Diabete e linguaggio: le parole hanno un peso sul distress psicologico dei pazienti

Diabete e linguaggio: le parole hanno un peso sul distress psicologico dei pazienti

Al 30° Congresso Nazionale SID si è parlato dell’importanza di utilizzare sempre un linguaggio non giudicante e di speranza per migliorare l’aderenza alla terapia del paziente con diabete.

La comunicazione è una componente essenziale nella gestione del diabete, una malattia cronica che influisce profondamente sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono e sui loro familiari più stretti. Al 30° Congresso Nazionale della Società Italiana di Diabetologia (SID) si è discusso di come un linguaggio chiaro, rispettoso e non giudicante possa migliorare l’adesione alle terapie e ridurre il distress psicologico nei pazienti con diabete. Un dialogo empatico e comprensivo può infatti trasformare la relazione medico-paziente, favorendo la motivazione e l’educazione del paziente alla gestione della malattia, mentre un linguaggio scorretto può invece generare barriere e incomprensioni, compromettendo anche l’efficacia delle cure.

“Le persone con diabete spesso lamentano uno stigma sociale nei confronti della malattia. Questi pregiudizi intaccano la qualità di vita dei pazienti provocando frustrazione, vergogna, sensazione di essere sempre inadeguati e “diversi” e interferiscono anche sulla qualità dell’autogestione nella cura della malattia diabetica” riporta la Dott.ssa Emanuela Paone, psicologa e psicoterapeuta nel volume di Daniele Di Pauli: “Obesità e stigma”, Positive Press, ottobre 2024.

Il linguaggio “Person-First” per un supporto più umano

Il Presidente della Società Italiana di Diabetologia (SID), Prof. Angelo Avogaro, ha sottolineato come la SID adotti un linguaggio centrato sulla persona, o “person-first”, che evita di identificare la persona con la malattia (“Io ho il diabete, soffro di diabete, non sono il diabete”). Questo approccio mira a evitare di attribuire sensi di colpa o responsabilità al paziente per il proprio stato di salute. “Coltivare una comunicazione che riconosca gli sforzi dei pazienti e non li etichetti come ‘fallimenti’ è fondamentale per mantenere un’alleanza terapeutica solida e rispettosa,” ha dichiarato il Prof. Avogaro.

L’Impatto psicologico delle parole sui pazienti con diabete

Secondo la Dott.ssa Liliana Indelicato, psicologa e coordinatrice del Gruppo di Lavoro Psicologia e Diabete della SID, termini come “fallimento terapeutico” possono compromettere il benessere psicologico del paziente. Un linguaggio che enfatizza espressioni come “cattivo controllo glicemico” può infatti suggerire una colpa diretta del paziente, mentre i valori glicemici sono influenzati da molti fattori, tra cui ormoni, farmaci, alimentazione e stato emotivo.

Alcuni studi dimostrano che l’uso abituale di espressioni negative può rafforzare un senso di incapacità nei pazienti, riducendo la cosiddetta self-efficacy, cioè la fiducia nella propria capacità di gestire il diabete.

Una bassa self-efficacy è associata a un peggior controllo glicemico e ad altri esiti negativi per la salute.

Il Position Statement Italiano per un linguaggio inclusivo e positivo

Per supportare un cambiamento concreto, la SID ha pubblicato nel 2022 un Position Statement in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Psicologia e Diabete dell’AMD (Associazione Medici Diabetologi), che identifica 20 espressioni da evitare. Frasi come “dovrebbe/non dovrebbe” sono state sostituite da espressioni che enfatizzano i punti di forza e promuovono una visione positiva del paziente. Questo nuovo approccio riduce il distress psicologico, una forma di disagio emotivo che spesso si manifesta con ansia, frustrazione e burnout (livello tale di stress da portare all’esaurimento delle proprie risorse psico-fisiche, alla manifestazione di sintomi psicologici negativi che possono associarsi anche a disturbi fisici), influendo negativamente sui livelli di emoglobina glicata (HbA1c).

Un linguaggio empatico per migliorare l’aderenza alla terapia e il benessere psicologico

L’adozione da parte del medico o di altri interlocutori di un linguaggio positivo e centrato sulla persona può migliorare significativamente l’adesione del paziente alla terapia e al cambiamento dello stile di vita. Un linguaggio rispettoso e di supporto, che si focalizzi sui progressi e sugli obiettivi raggiunti, contribuisce a un maggiore coinvolgimento e a una migliore gestione della malattia.

Per ulteriori approfondimenti, è possibile consultare il Position Statement Italiano della SID (vedi References).

References

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