I sintomi del diabete: quali sono i principali?

I sintomi del diabete: quali sono i principali?

Quali sono i sintomi spia del diabete, quelli a cui occorre stare attenti? I sintomi del diabete, quando presenti, possono essere molto variabili, anche in relazione ai differenti tipi di diabete.

I sintomi possono essere molto intensi, imperiosi (“tanta sete, tanta pipì”!), ad insorgenza improvvisa come nelle vicinanze di un esordio del diabete tipo 1 (diabete autoimmune che si manifesta soprattutto in bambini e adolescenti ma anche in adulti) o essere addirittura assenti per anni come spesso succede nel diabete di tipo 2 (la forma più frequente di diabete, soprattutto in persone adulte e anziani ma che è in crescita anche tra i giovani).

PRINCIPALI SINTOMI DEL DIABETE TIPO 1

  • Pipì frequente (poliuria)
  • Sete intensa (polidipsia)
  • Perdita di peso ingiustificata
  • Stanchezza, affaticamento
  • Fame intensa

  • Sonnolenza
  • Alito acetonemico (odore fruttato caratteristico di acetone)
  • Possibile visione offuscata
  • Facile irritabilità e cambiamento repentino dell’umore

 

È importante parlare subito con il pediatra o con il proprio medico se si osservano uno o più dei sintomi elencati.

Perché può osservarsi una perdita di peso?

La perdita di peso ingiustificata è dovuta al fatto che, in carenza parziale o assenza totale di insulina come si verifica nel diabete tipo 1, le cellule non possono sfruttare il glucosio nel sangue come fonte di energia per tutte le attività e suppliscono utilizzando fonti energetiche alternative, come le proteine muscolari e i grassi di deposito.

Quali sono altri sintomi del diabete tipo 1?

Il progressivo consumo delle riserve a disposizione fa insorgere una sensazione di fame intensa (polifagia), mentre la notevole perdita di energia è causa di un’intensa stanchezza anche in condizioni di riposo, facile irritabilità e cambiamenti repentini dell’umore. Il consumo di grassi utilizzati come fonte energetica “di seconda mano” provoca l’accumulo di scorie, i cosiddetti ”corpi chetonici”, che vengono eliminate soprattutto attraverso le urine ma anche con il respiro, motivo per cui l’alito assume un odore fruttato o dolciastro (acetone). Se l’intero processo dura a lungo, l’acidità (pH) del sangue continua ad abbassarsi e il soggetto rischia la chetoacidosi, che si manifesta, in genere, con disidratazione, vomito, dolori addominali, fame d’aria. Se viene trascurata, la chetoacidosi può portare al coma chetoacidosico, una condizione acuta grave che richiede il ricovero ospedaliero urgente (questa situazione è di gran lunga più frequente nel diabete mellito di tipo 1 che in molti casi ha un esordio molto brusco e improvviso).

La chetoacidosi può essere prevenuta?

La chetoacidosi provocata dai corpi chetonici che abbassano il pH del sangue rendendolo più acido, è la tipica manifestazione clinica dell’esordio del diabete tipo 1 nei bambini e negli adolescenti. Come detto, si tratta di una condizione seria che richiede il ricovero in ospedale. Tuttavia, è possibile non arrivare a tanto reagendo ai primi sintomi: i genitori che notato sintomi come quelli descritti (in primis: “tanta sete, tanta pipì”) devono subito rivolgersi al pediatra; se questi è in grado di riconoscerli come sintomi di un possibile diabete di tipo 1 e di conseguenza di intervenire subito con la terapia insulinica e gli esami anticorpali più idonei, la chetoacidosi può essere prevenuta e l’esordio essere più “sereno” e meno traumatico.

Ci sono differenze tra i sintomi del diabete di tipo 1 e di tipo 2?

I sintomi descritti possono essere molto meno marcati nel diabete di tipo 2. In molti casi non si manifestano sintomi precoci (sintomi assenti) e il diabete di tipo 2 può venire diagnosticato diversi anni dopo la sua insorgenza, quando le complicanze diabetiche sono già presenti (per esempio formicolii alle mani e/o ai piedi, visione offuscata, e altri sintomi variabili in base all’organo colpito). Per questo un regolare controllo della glicemia, a qualsiasi età, è davvero fondamentale perché è l’unico modo che consente di fare diagnosi precoce nei casi predisposti, avviando una terapia indicata dal diabetologo che consenta di contrastare l’instaurarsi di complicanze o il loro evolversi quando già presenti. Le complicanze diabetiche croniche, che colpiscono diversi organi (retinopatia, neuropatia, nefropatia, complicanze cardiovascolari, piede diabetico, etc) rappresentano il vero pericolo del diabete mal controllato se non addirittura non diagnosticato.

Perché spesso si osserva un aumento del rischio di infezioni?

Le urine di una persona che soffre di diabete, sono più ricche di zuccheri (glucosio) e, quindi, rappresentano un ottimo terreno di crescita per batteri, funghi e microrganismi con un conseguente aumento del rischio di infezioni delle vie urinarie (cistite). La cute nel soggetto con diabete è sempre più disidratata e secca (xerosi o cute xerotica) rispetto alla persona senza diabete, per questo è più frequente che si verifichino infezioni cutanee in caso di piccole abrasioni o ferite che tendono a cicatrizzare più lentamente.

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