicologico è significativo. Il momento della scuola e del contatto con i compagni di classe rappresenta una delle esperienze che definisce un adolescente dal punto di vista dell’identità sociale.
La didattica a distanza ha tolto il legame con il luogo fisico della classe e questo porta i ragazzi a sentirsi più soli.
Sappiamo benissimo che le relazioni online sono molto diverse da quelle faccia a faccia e questo, alla lunga, può creare un senso di disorientamento e di disagio.
Anche la loro efficacia è inferiore, perché non si riesce a creare una relazione tra docente e studente che passi attraverso la comunicazione non verbale e lo stesso vale per la classe: non si riesce a creare con la classe una relazione che supporti l’attività didattica.

Apprendimento:  quali sono i limiti della didattica a distanza?

È indubbio che la didattica a distanza sia diversa da quella tradizionale, in presenza.
All’interno del nostro cervello ci sono dei particolare neuroni, cosiddetti neuroni specchio, che si attivano sia quando facciamo un’azione, sia quando vediamo le altre persone fare un’azione.
Questi neuroni sono fondamentali per generare questo senso di connessione automatica, di empatia, che è essenziale per qualunque relazione e in particolare nel mondo della didattica; nella relazione tra studente e docente e tra i diversi studenti, questo aspetto manca del tutto, il rischio è quindi di sperimentare delle lezioni che non riescano a creare un legame.

Un altro tipo di neuroni che vengono messi in discussione nella DAD sono i neuroni GPS, che inizialmente si pensava che servissero soltanto per orientarsi nello spazio, in realtà ci si è resi conto che hanno un ruolo fondamentale nella memoria autobiografica; in pratica noi ricordiamo i luoghi e gli eventi che sono al loro interno, questa dimensione di collegamento tra le esperienze che facciamo e i luoghi dove li facciamo è fondamentale perché l’esperienza fatta venga in qualche modo integrata nella nostra identità.

Nella DAD i neuroni GPS non vengono attivati. Per questo, le esperienze fatte hanno maggiore difficoltà a fissarsi nella memoria autobiografica. Il rischio è quello di passare le giornate ad ascoltare cose che dimenticheremo molto in fretta.

Comportamenti degli adolescenti: quali possono indicare un disagio psicologico?

I comportamenti che ci possono segnalare che siamo davanti a una situazione di disagio sono tipicamente due:

  • l’isolamento sociale: molto spesso l’adolescente compie un vero atto di ritiro sociale e si rifiuta di uscire e incontrare gli amici;
  • l’elevato numero di ore passate a interagire con la tecnologia; davanti a una situazione di difficoltà, di complessità, l’adolescente preferisce chiudersi nella propria individualità piuttosto che uscire nel mondo reale e accettare le sfide della vita quotidiana.

Come possiamo aiutare i nostri figli ad affrontare meglio la didattica a distanza?

Possiamo farlo grazie ad alcuni consigli pratici:

  • il primo è ricordare loro che la didattica a distanza è una didattica formale, questo vuol dire che si devono preparare come se dovessero andare a scuola. Fare FAD in pigiama non è un segno di rispetto nei confronti dei compagni e dei docenti.
  • Inoltre bisogna ricordarsi di accendere la telecamera per permettere ai docenti e ai compagni di creare una relazione con noi.
  • Un ultimo elemento importante è avere un luogo stabile in cui fare la formazione a distanza.

CINQUE DOMANDE UTILI PER CAPIRE SE TUO FIGLIO/A STA AFFRONTANDO UN DISAGIO PSICOLOGICO

1 Dal punto di vista emotivo, pensi che tuo figlio/a sia come prima o sia cambiato/a?
Un primo segnale che possiamo cogliere è se ci comunica, attraverso la comunicazione non verbale, disagio psicologico, ansia, stress o depressione e tende a limitare le proprie attività.

2 Quanto tempo passa davanti alla tecnologia? Al termine della DAD rimane attaccato/a ancora a lungo?
Se noti che passa buona parte della giornata davanti a computer, cellulare, ipad etc è bene iniziare a proporgli/le delle attività alternative che lo/la distolgano da questa relazione quasi simbiotica con i mezzi tecnologici.

3 Ha relazioni sociali? Incontra e/o frequenta altre persone?
Se lo fa, lo fa soltanto online o anche faccia a faccia? Non avere relazioni in presenza è un segnale importante.

4 Quante attività svolge fuori casa?
Un segnale di depressione che deve allertarci è che nostro figlio/a rimanga seduto/a sul divano per gran parte della giornata, senza fare attività e senza uscire.

