Allergia o intolleranza al sesamo

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Il sesamo, così come la soia, è uno di quegli allergeni nascosti che stanno provocando un aumento di intolleranze alimentari e in alcuni casi di vere e proprie allergie anche nei Paesi occidentali, sia nei bambini che negli adulti. Ricavato da una pianta che non fa parte della nostra agricoltura, il seasamum indicum, è originario di Africa e Asia e consumato in eccesso in soggetti predisposti può provocare reazioni immunologiche per la presenza di alcune proteine: due 2S albumine (Ses i 1 e Ses i 2), una 7S globulina (Ses i 3), due oleosine (Ses i 4 e Ses i 5) e due 11S globuline (Ses i 6 e Ses i 7).

Le fonti del sesamo: non solo sul sushi

Sappiamo che il sesamo viaggia a cavallo del sushi e che è usato per ricoprire i prodotti da forno ma si può trovare nascosto anche in altri alimenti: per esempio, viene polverizzato nella preparazione delle panature (panini, cotoletta alla milanese etc, bastoncini e crochette di carne o verdure, verdure impanate etc) mangiate al bar, al ristorante o confezionate.

Il sesamo è anche alla base di molte cucine etniche che negli ultimi anni si sono diffuse anche nelle nostre città. Dai semi di sesamo si ricava una crema che viene servita come condimento per il kebab e i falafel. Nella cucina giapponese, lo ritroviamo nel gomasio, negli onigiri (polpette di riso e pesce crudo) o la zuppa di mais. Infine, nelle erboristerie e nei negozi di articoli biologici, possiamo trovare l’olio di sesamo, venduto sia per uso alimentare che a scopo curativo.

Allergia al sesamo: più frequente di quanto si pensi

Un’ampia survey telefonica condotta a Chicago, USA da un gruppo di ricercatori della Northwestern University e pubblicato nel 2019 ha coinvolto 78.851 soggetti, tra i quali si è evidenziata una diagnosi di allergia al sesamo in 251 casi [102 bambini (età media 3.5 anni) e 149 adulti, 55.2% femmine] con almeno un sintomo.
A differenza di allergie quali quella al latte o alle uova, che compaiono in genere nelle prime fasi della vita, e che in genere si superano entro l’adolescenza, l’allergia al sesamo colpisce allo stesso modo grandi e piccoli.
Dallo studio emerge che chi ha una diagnosi di allergia al sesamo è più predisposto ad avere altre allergie e ha in genere una storia di allergia in famiglia (allergia alimentare, asma, eczema). I sintomi, dopo ingestione, possono essere multipli e generalizzati (più di 1 su 3 bambini/adulti) o più specifici [respiro sibilante, calo improvviso della pressione del sangue (ipotensione)], svenimenti o vertigini in circa 1 su 4 bambini/adulti). Altri sintomi dell’allergia al sesamo possono essere: prurito, eritema, gonfiore di bocca e gola, difficoltà respiratoria, crampi intestinali, vomito e cali improvvisi della pressione del sangue.

È necessaria quindi una maggiore consapevolezza e informazione dei consumatori rispetto alla presenza di sesamo negli alimenti. In Europa, è in vigore l’obbligo di indicare in etichetta la presenza di sesamo, regola che non si applica finora negli USA.

Come si fa la diagnosi di allergia al sesamo?

In caso di sospetta allergia al sesamo, ci si deve rivolgere al proprio medico o al gastroenterologo per capire se è utile indagare più in profondità con dei test specifici.
Il medico raccoglierà la storia clinica delle reazioni, e potrà prescrivere alcuni test, come suggerito dalla d.ssa Silvia Peveri, Allergologia Ospedale G. da Saliceto, Piacenza, della Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica (SIAAIC) (vedi references in fondo):

  • Skin Prick test: utili ma spesso negativi perché privi di alcuni allergeni presenti nel sesamo ma insolubili in acqua (oleosine);
  • Skin Prick prick test (prick by prick) e patch test a lettura immediata(dopo 20 minuti). Il prick by prick test è un particolare «prick test» in cui invece che un estratto viene utilizzata una piccolissima quantità di alimento. Sono test utili se effettuati con olio di sesamo o thaini (burro di sesamo) perché in grado di intercettare le oleosine lipofile (solubili nei lipidi o grassi) ma insolubili in acqua e quindi assenti negli estratti commerciali dei prick test e negli ImmunoCAP per il dosaggio delle IgE specifiche.
  • Dosaggio IgE specifiche per la fonte intera: anche questo test non è in grado di intercettare le oleosine insolubili in acqua.

Inoltre va considerata una possibile reattività crociata tra il sesamo e l’arachide dovuta alle viciline (Ara h1 dell’arachide e Ses i 3 del sesamo) che hanno un grado di omologia relativamente alto.

  • Dosaggio IgE specifiche per molecole: è disponibile solo la molecola Ses i1 nel test ISAC Microarray.
  • Oral Food Challenge: il gold standard per la diagnosi dell’allergia al sesamo così come per altre allergie alimentari.

“In caso di sospetta allergia al sesamo – conclude la d.ssa Silvia Peveri, SIAAIC – è bene non fidarsi mai di un Prick test negativo o di una negatività al dosaggio IgE specifiche perché gli allergeni più pericolosi del sesamo solo proprio oleosine insolubili in acqua e solubili solo in matrice oleosa. Pertanto questi allergeni non sono presenti negli estratti per i test cutanei né nei CAP per il dosaggio IgE. È necessario effettuare sempre anche prick by prick e patch test a lettura immediata con olio di sesamo.”

Nei casi in cui, la diagnosi confermi l’allergia al sesamo, al paziente ritenuto a rischio di reazioni gravi, può essere indicata la prescrizione di uno o due autoiniettori di adrenalina, per scongiurare il rischio di shock anafilattico, una reazione potenzialmente fatale.

References

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