Diabete LADA o 1.5: difficoltà diagnostiche e terapeutiche

Diabete LADA o 1.5: difficoltà diagnostiche e terapeutiche

Comunicato stampa della Società Italiana di Diabetologia**

Si chiama LADA (Latent Autoimmune Diabetes in Adults), confidenzialmente  ‘diabete 1.5’. È un diabete latente, a lenta progressione: una forma ‘intermedia’ che in Italia interessa il 5% (con punte del 10-15%) delle persone con diabete di tipo 2 (DT2) ma che assomiglia al diabete tipo 1, nelle sue manifestazioni.

È un tipo di diabete autoimmune che esordisce in età adulta, in genere dopo i 30 anni. La funzione delle beta cellule del pancreas non richiede trattamento con insulina entro 6 mesi dalla diagnosi.

Rispetto alle persone che soffrono di DT2, quelle con LADA hanno una ridotta prevalenza di sovrappeso, obesità e sindrome metabolica. I fenotipi clinici del LADA sono diversi per livelli di auto-anticorpi, insulino-resistenza e livello di secrezione di insulina endogena.

Questi aspetti così eterogenei pongono al diabetologo difficoltà sia di diagnosi che di terapia: “Il diabete LADA condivide caratteristiche genetiche con entrambi i tipi di diabete, tipo 1 e tipo 2” spiega la Prof.ssa Raffaella Buzzetti, Presidente Eletto della SID, Società Italiana di Diabetologia che ha firmato numerosi studi su questa tematica “una sensibilità legata ai geni HLA e non solo. Come nel diabete di tipo 1, forma diabetica autoimmune, anche il LADA ha come caratteristica l’insulite ossia il processo infiammatorio che distrugge le beta cellule pancreatiche. Per la diagnosi si ricorre al dosaggio di uno specifico auto-anticorpo chiamato GADA (anti-decarbossilasi dell’acido glutammico), i cui livelli identificano due sottopopolazioni: a basso o ad alto titolo anticorpale”.

I pazienti con alti livelli di autoanticorpi GADA sono generalmente normopeso, presentano un peggior controllo della glicemia, una minore incidenza della sindrome metabolica e richiedono più rapidamente un trattamento con insulina rispetto a coloro che hanno bassi livelli di GADA. Elevati anticorpi come gli IA-2 (antitirosina fosfatasi), che sono sempre diagnostici di diabete autoimmune, possono essere presenti nei pazienti LADA e, a seconda del tipo, determinano diversi fenotipi di diabete LADA.

La maggior parte dei soggetti con LADA è inizialmente inquadrata come affetta da diabete tipo 2; ciò espone queste persone a una terapia spesso non adeguata alle loro caratteristiche.

“Oltre alla positività degli autoanticorpi che andrebbe ricercata, se non in tutti i soggetti, almeno in quelli con DT2 con familiarità e/o presenza di altre malattie autoimmuni, scompenso metabolico importante, BMI (Body Mass Index) normale o lievemente aumentato – sottolinea Buzzetti – nei soggetti con LADA andrebbe dosato il C-peptide marcatore di funzionalità beta-cellulare.

Sulla base dei livelli di C-peptide (da < 0,3 nmoL/L a > 0,7 nmoL/L) si potrebbe definire la terapia, insulinica o con altri farmaci, più consona ad ogni persona affetta da LADA.

Il diabete LADA è caratterizzato da una notevole variabilità genetica, fisiopatologica e clinica. L’obiettivo del diabetologo è raggiungere un buon controllo metabolico e mantenere il più a lungo possibile la funzione delle cellule beta, per prevenire complicanze sia microvascolari che macrovascolari.

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References

 

** La Società Italiana di Diabetologia (SID) – fondata nel 1964 a Roma è una associazione no-profit, articolata in 17 sezioni regionali e guidata da un presidente e da un consiglio direttivo nazionale eletti ogni due anni dai circa 2000 soci. In campo diabetologico e metabolico la SID svolge attività di promozione e conduzione della ricerca scientifica, di formazione e aggiornamento per medici e altri operatori sanitari, di divulgazione alle persone con diabete e alla comunità nel suo complesso, di politica sanitaria nell’organizzazione dell’assistenza.

La SID mira a tutelare gli interessi delle persone con diabete e delle loro famiglie, a promuovere la conoscenza della malattia per migliorarne la diagnosi e la cura, a far implementare strategie di prevenzione primaria, secondaria e terziaria, a valorizzare l’operato dei diabetologi e di quanti operano nella lotta al diabete. La SID, insieme alla Fondazione Diabete Ricerca e alla Associazione Diabete Ricerca, mette in atto programmi di raccolta fondi provenienti da istituzioni pubbliche e private, da aziende e da singoli cittadini al fine di sostenere la ricerca in campo diabetologico.

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