Aderenza terapeutica: quali soluzioni per aumentarla in Puglia, Sicilia e Calabria?

Aderenza terapeutica: quali soluzioni per aumentarla in Puglia, Sicilia e Calabria? - Diabete.com

Sintesi degli Esperti di Puglia, Sicilia e Calabria durante il Webinar “Il valore dell’aderenza per i Sistemi Sanitari Regionali, dal bisogno all’azione”, organizzato da Motore Sanità

Aderenza alla terapia: si dimostra bassa in maniera allarmante in Puglia, Calabria e Sicilia; le stime secondo il Rapporto OsMed di Aifa riportano:

  • il 40-45% nel caso della terapia per diabete di tipo 2;
  • solo il 13-18% per asma e BPCO;
  • appena il 52-55% per pazienti in trattamento per osteoporosi;
  • il 60% per artrite reumatoide;
  • il 36-40% per inefficienza cardiaca.

Solo la metà dei malati cronici assume la terapia correttamente

Considerando i 7 milioni di persone in Italia colpite da malattie croniche, si stima che solo la metà di queste assuma i farmaci in modo corretto e fra gli anziani le percentuali superano il 70%. La scarsa o mancata aderenza alla terapia, prima causa di inefficacia delle terapie, comporta uno spreco “dovuto ad aumento degli interventi assistenziali, della morbilità e della mortalità, con un danno palese per pazienti e società” (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Stimolare i pazienti all’adesione al percorso di cura

Le cause sono molteplici: complessità del trattamento, inconsapevolezza della malattia, follow-up inadeguato, timore di reazioni avverse, decadimento cognitivo e depressione. Tutti aspetti acuiti dall’avanzare dell’età e dalla concomitanza di altre patologie. Nasce da questi presupposti la necessità di una call to action, ovvero azioni concrete per migliorare l’aderenza ai percorsi diagnostici e terapeutici dei pazienti. Da qui le proposte di sviluppare strumenti di valutazione concreti dell’aderenza per monitorare e correggere i comportamenti che impattano sulla scarsa aderenza e l’implementazione delle tecnologie che facilitano i pazienti a seguire il percorso di cura.

Regione Sicilia: criticità e soluzioni

In Regione Sicilia si registra una crescita delle malattie circolatorie e del diabete, con un forte eccesso di mortalità. A questo si aggiunge la disuguaglianza del fattore socio economico, tema che tocca in generale tutte le Regioni del Sud, il cui peso si riflette sia sulla parte che riguarda la prevenzione, sia sull’accesso alle cure e quindi sulla qualità dell’assistenza, nonché l’aumento della quota di popolazione anziana che richiede una fetta sempre più alta di risorse per l’assistenza.

«All’impatto della malattie croniche si aggiunge l’impatto e l’interazione che la pandemia Covid19 ha avuto nella gestione di tali malattie, una doppia sfida quindi a cui dobbiamo prepararci anche per il futuro» ha sottolineato Salvatore Scondotto, Dirigente Dipartimento Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico, Assessorato Salute, Regione Sicilia. «Non è più pensabile investire soltanto in termini di assistenza, quindi dovremo cominciare a rafforzare tutti gli interventi che sono orientati da un lato alla riduzione dell’incidenza intervenendo sui fattori di rischio comportamentali (cattiva alimentazione, sedentarietà, ovvero stili di vita errati che incidono sui fattori di rischio cardiovascolari), agire sul contrasto alle disuguaglianze. Altri due pilastri fondamentali sono l’appropriatezza nella gestione di queste condizioni (implementazioni dei percorsi diagnostici assistenziali) e la qualità (vanno sviluppati accanto a questi percorsi strumenti di valutazione e di misurazione della efficacia di questi programmi). È fondamentale avere sempre più strumenti informativi affidabili che vanno interconnessi, per restituire un quadro il più possibile affidabile della gestione della presa in carico. Credo che il nuovo sistema di garanzia dei LEA, in quanto sistema condiviso tra le Regioni, possa dare un valore aggiunto sulla parte del confronto».

Regione Puglia: criticità e soluzioni

La Regione Puglia, che registra un’aderenza terapeutica di appena il 13%, si è dotata dei service per la BPCO, per l’asma e per le patologie legate al sonno che permettono in un unico accesso la gestione di questi pazienti evitando il ricovero ospedaliero: si è registrato un azzeramento dei ricoveri inappropriati e un notevole miglioramento della condizione clinica dei pazienti. Poi è arrivata la pandemia Covid19 e questa ha destabilizzato il tutto.

«Ci siamo chiesti come fare per ovviare a questo problema della bassa aderenza terapeutica e una della risposte è l’applicazione dei PDTA di cui ci siamo dotati in Regione Puglia. Sono pronti da prima della pandemia Covid19, però andrebbero implementati, visto che si tratta di dispositivi studiati per essere modificati sistematicamente e aggiornati alla luce delle nuove terapie. Non appena finirà l’emergenza Covid19, inizieremo a lavorare in questo senso» ha evidenziato Alessandro Palumbo, Dirigente Medico UO Malattie Apparato Respiratorio, Università degli Studi di Bari.

Regione Calabria: criticità e soluzioni

Anche dalla Regione Calabria la pandemia ha inasprito situazioni di criticità.

«Ecco perché potrebbe essere un’opportunità per la nostra sanità, che da dieci anni è stata abbandonata dalla politica» ha rimarcato Ciro Indolfi, Professore ordinario di Cardiologia, Direttore Centro Ricerche Malattie Cardiovascolari dell’Università Magna Graecia, Catanzaro. «Noi adesso avremo un’opportunità di spendere risorse che mai avremmo avuto in passato e che mai avremo in futuro. La mia preoccupazione è che non abbiamo un sistema Italia che ci consente di spendere con attenzione questi soldi per queste risorse immani che arriveranno nei prossimi mesi».

«L’appropriatezza prescrittiva e l’aderenza alla terapia rimangono una priorità per il Servizio Sanitario Nazionale, come anche per gli operatori (farmacisti, direttori sanitari e generali)», ha concluso Luca Pinto, Principal Real World Insights, IQVIA Italia. «Quanto più la cronicità diventa una cronicità complessa, ovvero su pazienti fragili e multipatologici, più il tema diventa assolutamente critico. Il ruolo della medicina di base è una medicina che costituisce un riferimento importantissimo. L’appropriatezza e l’aderenza terapeutica si compongono di diversi indicatori e, secondo noi, gli step per monitorarla sono la completezza informativa, l’interoperabilità dei sistemi e la gestione del cambiamento. Questo cambio culturale è stato avviato e la pandemia in questo senso ha dato un’accelerazione fortissima. L’elemento di telemedicina deve essere poi sempre molto dettagliato e c’è bisogno di ridisegnare percorsi assistenziali».

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