Un microinfusore è un dispositivo elettro-meccanico compatto (più o meno come un piccolo cellulare o un MP3) che si aggancia alla cintura o si mette in tasca; è dotato di un computer programmabile, un motore di precisione, un pistone e un serbatoio (siringa o cartuccia) che contiene insulina; quest’ultimo è collegato al corpo mediante un catetere-cannula che si inserisce nel tessuto sottocutaneo dell’addome (raramente nella parte superiore dei glutei).
Con movimenti impercettibili diretti dal computer (in base all’impostazione data), il motore fa avanzare il pistone che spinge lo stantuffo del serbatoio, facendo così fluire l’insulina contenuta nella siringa o nella cartuccia verso il catetere secondo i parametri fissati, inizialmente dal medico e poi da chi indossa il dispositivo. Seguendo tali impostazioni, il microinfusore infonde nell’organismo quantità di ormone, anche minime, centinaia di volte al giorno senza che la persona se ne renda conto. Il microinfusore quindi è uno strumento che mima le veci del pancreas sano che rilascia l’ormone durante il giorno e la notte a seconda delle esigenze della singola persona con diabete e della singola situazione.
Il microinfusore è sempre collegato al corpo?
Si, eroga giorno e notte insulina in base alle impostazioni date al computer. Tuttavia è possibile staccarlo sia per brevi intervalli di tempo (1-2 ore) sia per periodi più lunghi. In questo caso sarà, l’insulina dovrà essere somministrata in modo classico. Per qualsiasi motivo si può anche sospendere questo sistema, per un periodo più o meno lungo o per sempre e tornare alla terapia insulinica multi-iniettiva. Staccare un microinfusore è un’operazione piuttosto semplice. La maggior parte dei cateteri può essere staccata in ogni momento dall’agocannula senza rimuovere quest’ultima dal sottocute.
Qual è la principale differenza rispetto alle penne?
- La sostanziale differenza è la possibilità che offre il microinfusore di programmare l’erogazione dell’insulina in quantità variabili in rapporto alle diverse esigenze diurne e notturne, sulla base del piano terapeutico personalizzato stabilito con il proprio medico o team diabetologico.
- La variazione delle quantità di insulina da erogare, ad esempio al momento dei pasti, è un’operazione piuttosto semplice, che si ottiene premendo alcuni tasti. Tutti possono impararlo facilmente. In ogni caso, il medico o l’infermiere spiegheranno nel dettaglio l’uso del microinfusore a chi lo usa per la prima volta e saranno sempre a disposizione per ulteriori informazioni. Ogni microinfusore è anche dotato di un manuale che spiega nei dettagli le caratteristiche di ogni modello e il funzionamento.
Il microinfusore può essere indicato sia nel diabete di tipo 1 che di tipo 2?
Sì, negli ultimi anni l’indicazione del microinfusore si è estesa, oltre ai soggetti di qualsiasi età che soffrono di diabete di tipo 1 anche ai soggetti che soffrono di diabete di tipo 2 che con il tempo sono passati alla terapia insulinica intensiva e per i quali sia critico raggiungere un buon controllo con le altre terapie multi-iniettive. Il microinfusore di insulina viene ritenuto oggi il sistema più fisiologico, quello che meglio mima ciò che fa il pancreas.
Che tipo di insulina utilizzano i microinfusori?
I microinfusori utilizzano solo insuline ad azione rapida: nella maggior parte dei casi si tratta dell’analogo rapido dell’insulina (“insulina ultrarapida”). Gli analoghi rapidi iniziano ad agire più rapidamente e questa velocità li rende utili in particolare per controllare il rischio di picchi iperglicemici dopo i pasti o quelli che possono rilevarsi occasionalmente. Gli analoghi rapidi finiscono anche più rapidamente di agire rispetto all’insulina umana regolare per cui l’effetto di un bolo termina nell’arco di 3-4 ore.
