I dolcificanti artificiali possono alterare la glicemia?

I dolcificanti artificiali possono alterare la glicemia?

Uno studio pubblicato sulla rivista Nature, dimostra che l’impiego di dolcificanti artificiali acalorici determina modificazioni della flora intestinale (oggi chiamata: microbiota), che in alcuni soggetti possono essere sfavorevoli dal punto di vista metabolico. C’è da chiedersi allora se siano davvero utili e/o se vadano eliminati dalla dieta di diabetici ed obesi. Al fine di ben interpretare i risultati dello studio, ecco il commento degli esperti della Società Italiana di Diabetologia a cui Quotidiano Sanità ha rivolto la domanda.

Metodi e risultati dello studio

Gli studiosi hanno valutato ampie casistiche di persone che seguivano una dieta contenente dolcificanti e hanno osservato che il loro consumo si traduceva in alterazioni di una serie di parametri metabolici e in particolari modificazioni della microflora intestinale (microbiota). Hanno quindi iniziato a monitorare la glicemia di un gruppo di 7 volontari che non consumava dolcificanti. Il monitoraggio avveniva in modo continuo con un sensore che rilevava i valori glicemici ogni 5 minuti. Ogni giorno, inoltre, veniva valutata la composizione del microbiota. Dopo 2 giorni di follow up i volontari hanno ricevuto una dose di saccarina, con un dosaggio all’interno dei limiti previsti per l’uomo, e sono stati osservati per altri 5 giorni. Gli Esperti hanno notato che nella metà di questi soggetti, anche un’esposizione di breve periodo alla saccarina induceva un aumento significativo della glicemia e tale aumento era mediato da alterazioni della composizione del flora batterica intestinale. Ovviamente, data la scarsità di soggetti valutati lo studio va considerato preliminare come sottolineano gli stessi Autori, ma comunque evidenzia in modo chiaro che, in linea con la filosofia della medicina personalizzata, in alcuni individui i dolcificanti artificiali possono avere un effetto non favorevole dal punto di vista metabolico.

Il commento degli esperti

Prof. E. Bonora e prof. G. Sesti della Società Italiana di Diabetologia (SID)

(Fonte: Quotidiano Sanità del 18 settembre)
“Non è il caso di alimentare il panico tra la gente e neanche tra le persone con il diabete – afferma il professor Enzo Bonora, Presidente della Società Italiana di Diabetologia – anche se certo questi sono studi importanti e pubblicati da una rivista prestigiosa, come Nature. Prima che questi risultati possano essere traslati in raccomandazioni nutrizionali e portati nella pratica clinica, c’è bisogno di ulteriori conferme e di riflessione. La Società Italiana di Diabetologia (SID) non ha mai raccomandato l’uso dei dolcificanti al posto dello zucchero, perché piccole quantità di quest’ultimo non sono da bandire dalla dieta della persona con diabete. I risultati di questo studio confortano la nostra posizione”.

Il nuovo studio dimostra che i dolcificanti artificiali possono alterare la flora batterica intestinale ma perché tutto questo interesse? In base agli studi più recenti, il microbiota sembra giocare un ruolo sempre più importante nel condizionare l’equilibrio degli zuccheri e tutta una serie complessa di processi endocrini e metabolici. “L’intestino – continua il prof. Bonora – è una grande ghiandola endocrina perché le sue diverse cellule producono decine di sostanze, ma anche e soprattutto perché il suo contenuto, cioè l’enorme ‘giardino zoologico’ di batteri che alberga, produce una miriade di sostanze che possono esercitare un’azione deleteria sia sulle cellule pancreatiche alfa e beta, che sul livello di sensibilità dei diversi organi (fegato, muscolo, cervello) all’insulina”.

Ciò che mangiamo – ha poi sottolineato il professor Bonora – ha un notevole impatto notevole sulla composizione della nostra flora intestinale: se consumiamo in modo regolare alcuni cibi questo comportamento favorirà la crescita di alcune specie batteriche a discapito di altre. Queste dinamiche nell’habitat intestinale sono state comprese studiando gli effetti dei cambiamenti della dieta in persone che ad esempio si spostano spesso da un paese all’altro del mondo. L’articolo pubblicato sulla rivista Nature convalida alcuni elementi utili a ritenere che anche i dolcificanti artificiali possano interferire sulla composizione e sulla funzione del microbiota individuale, con possibili ricadute sfavorevoli dal punto di vista metabolico.

“Il lavoro pubblicato su Nature – afferma il professor Giorgio Sesti, ordinario di Medicina Interna, Università della Magna Graecia di Catanzaro e Presidente eletto della SID – è molto importante e apre a nuove prospettive terapeutiche nel campo dell’intolleranza glucidica e del diabete nell’uomo. In particolare, apre il campo a interventi di tipo nutrizionale (selezione di antibiotici non iperglicemizzanti) e farmacologici (antibiotici intestinali per la selezione dei batteri ‘giusti’). Il danno dei dolcificanti a livello del metabolismo è dovuto a una selezione sfavorevole dei batteri intestinali; questo farebbe supporre che, attraverso modificazioni dietetiche, impiego di probiotici e, in futuro, ricorso ad antibiotici intestinali sarà – forse -possibile prevenire il diabete, ma certamente non curarlo”.

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