Dopo Roma, Milano, Napoli e molte altre città italiane e nel mondo, con quasi 50mila persone con diabete nella città metropolitana e circa 15mila nella sola area urbana, anche Venezia entra nel programma Cities Changing Diabetes, un progetto internazionale per far fronte alla crescente diffusione di diabete e obesità nelle città (“urban diabetes”, “urban obesity”), correlata anche alla crescente urbanizzazione; città per camminare e della salute.
L’annuncio è stato diramato in una conferenza stampa il 14 dicembre 2023, organizzata nello splendido Palazzo Ca’ Farsetti, da Health City Institute, FeSDI (Federazione delle Società Scientifiche di Diabetologia) e il Comune di Venezia; l’evento ha richiamato la partecipazione di Istituzioni nazionali, amministrazioni locali ed esperti del mondo scientifico e terzo settore.
L’Italia rappresenta un Paese guida in questo ambizioso programma e l’ingresso di Venezia quale partner city è importante per il ruolo che questa città ricopre nelle politiche sociali e nella ricerca medica, con ampie prospettive future.
Si stima che a Venezia, il 5,7 per cento della popolazione abbia una diagnosi di diabete tipo due, in linea con i trend epidemiologici nazionali, ma con tassi di ospedalizzazione per complicanze e mancato controllo glicemico superiori alla media nazionale.
In crescita diabete e obesità in contesti urbani
«Il numero delle persone che vivono nelle città è in continuo aumento da diversi anni e, secondo le stime, questo numero è destinato a crescere ulteriormente», ha ricordato Andrea Lenzi, Presidente di Health City Institute, di Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze per la vita della Presidenza del Consiglio dei ministri, che ha proseguito: «Parallelamente, riscontriamo una crescita di alcune malattie, come diabete e obesità, la cui diffusione è considerata ormai l’epidemia della società del benessere. L’aumento di queste malattie croniche non trasmissibili, e non solo, è infatti fortemente legato ai profondi cambiamenti di stile di vita che comporta la vita nelle città, come lavori sedentari, scarsa attività fisica, alimentazione scorretta, tanto che si parla oggi apertamente di “urban diabetes”, diabete urbano e di “urban obesity”, obesità urbana».
Venezia si appresta ad affrontare una sfida particolare
«Il 5,7 per cento della popolazione ha ricevuto una diagnosi di diabete di tipo due, in linea con i trend epidemiologici nazionali. Il tasso di mortalità per diabete è inferiore alla media per entrambi i sessi (55,4 in Veneto rispetto al 65,1 in Italia). Ma i tassi di ospedalizzazione per complicanze e mancato controllo dei livelli glicemici sono superiori alla media nazionale», ha spiegato Angelo Avogaro, Presidente Fesdi-Federazione delle società di diabetologia e Presidente del Comitato promotore Venezia Cities Changing Diabete.
«Da tempo abbiamo scoperto che le città rappresentano un “fattore di rischio” per lo sviluppo di diabete e obesità, spesso associate; dobbiamo quindi concentrarci nel progettare ambienti che favoriscano l’investimento in prevenzione. Tenendo conto che circa metà della popolazione mondiale vive nelle città, gli ambienti urbani devono essere ripensati come luoghi dove ‘coltivare’ la salute e non solo trovare le migliori cure quando il danno è fatto».
«I contesti urbani sono ormai caratterizzati da una sempre più alta prevalenza di diabete e obesità, complici stili di vita errati, disuguaglianze sociali e sanitarie. Per questo, è essenziale diffondere la cultura della prevenzione, ma allo stesso tempo è necessario che anche le città si modifichino o adattino al fine di favorire l’adozione di sani e corretti stili di vita. Ad esempio, sostenendo la creazione di aree verdi e percorsi ciclo-pedonali, per città sempre più a misura d’uomo. Sul tema del “diabete-urbano”, partiamo oggi da Venezia per promuovere messaggi in grado di raggiungere le periferie delle grandi città e le aree del Paese in cui si registrano i più alti tassi di prevalenza della malattia e delle sue complicanze e tutelare una sanità equa su tutto il territorio nazionale», ha aggiunto Riccardo Candido, Vicepresidente Fesdi.
Candidare Venezia a Centro di rilevanza internazionale per lo studio e la ricerca delle correlazioni tra malattie non trasmissibili, urbanizzazione e determinanti della salute.