Il microinfusore consente anche di convivere con più libertà e meno apprensione nei confronti dei picchi di ipoglicemia, motivo di preoccupazione sia per le persone con diabete di tipo 1 che di tipo 2. Il microinfusore offre un miglior controllo e “vigila” sulla persona, funzione particolarmente utile durante le ore notturne di sonno nei bambini, nelle persone che hanno una forma di diabete instabile o nel caso sia difficile riconoscere per tempo l’arrivo di un episodio di ipoglicemia. Non risolve il problema ma aiuta a gestire meglio il diabete e fornisce un po’ più di serenità.
Chi fornisce il microinfusore e i materiali di consumo?
L’apparecchio, gli accessori e i vari materiali di consumo sono tutti a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Per poter richiedere un microinfusore occorre avere l’indicazione da parte del Servizio di Diabetologia che vi segue. I materiali di consumo (siringhe/cartucce, agocannule, cateteri) che sono specifici di ciascun modello (talvolta anche le batterie) devono essere richiesti allo stesso Servizio di Diabetologia o alla Farmacia Ospedaliera (è raro che possano essere acquistati attraverso la Farmacia di quartiere ma possono esserci delle eccezioni). Un consiglio: meglio non aspettare l’ultimo momento per ordinarli, ma farsi una piccola scorta di materiale in modo da essere autonomi per almeno 15 giorni, in caso i materiali ordinati non siano disponibili subito.
Quanta insulina può contenere il serbatoio?
Il serbatoio del microinfusore è simile a una grossa siringa e può contenere alcune centinaia di unità di insulina, variabili in quantità a seconda dei modelli. Per riempirlo, si aspira l’insulina dal flacone e poi lo si posiziona nel microinfusore (alcuni modelli oggi funzionano con cartucce pre-riempite). Per evitare la formazione di bolle al momento di riempire il serbatoio, è consigliabile togliere il flacone di insulina dal frigorifero mezz’ora o anche un’ora prima di eseguire l’operazione. L’insulina fredda, una volta riscaldata con il calore del corpo, può liberare delle bolle d’aria che non rendono fluida l’erogazione dell’ormone. In tal caso l’organismo non riceve la quantità di insulina richiesta.
Che cosa si intende per set di infusione?
Il set di infusione comprende due elementi essenziali del microinfusore per l’erogazione dell’insulina: il catetere (sondino) e l’agocannula (microcannula). Il catetere è un classico tubicino sottile, molto flessibile, che collega il microinfusore all’agocannula. Sono disponibili varie lunghezze in base alle necessità individuali: 30, 60, 80, 110 cm etc.
L’agocannula, in genere di materiale plastico (teflon, polietilene etc) morbido, ipoallergenico, consente all’insulina proveniente dal catetere di penetrare nel tessuto sottocutaneo. È formata da un ago metallico, che una volta avvenuto l’inserimento nel sottocute, viene eliminato e un cerotto che garantisce la stabilità in loco dell’agocannula. Le agocannule possono essere dritte o angolate (30°, 45°, 90°).
Tutti questi componenti di consumo vengono venduti in confezioni sterili e monouso. Non vanno mai riutilizzati.
Quando vanno sostituiti l’agocannula, il catetere e le cartucce?
Il catetere (siringa/cartuccia) andrebbe sostituito al massimo ogni 6 giorni questo perché l’insulina contenuta nel serbatoio, con il calore del corpo tende a cristallizzare formando dei precipitati che – se si accumulano – possono impedire il flusso regolare dell’ormone nel catetere. L’agocannula andrebbe sostituita con maggiore frequenza. La sostituzione regolare dell’agocannula (ciò vale anche per il sito di infusione) consente di ridurre il rischio di occlusione, di infiammazione e di infezione cutanea. La frequenza del cambio è condizionata dalle condizioni igieniche di vita, dell’ambiente di lavoro, dalla sensibilità cutanea individuale etc di cui occorre tener conto. In genere si consiglia di cambiarla ogni 2, massimo 3 giorni e comunque ogni volta che si manifestano arrossamenti o infezioni nel sito di infusione, picchi iperglicemici che non si spiegherebbero in altro modo, presenza di chetoni nelle urine (vedasi anche il manuale d’istruzione di ciascun microinfusore).