Com’è fatto il nostro occhio?

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L’occhio con tutte le sue strutture – in estrema sintesi – è paragonabile a una macchina fotografica dove le due lenti, cornea e cristallino, rappresentano il sistema ottico; la pupilla funziona come il diaframma che si restringe e si allarga in base alla quantità di luce che penetra nell’occhio e la retina, la membrana nervosa, si trova nella parte posteriore dell’occhio e funge da pellicola fotosensibile che viene impressa dai raggi luminosi. Nell’occhio, è la retina che riceve l’immagine e la registra.

La struttura dell’occhio

Gli occhi (bulbi oculari) hanno una lunghezza di circa 24 mm e sono localizzati all’interno delle cavità orbitali ossee del cranio.

La superficie dell’occhio è formata da tre strati, le tuniche:

  1. la tunica esterna fibrosa si compone della cornea, ricurva e trasparente, rifrange i raggi luminosi in arrivo e della sclera che costituisce la parte bianca e opaca dell’occhio e contribuisce alla sua forma. Cornea e sclera sono ricoperte e umettate da una membrana mucosa trasparente, la congiuntiva;
  2. la tunica intermedia vascolare contiene l’iride (la parte colorata dell’occhio), il corpo ciliare (possiede muscoli che modificano la forma del cristallino) e la coroide, i cui vasi sanguigni irrorano tutte le tuniche;
  3. la tunica interna, che riveste tutta la parte posteriore del bulbo oculare è la retina, una membrana neuro-vascolare che presenta una ricchissima rete di vasi sanguigni e di cellule nervose fotosensibili.
come è fatto il nostro occhio

Per gentile concessione di CAMO – dr. Lucio Buratto

La cornea

La cornea è la piccola calotta convessa, trasparente (come un vetro di orologio) che chiude la parte anteriore del bulbo oculare. La cornea, per consentire una buona visione, deve essere completamente trasparente e di forma regolare; in caso contrario, la vista ne viene compromessa in modo più o meno rilevante in relazione all’entità dell’anomalia.
La cornea è la lente più “importante” dell’occhio. L’efficienza ottica della cornea sana dipende da due sue caratteristiche, straordinarie per un tessuto biologico: una perfetta trasparenza e una curvatura regolare.

Il cristallino

Davanti al corpo vitreo e subito dietro la pupilla, si trova il cristallino, una lente biconvessa, incolore, flessibile e  trasparente per consentire ai raggi luminosi di entrare e di attraversare tutta la struttura oculare fino ad andare a sensibilizzare le cellule nervose, cioè i fotorecettori della retina (dove l’immagine si forma capovolta), che convogliano poi il messaggio visivo lungo il nervo ottico di ciascun occhio fino alla parte posteriore del cervello dove viene elaborata l’immagine visiva finale. Se il cristallino non è trasparente (opaco), come in caso di cataratta, la vista è compromessa. In questo caso, si può eliminare la lente opacizzata e  metterne una trasparente (cristallino artificiale).

L’iride

L’iride è la membrana a forma di disco, con un foro al centro (pupilla) che si trova tra la cornea e il cristallino. È la struttura che conferisce il colore ai nostri occhi (azzurri, verdi, marroni, grigi etc).

La pupilla

La pupilla è paragonabile al diaframma della macchina fotografica che regola la quantità di luce che deve raggiungere la retina. Al buio si allarga, alla luce si restringe.

La retina e la macula

La retina è la tunica neuro-vascolare dell’occhio e riveste tutta la superficie interna del bulbo oculare. Ha una struttura particolarmente complessa e affascinante, con diversi strati di cellule sovrapposti (vedi figura sottostante).

Cellule della retina

Nella parte centrale della retina si può distinguere una piccola area molto sensibile alla luce, la  macula, responsabile della visione nitida e dettagliata. È una zona estremamente delicata, con la maggiore densità di fotorecettori, soprattutto coni. I coni sono specializzati per la ricezione della luce intensa e per la visione dei colori; sono di tre tipi e reagiscono al verde, al rosso e al blu (colori primari).
La macula è un’area particolarmente delicata e, per questo motivo, risulta più vulnerabile a fenomeni patologici e degenerativi. Quando la macula è danneggiata si ha la maculopatia (la maculopatia diabetica è una delle complicanze del diabete più invalidanti) che si manifesta con visione distorta oltre che riduzione della vista e percezione alterata dei colori.

L’area più periferica della retina consente di vedere l’insieme del campo visivo anche in condizioni di scarsa luminosità. È più ricca di bastoncelli, fotorecettori che contengono solo un tipo di pigmento fotosensibile, non distinguono i colori e sono specializzati per la ricezione della luce debole.
Stimolati dalla luce, coni e bastoncelli producono segnali elettrici che inducono le cellule nervose dell’occhio a trasmettere gli impulsi dal nervo ottico al cervello che le interpreta come informazioni visive (immagini).

