Finalmente, sollecitati anche dalla recente proposta di un disegno di legge proposto dalla Senatrice Daniela Sbrollini, il CONI, le due principali società scientifiche della diabetologia italiana, e l’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete si sono accordati per promuovere lo sport e l’attività fisica e motoria come pilastri per la prevenzione e la cura di diabete e obesità. L’esercizio fisico, nonostante sia un elemento fondamentale per la buona salute e la longevità sana delle persone, è infatti ancora poco praticato dalla popolazione italiana. Secondo le ultime stime di Eurobarometro, nell’Unione Europea, il 45% afferma di non fare mai esercizio fisico o praticare sport e una persona su tre svolge livelli insufficienti di attività fisica.
A partire dagli anni ’90, la scienza ha documentato che il nostro corpo risponde al movimento in modi che hanno un impatto positivo importante sui sistemi muscoloscheletrico, respiratorio, cardiovascolare ed endocrino. Bastano 150 minuti a settimana.
Uno stile di vita sedentario, con scarsa attività fisica favorisce l’insorgere di milioni di casi di malattie croniche non trasmissibili che peggiorano la salute delle persone e gravano sulle economie dei singoli Paesi. Il recente rapporto congiunto dell’OMS e dell’OCSE sulla sedentarietà nell’Unione Europea: “Step up! Tackling the burden of insufficient physical activity in Europe”, letteralmente “Fatti avanti! Affrontare il peso dell’insufficiente attività fisica in Europa”, pubblicato nel febbraio 2023, evidenzia che, con un aumento dell’attività fisica a 150 minuti a settimana, si eviterebbero in Europa ben 11.5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili entro il 2050, tra cui:
- 8 milioni di casi di malattie cardiovascolari;
- 1 milione di casi di diabete di tipo 2;
- oltre 400.000 casi di diversi tumori. In particolare, le più importanti cause di rischio neoplastico hanno l’obesità ai primi posti e la glicemia elevata a digiuno al quinto posto.
In Italia il costo dell’inattività fisica è stimato intorno a 1,3 miliardi di euro nei prossimi 30 anni.
Sulla base di queste considerazioni, il 13 aprile 2023 è stato siglato tra il CONI, l’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete e la Federazione Società Scientifica di Diabetologia (FESDI), costituita dalla Società Italiana di Diabetologia (SID) e dall’Associazione Medici Diabetologici (AMD), un protocollo d’intesa per la promozione di stili di vita sani e campagne di sensibilizzazione e di screening sul diabete e l’obesità nel mondo dello sport. L’accordo si colloca nel contesto della campagna “Il diabete una malattia molto Comune”, lanciata da FESDI, SID e AMD in occasione dell’ultima Giornata Mondiale del Diabete, lo scorso 14 novembre 2022, nella sede nazionale dell’ANCI e che presto vedrà la firma di un’apposita intesa con la stessa Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.
Alla cerimonia, che si è svolta nella Sala della Giunta del CONI al Foro Italico, hanno partecipato il Presidente del CONI Giovanni Malagò, i Presidenti dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete, l’On. Roberto Pella e la Sen. Daniela Sbrollini, il Presidente della SID, Angelo Avogaro, il Presidente dell’AMD, Graziano Di Cianni e gli atleti azzurri Anna Arnaudo e Giulio Gaetani.
Uno stile di vita sano, di cui la pratica sportiva è parte integrante, gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella cura del diabete e dell’obesità.
Importante è anche superare le discriminazioni e lo stigma che pesano sulle persone affette da queste patologie nella vita sociale, scolastica, lavorativa e sportiva.