5 Quanta attività svolge in casa? Aiuta nelle attività quotidiane e sistema le cose in casa? 
Un altro elemento che può segnalare il senso di depressione o di difficoltà psicologica è che nostro/a figlio/a non dia alcuna forma di aiuto in casa, è come se fosse assente nelle attività quotidiane.

A chi possiamo rivolgerci in caso di dubbi o per una diagnosi più precisa?

In caso di disagio psicologico reale o sospetto, il punto di riferimento deve essere un professionista del mondo della psicologia, ci si può rivolgere a uno psicologo per un primo intervento o uno psicoterapeuta, nel caso in cui la situazione sia più complessa, come quella per esempio di situazioni di stress o di depressione.

Attraverso una diagnosi accurata è possibile anche pensare a strategie di intervento specifiche, come per esempio:

  • la mindfulness: tecnica di rilassamento molto utilizzata che consente di concentrarsi su quello che stiamo facendo nel presente (qui e ora) e dare un senso alle nostre attività quotidiane;
  • psicoterapia: la tecnica più utilizzata è la terapia cognitivo-comportamentale.

Quando l’esperienza del Coronavirus sarà terminata i giovani, come gli adulti, dovranno affrontare un ritorno alla quotidianità che passa necessariamente dalla capacità di uscire dalla zona di comfort che in questi momenti ci siamo costruiti per sopravvivere.

Il modo migliore per affrontare il ritorno alla “normalità” è ricominciare a svolgere attività in compagnia di altre persone, tornare a scuola, al lavoro, allo sport.

È importante non abbandonare mai del tutto le relazioni e mantenere sempre i contatti.

COVID FEEL GOOD: UN PROTOCOLLO DI UNA SETTIMANA PER COMBATTERE IL DISAGIO PSICOLOGICO GENERATO DAL COVID

Per aiutare i più giovani e non solo ad affrontare il disagio psicologico generato dal coronavirus, il laboratorio del Prof. Riva ha preparato COVID Feel Good, un protocollo di auto-aiuto, da seguire con un compagno/a, della durata di una settimana e richiede un impegno giornaliero di una ventina di minuti.

Ogni giorno, il protocollo associa la fruizione di una esperienza virtuale – Il Giardino Segreto – che simula la visita di un giardino Zen di cui l’utente è l’unico visitatore – a una serie di compiti che consentono di riflettere sulla propria identità e sulle relazioni interpersonali.

Per sperimentare l’esperienza virtuale basta il proprio smartphone, una connessione a Internet, l’app di YouTube.

LABORATORIO SPERIMENTALE RICERCHE TECNOLOGICHE APPLICATE ALLA PSICOLOGIA DI AUXOLOGICO

Il Laboratorio si concentra sullo studio delle nuove tecnologie e su come queste possano essere applicate con efficacia per migliorare la qualità della valutazione e della riabilitazione psicologica e neuropsicologica. Il Laboratorio si caratterizza per la sua attività pionieristica nella cyberterapia, una disciplina che integra le innovazioni provenienti dalla ricerca sui dispositivi tecnologici alle ricerche sulla psicologia clinica e sulle neuroscienze.

Guarda la videointervista

L’Istituto Auxologico Italiano** propone una video intervista al prof. Giuseppe Riva, Direttore del Laboratorio Sperimentale di Ricerche Tecnologiche applicate alla Psicologia di Auxologico e Professore ordinario di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano per parlare di DAD (didattica a distanza) e fornire consigli su come riconoscere il disagio dei ragazzi e come affrontarlo.
https://www.youtube.com/watch?v=ECWlxzrPn2o »

** L’Istituto Auxologico Italiano è una Fondazione che ha come proprie esclusive finalità la ricerca scientifica e l’attività di cura dei pazienti a livello ospedaliero e ambulatoriale. Fondato nel 1958, fin dal 1972 Auxologico è stato riconosciuto dal Ministero della Salute – e sempre confermato – come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS).
Auxologico è presente in Lombardia e in Piemonte con 13 strutture ospedaliere, poliambulatoriali e di ricerca che lavorano in stretta sinergia per offrire le migliori opzioni diagnostiche e le cure più appropriate a oltre 1 milione di pazienti che ogni anno si rivolgono con fiducia a Auxologico.
Auxologico è una comunità di medici, ricercatori, tecnici, personale sanitario e amministrativo di oltre 2200 persone che ogni giorno mettono a disposizione il proprio impegno e la propria professionalità per la cura della persona.
www.auxologico.it

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