L’ipoglicemia è una delle più frequenti complicanze del trattamento farmacologico del diabete e consiste in un rapido abbassamento dei livelli di glucosio nel sangue al di sotto delle soglie di normalità. Più frequente nell’ora prima di pranzo e nella parte centrale della notte, si manifesta con una vasta gamma di sintomi che vanno da palpitazioni, tremore, ansia, giramenti di testa, confusione, fino alla perdita di conoscenza. Le persone che usano insulina e molte in cura con alcuni farmaci orali sono soggette a ipoglicemia.
Ipoglicemia: quali sono le cause?
Tra le cause principali dell’ipoglicemia vi sono: la mancata osservanza di una dieta corretta (saltare o ritardare il pasto; mangiare meno di quanto previsto), il sovradosaggio di farmaci ipoglicemizzanti (il 72% dei diabetici non lo sa) o insulina e/o un eccesso di attività fisica; in quest’ultimo caso l’ipoglicemia può manifestarsi anche molte ore dopo la conclusione dello sforzo.
Il consumo eccessivo di alcolici può interferire con l’assorbimento di farmaci e nutrienti e causare un calo dei livelli degli zuccheri nel sangue.
Le tre tipologie di ipoglicemia
Per convenzione le più autorevoli Linee Guida (Standard Italiani per la cura del Diabete Mellito, 2014) definiscono 3 gradi di ipoglicemia: lieve, grave e notturna.
1. Ipoglicemia lieve
L’ipoglicemia lieve si presenta con sintomi quali tachicardia, senso di debolezza e confusione, tremori, palpitazioni, sudorazioni, tuttavia non richiede l’assistenza di un’altra persona. Il soggetto è in grado di autogestire il problema con l’ingestione di cibi contenenti glucosio o carboidrati preferibilmente semplici che permettono un assorbimento più rapido.
È la forma più frequente in chi assume insulina, che può provocare 2 o 3 episodi a settimana.
2. Ipoglicemia grave
L’ipoglicemia grave si manifesta con una sintomatologia molto più seria che richiede l’intervento di un’ambulanza e l’ospedalizzazione; in rari casi può portare a coma o persino alla morte.
3. Ipoglicemia notturna
Infine, come suggerisce il nome, le ipoglicemie notturne si possono manifestare durante il sonno. Sono le più temute non solo dalle persone con diabete ma anche dai loro familiari, soprattutto i genitori di bambini con diabete, perché è difficile accorgersi della loro insorgenza durante il sonno. Il 74% delle ipoglicemie asintomatiche, infatti, si verifica di notte. Colpisce fino al 50% degli adulti con diabete di tipo 1 e più del 33% di quelli con diabete tipo 2 trattati con insulina.
E’ importante ricordare che la percezione di un episodio di ipoglicemia è molto personale e va sempre accompagnato da un controllo della glicemia; talvolta la presenza di una forte sintomatologia disturbante la qualità di vita fa pensare che si tratti di un episodio grave che invece dal punto di vista clinico è lieve.
Ipoglicemia nel diabete di tipo 1 e 2
I bambini e gli adulti con diabete di tipo 1 sono più soggetti all’insorgenza di ipoglicemie, con un episodio ogni 8 giorni e un’ipoglicemia grave in media ogni 10 mesi; nel caso di diabete di tipo 2 le ipoglicemie si riducono a un episodio ogni 3 settimane, e uno grave ogni 3 anni.
Similmente, le ipoglicemie asintomatiche sono più frequenti nei soggetti con diabete di tipo 1: 63 pazienti con diabete di tipo 1 su 100 contro i 47 su 100 nel tipo 2.
I rischi correlati all’ipoglicemia
Oltre ai rischi legati alla ridotta vigilanza e alla perdita di conoscenza, l’ipoglicemia a lungo andare può essere la causa di problemi cardiovascolari, di cui le persone con diabete soffrono frequentemente. Infatti, in carenza di zucchero, l’organismo viene a trovarsi in una condizione infiammatoria, i vasi sanguigni subiscono uno stress e il cuore modifica la propria attività elettrica.
Convivere con le ipoglicemie
La minaccia dell’ipoglicemia è uno dei principali limiti alla serenità delle persone con diabete: la costante necessità di stare all’erta e percepire i prodromi dell’abbassamento eccessivo di glucosio nel sangue possono portare a un calo di autostima e alla sensazione di dipendere dal prossimo. Spesso per questo motivo, si tende a diminuire l’aderenza alla terapia e agli stili di vita raccomandati.
Anche i familiari di persone con diabete, specialmente di bambini e ragazzi, vivono con preoccupazione l’eventualità di un’ipoglicemia, specialmente se notturna e quindi meno prevenibile.
L’adesione meticolosa alla terapia con insulina e l’impiego di farmaci flessibili che garantiscano una lunga durata d’azione sono di grande aiuto nel ridurre l’eventualità di ipoglicemie notturne; questi fenomeni, con l’avanzare della ricerca, stanno diventando meno frequenti e meno preoccupanti.
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