Guardiamo con gli occhi ma vediamo con il cervello.

I nervi ottici

I due nervi ottici sono formati ciascuno da 500.000-1.000.000 di fibre che provengono dalle cellule della retina e formano le vie nervose dell’occhio che, uscendo dalla parte posteriore dell’occhio, trasmettono gli impulsi visivi alla corteccia cerebrale. I due nervi ottici si incrociano nel cosiddetto chiasma ottico e poi continuano verso la corteccia occipitale. In caso di glaucoma, un numero crescente di fibre nervose perde la sua capacità funzionale e ciò si traduce in una progressiva perdita di vista.

Vista e cervello

Per gentile concessione di CAMO – dr. Lucio Buratto

Le cavità dell’occhio

La cavità anteriore dell’occhio presenta due camere (anteriore e posteriore) piene di umor acqueo, liquido ricco di ossigeno, glucosio e proteine. Questo liquido viene prodotto dal corpo ciliare che controlla la capacità di messa a fuoco del cristallino (accomodazione).
La cavità posteriore dell’occhio è piena di una sostanza gelatinosa, trasparente e rifrattiva, chiamata umor vitreo. È composta prevalentemente da acqua (99%) con una piccola quantità di elettroliti, fibre collagene e acido ialuronico.
Entrambi gli umori contribuiscono alla stabilità della pressione interna che mantiene la forma dell’occhio. L’umor vitreo consente alla retina di rimanere a contatto con gli altri strati.

Strutture annesse all’occhio

Numerose strutture muovono, lubrificano e proteggono gli occhi da lesioni e infezioni: le ossa orbitali della cavità oculare, i sei muscoli del bulbo oculare ancorati alla sclera, le ghiandole e i dotti lacrimali (drenano le lacrime nella congiuntiva, membrana mucosa che copre e protegge la superficie anteriore dell’occhio), le sopracciglia, le palpebre e le ciglia.

Il film lacrimale è lo strato di liquido che bagna le strutture anteriori dell’occhio, ossia l’interfaccia tra l’occhio e l’ambiente. La luce giunge all’occhio passando  attraverso le lacrime; la presenza quindi di un buon strato di lacrime è fondamentale per consentire all’occhio di avere una buona visione.
Oggi, sono molti i fattori che possono portare alla cosiddetta sindrome dell’occhio secco ovvero a un’alterazione e disidratazione del film lacrimale. Le donne sembrano essere il genere più predisposto all’occhio secco; oltre all’invecchiamento, altri fattori che possono incidere sono le alterazioni ormonali, le malattie croniche, fumo e alcolici ma anche fattori ambientali come l’inquinamento atmosferico, l’utilizzo eccessivo di aria condizionata, le lenti a contatto, l’uso di computer, smartphone e altri dispositivi con schermo luminoso.

References

  • La vista umana
    A cura di Lucio Buratto – Marsilio Editore, Venezia, 2011
  • Anatomy of the Eye – National Eye Institute (NEI) Photos and Images
  • Connie S McCaa – The Eye and Visual Nervous System: Anatomy, Physiology and Toxicology. Environmental Health Perspectives Vol 44, pp. 1-8, 1982
  • Richard S Snell,Michael A. Lemp – Clinical Anatomy of the Eye. Blackwell Publishing Ltd, 2015
  • Ignazio Sfragara – Elementi di oculistica per il medico di Medicina Generale. CG Ediz. Medico-Scientifiche, 2015
  • Paola L. Marmiroli,Guido A. Cavaletti – Elementi di anatomia ed istologia oculare. Aracne Ed, 2009
  • Leslie P Gartner, James L Hiatt – Istologia. EdiSES, 3° Ed, 2010

** CAMO, il Centro Ambrosiano Oftalmico, è un centro oculistico d’eccellenza con sede a Milano. Fondato dal Dott. Lucio Buratto, rappresenta da sempre il punto di riferimento dell’oculistica italiana ed internazionale nell’ambito del segmento anteriore e posteriore dell’occhio, per la diagnostica, la correzione  e la cura dei difetti e della patologie visive.
Il Centro Ambrosiano Oftalmico è specializzato nella cura della cataratta, delle patologie della retina e della cornea, ed è fra i centri pionieri nel trattamento dei difetti come miopiamiopia forteipermetropiaastigmatismo e presbiopia tramite intervento laser o altre tecniche chirurgiche come l’impianto di lenti intraoculari.
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