A Milano, Summit tra diabetologi, per fare il punto sull’evoluzione tecnologica nel diabete

A Milano, Summit tra diabetologi, per fare il punto sull’evoluzione tecnologica nel diabete

Conclusa il 24 febbraio a Milano “WELL DONE – Share your experience in diabetes”, la conferenza organizzata da Roche Diabetes Care Italy a cui hanno partecipato circa 100 specialisti diabetologi, provenienti da tutta Italia. Una due giorni che ha permesso ai clinici di confrontarsi sull’evoluzione tecnologica nel diabete degli ultimi anni e sull’importanza della scelta del dispositivo per il monitoraggio in continuo del glucosio più idoneo ai bisogni clinici della persona con diabete, per una gestione sempre più personalizzata della malattia.

La gestione del diabete, in particolare di tipo 1 o di tipo 2 in trattamento con insulina, impatta in modo significativo sulla qualità di vita quotidiana di chi ne è affetto, e nell’ultimo decennio sono stati compiuti notevoli progressi tecnologici, per migliorare tale qualità. Questi progressi sono stati resi possibili grazie alla disponibilità di dispositivi in grado di monitorare in modo continuo i livelli di glucosio nel liquido interstiziale del sottocute, offrendo una copertura 24 ore al giorno, 7 giorni su 7 (sistemi CGM, Continuous Glucose Monitoring).

I sistemi per il monitoraggio in continuo del glucosio (CGM) stanno evolvendo con una rapidità tale per cui è fondamentale che il diabetologo acquisisca una conoscenza approfondita della pluralità dei devices oggi disponibili e sia in grado di scegliere quello più adatto al proprio paziente.

Come specialisti “abbiamo il dovere di sfruttare le opportunità offerte dagli ultimi avanzamenti tecnologici. I sistemi attuali di monitoraggio in continuo del glucosio interstiziale sono ormai tutti classificabili come CGM, perché:

  • permettono di conoscere in tempo reale il valore di glucosio nel sangue e
  • consentono di predire l’andamento della glicemia attraverso frecce di tendenza,

avvertendo il paziente con allarmi sonori, aiutandolo così a gestire pericolose variazioni di glicemia che possono portare a ospedalizzazioni e accessi al pronto soccorso e che sono alla base di complicanze diabetiche importanti a lungo termine” sostiene il prof. Emanuele Bosi, Direttore dell’Unità di Medicina Generale, Diabetologia ed Endocrinologia, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano

Gli attuali limiti di utilizzo dei sistemi CGM

Nonostante la riconosciuta importanza dell’utilizzo dei Continuous Glucose Monitoring (CGM) e il riconoscimento dei benefici clinici da parte della Comunità medica, dalla letteratura, emergono ancora limiti di utilizzo da parte delle persone con diabete. “Affinché questi dispositivi siano sfruttati appieno e gli utenti possano godere di tutti i vantaggi che questa tecnologia offre, sia dal punto di vista clinico che psicologico, è essenziale comprendere i bisogni non soddisfatti e identificare le possibili miglioríe. Per questo motivo, in collaborazione con alcune associazioni di pazienti con diabete, abbiamo esplorato la percezione degli utenti riguardo il loro rapporto con i diversi sistemi CGM”, spiega Andrea Boaretto, fondatore e CEO della società di ricerca di mercato Personalive.

 “Indicatori di usabilità dei sistemi di monitoraggio in continuo del glucosio: il punto di vista delle persone con diabete”

Secondo questa recente indagine, le caratteristiche ritenute più cruciali per dispositivi CGM sono:

  • l’impermeabilità (85%), aspetto che si trova al primo posto per tutte le aree geografiche considerate, con punte al 93 per cento nel Nord-Ovest;
  • le posizioni del corpo in cui possono essere indossati (61%), in particolare al Sud Italia, dove viene indicato dal 67 per cento dei rispondenti, rispetto al 61 per cento del Nord Est e al 48 per cento del Centro.

Per quanto riguarda gli aspetti emozionali:

  • il 67% dei rispondenti si dichiara sicuro;
  • il 44% accudito;
  • il 56% protetto;
  • più dei tre quarti del campione riporta di non sentirsi per nulla o poco giudicato/ansioso/turbato, sentimenti che risultano più comuni tra chi usa il sensore da meno di due anni.

Per quanto riguarda l’app e le funzionalità, è emerso che:

  • il 63% dei rispondenti utilizza l’app collegata al sistema CGM cinque o più volte al giorno per monitorare l’andamento del glucosio;
  • le funzionalità principali, come il valore del glucosio, la freccia di tendenza e la possibilità di condividere i dati di monitoraggio con il medico sono le tre più utilizzate.

Le possibili soluzioni proposte dai partecipanti all’indagine

“Alcune soluzioni indicate dai partecipanti coinvolti nell’indagine come potenziali miglioramenti da integrare sono già presenti nei CGM attualmente disponibili; ciò sottolinea l’importanza di percorsi formativi dedicati agli utenti, possibilmente ripetuti nel tempo, mirati a illustrare le varie funzionalità attraverso l’esperienza personale e a fungere da guida e sostegno per utilizzare appieno i CGM”, afferma Boaretto.

Il diabete rappresenta una delle malattie croniche più rilevanti e complesse, e, come evidenziato dai risultati dell’indagine, i progressi tecnologici in questo settore rappresentano una vera svolta nella qualità della vita dei pazienti.

“Attualmente, disponiamo di strumenti in grado di prevenire situazioni critiche, migliorando notevolmente la qualità della vita”, afferma Emilio Augusto Benini, Presidente FAND, Associazione Italiana Diabetici. “Purtroppo, tuttavia, l’accesso a queste tecnologie risulta ancora disomogeneo nelle diverse Regioni Italiane e in molte di esse si fa ancora fatica ad ottenere tale accesso”.

È essenziale fornire un sistema equo che garantisca la massima qualità e le migliori soluzioni tecnologiche a tutte le persone con diabete sull’intero territorio nazionale.

“Attualmente, purtroppo, le Linee Guida Nazionali non tengono il passo con le più recenti innovazioni tecnologiche disponibili e, soprattutto, non sono allineate alla convergenza delle categorie. La mancanza di un adeguamento e di un aggiornamento uniforme a livello regionale ha un impatto notevole sull’aderenza alla terapia e sulla qualità di vita dei pazienti”, afferma Marcello Grussu, Vicepresidente Diabete Italia. “È imperativo procedere quanto prima con l’aggiornamento delle Linee Guida, coinvolgendo fin dall’inizio associazioni di pazienti e società scientifiche, al fine di favorire un accesso equo a tutte le soluzioni tecnologiche attualmente disponibili e garantire così ai clinici la possibilità di una scelta prescrittiva, assicurando a ogni persona con diabete la possibilità di beneficiare di una gestione personalizzata della propria patologia”.

“Roche Diabetes Care si impegna da sempre a collaborare con tutti gli attori del sistema sanitario per favorire il progresso scientifico e l’innovazione, mettendo costantemente al centro le esigenze dei pazienti con diabete. In questo momento, offriamo il nostro supporto per promuovere una salute equa e accessibile a tutti, basata sulla ricerca. Attraverso questo momento di confronto, miriamo a facilitare la discussione tra tutti gli interlocutori del Sistema Sanitario in merito alle diverse soluzioni di monitoraggio attualmente disponibili e al loro impatto sulla personalizzazione della terapia, sulla prevenzione delle complicanze diabetiche e sulla qualità di vita delle persone con diabete”, conclude Massimo Balestri, General Manager di Roche Diabetes Care Italy.

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