È la proposta avanzata dal professor Avogaro, da attuare attraverso una partnership pubblico-privato che coinvolga il Comune di Venezia, le Università, le Società Scientifiche, l’ULSS, ANCI, Health City Institute, la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della sostenibilità e Novo Nordisk. Secondo l’esperto, l’iniziativa andrebbe correlata alla ristrutturazione e al rilancio dell’ex Ospedale Mare del Lido di Venezia, che mira a diventare – entro il 2027 – un hub tecnologico che si concentrerà sullo sviluppo, l’implementazione e la promozione di applicazioni innovative e di intelligenza artificiale per l’area medica.
«Ho sensibilizzato il Sindaco Luigi Brugnaro, fin da quando mi è stato proposto da Federico Serra, Segretario Generale di Health City Institute, a firmare “l’Urban Diabetes Declaration”, il che è avvenuto il 26 maggio del 2022. Venezia, quindi, ha cominciato il proprio iter per essere inserita nelle “rete globale Cities Changing Diabetes”, come città partner. Un passo importante e, aggiungo, di “civiltà”, per promuovere la salute come priorità nelle agende cittadine e co-creare iniziative che mirino a migliorare la salute della popolazione, attraverso lo studio dei determinanti sulla salute relativamente al diabete e all’obesità. Sono molto soddisfatto di questa presentazione e che venga fatta in particolare a Venezia, una città da sempre attenta al benessere dei cittadini», afferma Michele Zuin, Assessore al bilancio del Comune di Venezia.
«Il Comune di Venezia e l’amministrazione del sindaco Luigi Brugnaro sono da sempre vicini e attenti al tema della salute di tutti i cittadini. Supportiamo campagne di sensibilizzazione e di prevenzione, mettendo in campo le forze in nostro possesso per collaborare al meglio e dare alle persone un’informazione importante per la loro salute e per i loro cari», ha spiegato Ermelinda Damiano, Presidente del Consiglio comunale della città.
«L’ingresso della città di Venezia nel progetto giunge in una fase cruciale per tutti i comuni italiani che ANCI rappresenta: considerata la portata dei mutamenti degli ultimi anni, da quelli climatici e ambientali a quelli relativi alla salute o alla demografia, non possiamo più permetterci di sfuggire a una pianificazione delle politiche pubbliche multilivello e multidisciplinare. L’insieme delle competenze e delle esperienze che Venezia sta mettendo in campo per affrontare le sfide di salute sarà certamente d’ispirazione per tutti», ha commentato Roberto Pella, Vicepresidente vicario ANCI-Associazione nazionale comuni italiani e coordinatore Intergruppo parlamentare obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili.
«Crediamo da sempre in una visione della cura a 360 gradi, che parta dall’impegno nella ricerca scientifica a favore dell’innovazione delle terapie e arrivi alla qualità della vita delle persone, alla salvaguardia dell’ambiente degli stili di vita. Questo progetto è iniziato a livello mondiale nel 2014 e da allora prosegue la nostra sfida nel rendere gli ambienti urbani un luogo di promozione della salute. City Changing Diabetes è un progetto globale e l’Italia è il primo paese per numero di città coinvolte, più di 70 comuni con ben 20 capoluoghi di provincia. In pratica circa il 22 per cento della popolazione. L’ingresso di Venezia rappresenta una tappa molto importante all’interno di questo percorso virtuoso. Come azienda e partner strategico del sistema Paese, vogliamo continuare a promuovere la prevenzione, la sostenibilità ambientale e la salute urbana e contemporaneamente rendere concreto un concetto di salute più ampio, considerando l’ambiente quale parte integrante del benessere delle persone, soprattutto quando si parla di cronicità, di persone che devono convivere con patologie come diabete e obesità per tutta la vita. Siamo convinti che la lotta alla cronicità richieda un approccio condiviso multisettoriale e multistakeholder che coinvolga tutti noi. E oggi come Novo Nordisk rinnoviamo il nostro impegno per guidare il cambiamento nella promozione e sviluppo di azioni concrete e sinergiche in tal senso», conclude Marco Salvini, External Affairs Sr Director Novo Nordisk.
A oggi, fanno parte del progetto Cities Changing Diabetes 200 partner in 46 città e in 24 Paesi, con una popolazione complessiva di quasi 250 milioni di abitanti coinvolti.
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