Il protocollo d’intesa appena siglato muove in queste due direzioni, impegnando CONI, SID e AMD in un programma di cooperazione finalizzato all’elaborazione di progetti specifici per:
- promuovere l’attività sportiva, fisica e motoria come strumento di prevenzione;
- sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto a malattie croniche come diabete e obesità;
- dare visibilità alla promozione di stili di vita sani e attivi;
- avviare iniziative comuni per lo studio e la formazione nell’ambito della salute e della pratica sportiva, dell’attività fisica e motoria come coadiuvanti nei processi di cura delle persone con diabete e con obesità, favorendone il pieno inserimento in tutti i contesti riguardanti la pratica sportiva ed eliminando qualunque forma di discriminazione e diseguaglianza sociale.
Contribuire all’inclusione degli atleti con diabete anche nei gruppi sportivi militari
“Siamo felici di questa iniziativa – afferma il Presidente del CONI Giovanni Malagò – per la finalità che si propone di perseguire. Il logo del CONI accanto a quelli della FESDI e dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete significa molto, dà forma e contenuto al protocollo d’intesa, unisce le forze per vincere questa sfida. L’attività fisica è il miglior antidoto per la prevenzione e per il contrasto di molte patologie, come evidenziato da numerosi riscontri scientifici. Ci sono casi emblematici di grandi campioni affetti dal diabete, penso tra gli altri al leggendario campione di canottaggio Steve Redgrave, che credo debbano essere un esempio da seguire per comprendere la forza e l’importanza dello sport. So che è precluso l’ingresso nei gruppi sportivi militari alle atlete e agli atleti colpiti da questa malattia e contribuiremo alla sensibilizzazione delle istituzioni preposte per favorire la rimozione di questa limitazione”.
Inserire l’attività sportiva nei LEA per combattere il diabete urbano
“I numeri italiani sono impressionanti – dichiara il Presidente di SID, Angelo Avogaro – circa 23 milioni di concittadini sono in sovrappeso e il 12% soffre di obesità. Oggi tutte le malattie croniche non trasmissibili come diabete, malattie cardiovascolari, obesità e tumori sono fortemente legate all’ambiente urbano, in alcuni casi anche con differenze evidenti da una zona all’altra della stessa città, in cui l’esercizio fisico è più sporadico se non addirittura assente per la scarsa camminabilità che fa prevalere gli spostamenti in auto o con i mezzi pubblici. Per questo l’ipotesi formulata dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, di inserire l’attività fisica nei Livelli essenziali di assistenza è pienamente condivisibile. L’alleanza siglata quest’oggi con il CONI, l’AMD e l’Intergruppo parlamentare per Obesità e Diabete è fondamentale per sensibilizzare gli italiani riguardo l’importanza di introdurre ad ogni età l’esercizio fisico nel proprio stile di vita”.
Contrastare l’obesità, sin da piccoli adottando stili di vita sani e attivi
“La prevenzione attiva, intesa come l’adozione di sani comportamenti a tavola e contrasto della sedentarietà, rappresenta un pilastro imprescindibile per la riduzione dell’incidenza delle malattie croniche non trasmissibili come diabete e obesità” – aggiunge Graziano Di Cianni, Presidente AMD. “Come medici dobbiamo essere i principali promotori di sani stili di vita soprattutto verso le persone con diabete tipo 2, per le quali l’obesità è il più importante fattore di rischio e sul quale è essenziale intervenire in maniera tempestiva e, laddove possibile, in chiave di prevenzione. In quest’ottica, preoccupa da anni il dato sull’aumento dell’obesità infantile che, come riportato dall’ultima indagine Siedp, colpisce il 10% dei bimbi (circa 700mila fra i 5 anni e i 15 anni) di questi, oltre 150mila sono obesi gravi. È necessario, e non più prorogabile, imprimere un’inversione di tendenza utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione in sinergia con tutti gli attori coinvolti: il protocollo siglato oggi va proprio in questa direzione”.
La promozione di sani stili di vita, di cui l’attività sportiva è parte integrante, è fondamentale nelle politiche di prevenzione.
