333: il diabete tipo 1 va a teatro, grazie al nuovo monologo di Matteo Porru

333: il diabete va a teatro, grazie al nuovo monologo di Matteo Porru, giovane scrittore cagliaritano con diabete tipo 1 - Diabete.com

Matteo Porru porta il diabete a teatro con 333, il nuovo monologo prodotto dai Figli d’arte Medas, che è andato in scena per la prima volta sabato 4 dicembre alle 20:30 al Teatro Moderno di Monserrato (Cagliari), in via XXXI marzo 1943 n. 20. Un atto unico sul diabete che ha iniziato il suo viaggio l’anno scorso poi ovviamente il Covid ha rallentato tutto. Adesso piano piano si stanno riprendendo le attività e presto usciranno anche le altre date per il 2022. Molte saranno in Sardegna ma anche in altre Regioni, assicura Matteo Porru.

“Forse non tutti sanno che la Sardegna è una delle aree con più diabetici al mondo – sottolinea Matteo Porru – e fra questi ci sono anch’io, con il diabete di tipo 1 che ha anche Tommaso, il protagonista dello spettacolo. La ricerca scientifica è impegnata nel farci vincere una guerra che i diabetici combattono in trincea ogni giorno e speriamo tutti che vinca presto.”

Il focus dello spettacolo

“Uno spettacolo duplice che unisce alla narrazione, la mia volontà di sensibilizzare il pubblico verso il diabete, in particolare il diabete tipo 1, che è una delle malattie più devastanti dell’età giovanile – racconta Matteo – e l’esigenza nonché il coraggio, di giocarci insieme per poterci convivere”.

“333” racconta la storia di Tommaso, un bambino di otto anni che scopre, accetta e inizia a convivere con la malattia e lo fa giocando (e lottando) con i numeri. Il numero “333” è una nota autobiografica che ricorda il valore della glicemia che Matteo Porru aveva a dodici anni quando scoprì di essere diabetico. Un numero che non dimenticherà e che vuole esorcizzare con questo spettacolo.

“Tommaso vive questa esperienza come un inizio di prime volte, come un elenco di prime volte, in cui deve imparare – come ogni diabetico – a prendere le misure, a capire, ad accettare la malattia perché per molte cose non ci puoi fare molto, devi accettarle e basta. Tommaso è un bambino che ha già un trauma profondo che è quello della morte della madre in un incidente stradale ma di fatto vive la sua vita con una sensibilità fuori dal comune, riesce facilmente a empatizzare con le persone, e vive tutta questa circostanza come un modo per osservare il mondo.

Della serie il mondo è piccolo, il mondo è grande

Nel microcosmo come quello di una stanza di ospedale c’è di tutto, c’è veramente qualunque tipo di capitale umano tu possa pensare, soprattutto lui ha un compagno di stanza particolarmente simpatico così come la madre. Lì impara a vivere e a convivere con il diabete, impara a convivere con le altre persone e diventa un po’ più grande, cresce perché la malattia ti responsabilizza. Tommaso lo sa bene, e ha paura, come ogni bambino. È preoccupato, è incerto, non sa ancora bene come fare e come farà. Una delle frasi significative dice “Ho imparato due cose: la prima è che avrei passato il resto della mia vita con i numeri e la seconda è che per tutta la mia vita con i numeri ci avrei lottato”. Però in quella lotta trova un senso, è motivato anche perché il diabete a Tommaso viene presentato come un gioco di numeri civici dal medico. Lui vive in via Roma 90 che sta tra via Roma 70 e via Roma 150. Non può scendere, non può salire. Se sale, deve prendere l’insulina, se scende deve prendere lo zucchero. Con questo gioco, con questo espediente, il medico riesce a fargli strappare un sorriso.

“Lo spettacolo dura circa 50 minuti. È un monologo recitato dal protagonista (che io evoco, non interpreto), che ripensa agli esordi della malattia da grande. È attraverso i suoi occhi bambini, ma non ingenui, che capiamo il diabete, le prime iperglicemie e le prime ipoglicemie, le sensazioni fisiche, psicologiche e quelle più intime. Il tutto con un contorno di storie che ovviamente non vi svelo ma che ruotano attorno a quattro grandi temi:

  • la cura: di una malattia, di un oggetto o di una persona;
  • la fame e la sete, l’ipoglicemia e l’iperglicemia, i bisogni della persona e dell’animo umano;
  • il gioco, che non è una scusa né un pretesto ma un mezzo per far capire ai bambini cose difficili, cose molto più grandi di loro; e infine
  • la paura, che vi scrivo per ultima perché Tommaso riesce a sconfiggerla, o meglio a conviverci, come facciamo tutti noi.

La voce narrante è quella del Tommaso adulto, che ripensa al passato ricordandosi del bambino che è stato, del dolore che ha provato e delle storie che ha scoperto”.

Come prenotarsi allo spettacolo

Informazioni e biglietti possono essere prenotati e acquistati con tre modalità:

Dopo la prima del 4 dicembre, lo spettacolo girerà diversi teatri. Il primo appuntamento sarà a inizio 2022 a Guasila (CA).

333: il diabete va a teatro, grazie al nuovo monologo di Matteo Porru, giovane scrittore cagliaritano con diabete tipo 1

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