Autocontrollo della glicemia: l’accettazione attiva del diabetico

Una serie di studi clinici di rilievo ha dimostrato l’importanza dello stretto controllo metabolico per prevenire le complicanze croniche del diabete.
Esiste tra gli specialisti del settore un ampio consenso sul fato che il mantenimento dei livelli glicemici entro i limiti consigliati dalle Società Scientifiche abbia un impatto decisamente positivo sullo stato di salute e benessere delle persone diabetiche e sulle loro aspettative di vita.

Alla luce di queste considerazioni, tutti i diabetici dovrebbero sentirsi coinvolti e motivati nel proprio percorso di cura e imparare progressivamente a raggiungere e mantenere gli obiettivi della terapia concordata con il proprio diabetologo o team di cura. Tali obiettivi quotidiani implicano la misurazione regolare della glicemia, in particolare prima e 1-2 ore dopo i pasti principali e al momento di andare a dormire.

L’autogestione deve essere giornaliera perché l’automonitoraggio della glicemia al proprio domicilio è l’unico modo oggi disponibile per verificare il reale controllo sulla propria malattia.

autocontrollo della glicemia

Se si raggiunge progressivamente la consapevolezza di avere una libertà di azione e di autogestione si può realmente diventare sempre più autonomi, migliorando anche notevolmente la qualità di vita. Gli inglesi usano in questo caso il termine “empowered” che esprime un processo di crescita personale verso l’autoefficacia e l’autodeterminazione a fare emergere le risorse latenti e a riappropriarsi in modo consapevole di tutto il proprio potenziale e la propria forza per reagire al diabete e alla sua progressione.

Il diabetico empowered ha tutte le potenzialità
per poter tenere sotto controllo la malattia e ne è consapevole.


Superare la rassegnazione a favore di un’accettazione attiva

Spesso invece la persona diabetica tende a rassegnarsi e a dipendere in modo passivo dal medico che diventa una sorta di controllore, di gestore delle scelte e della vita.
Questo atteggiamento deve essere superato perché per arrivare ad autogestire il proprio trattamento la persona diabetica deve sentirsi libera, capace e legittimata a prendere decisioni che riguardano direttamente la propria persona e la qualità della sua vita e di chi le sta accanto.

La persona diabetica dovrebbe assumere, quindi, un ruolo attivo nel piano di cura, in collaborazione con i propri familiari e i medici che la seguono.

Per potenziare l’autonomia della persona diabetica, uno degli strumenti più efficaci – da parte del buon medico ma anche dei familiari e del paziente stesso – è la gestione positiva degli errori che non vuol dire soltanto evitare atteggiamenti punitivi e/o di giudizio, ma impostare sin dall’inizio un percorso personale di consapevolezza e coinvolgimento che permetta progressivamente al diabetico di:

  • Informarsi sulla malattia, le sue conseguenze e il trattamento
  • Instaurare una buona relazione con il proprio medico (alleanza terapeutica)
  • Imparare ad autocontrollarsi la glicemia
  • Identificare le situazioni a rischio nella vita quotidiana
  • Lavorare sul proprio sentimento di frustrazione
  • Sentirsi coinvolti nel proprio cambiamento di stile di vita
  • Identificare piccoli obiettivi, semplici e sostenibili, che possano motivare
  • Aderire il più possibile al trattamento concordato con il medico

Reference

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