Favorire sport, salute e benessere in ambito urbano
«Dobbiamo agire a partire dai contesti urbani, sportivizzando le città e agevolando così le persone a svolgere attività fisica. L’alleanza fra istituzioni, in particolare i comuni che sono primi motori di questo cambiamento, mondo medico-scientifico e mondo dello sport rappresenta un passo strategico che con il protocollo di oggi non potrà che rafforzarsi. Il nostro impegno comune dovrà mettere in campo azioni e attività a tal punto efficaci da essere in grado di invertire la tendenza dei dati, purtroppo ancora negativi, che il nostro Paese rivela in tema d’inattività fisica e sedentarietà, sovrappeso e obesità, accessibilità e inclusione», dichiara l’On. Roberto Pella, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare “Obesità e Diabete” e Vicepresidente vicario ANCI, che il 28 dicembre 2022 ha presentato una proposta di legge su “Disposizioni per la prevenzione e la cura dell’obesità” con importanti agevolazioni, tra l’altro, per la realizzazione di impianti sportivi aziendali e la deducibilità delle spese per le attività sportive.
Lo sport è un “farmaco” che non ha controindicazioni
e fa bene a tutte le età.
«Per questo, recentemente ho presentato un disegno di legge, l’Atto del Senato n.135 della XIX Legislatura del 13 ottobre 2022 su “Disposizioni recanti interventi finalizzati all’introduzione dell’esercizio fisico come strumento di prevenzione e terapia all’interno del Servizio sanitario nazionale”, per dare la possibilità a pediatri, medici di medicina generale e specialisti di inserirlo in ricetta medica, così che le famiglie possano usufruire delle detrazioni fiscali. La speranza è che, recuperando attraverso il 730 parte dell’investimento, le persone siano incentivate a impegnarsi in attività sportive per la propria salute. Lo sport è strumento per investire sul miglioramento del Paese. È importante portare avanti un lavoro comune che consenta il riconoscimento del valore formativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva», dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Presidente Intergruppo parlamentare “Obesità e Diabete” e Vicepresidente della X Commissione del Senato.
Esclusi dai gruppi sportivi militari: superare lo stigma che ancora pesa sugli atleti con diabete
Particolare attenzione ha nel protocollo appena siglato la lotta allo stigma nei confronti delle persone con queste malattie, come il caso degli atleti con diabete ai quali è precluso ancora oggi l’accesso ai gruppi sportivi militari, nonostante siano ormai numerosi i campioni con diabete di livello internazionale in grado di raggiungere risultati di prestigio. «Noi atleti con diabete ci troviamo in un limbo, non considerato dalla legge, che ci fa vivere questa esclusione dai gruppi sportivi militari. È una condizione molto discriminante, che può incidere negativamente soprattutto sui più giovani e rendere anche più difficile l’accettazione stessa della malattia. Bisogna superare questo stigma, dando a chi fa dello sport la propria vita la possibilità di ottenere il giusto riconoscimento. Il diabete è una malattia sempre più diffusa: nel tempo, se questa legge non cambierà, la possibilità di entrare in un gruppo sportivo militare sarà preclusa a sempre più persone», dichiara Giulio Gaetani, atleta azzurro di scherma.
«Quando ho scoperto che, per questa clausola sul diabete, non potevo accedere ai gruppi sportivi militari, dopo una prima demoralizzazione, ho sentito che era importante parlare di questa problematica e trovare una soluzione. Il rischio è che da questa situazione, infatti, possa passare un messaggio scorretto, cioè che la persona con diabete non possa fare sport, ed è invece il contrario: sarebbe bene che lo facesse. Va lanciato un messaggio di speranza, affinché i giovani con diabete, anche quelli che non aspirano a diventare atleti professionisti, non rinuncino a praticare attività sportiva», dichiara Anna Arnaudo, atleta azzurra di atletica leggera.
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References
- Intergruppo parlamentare per Obesità e Diabete »
- Firmato protocollo d’intesa tra CONI, Intergruppo parlamentare obesità e diabete, FESDI, SID e AMD »