Alimentazione: poche semplici regole per pedalare quando c’è il diabete. I consigli del dr. G. Fatati, Presidente Fondazione ADI

Pedalare è un esercizio salutare per le persone con diabete, sia con passo agonistico, sia amatoriale. E’ di particolare attualità affrontare il tema mentre una squadra professionistica interamente formata da atleti con diabete di tipo 1, il Team Novo Nordisk, si avvia a gareggiare, sabato 17 marzo 2018, nella “classicissima” Milano-Sanremo, la più amata fra le corse italiane non a tappe.

Qual è la corretta alimentazione, che consente di tenere sotto controllo l’equilibrio della glicemia e il peso corporeo, quando si pratica attività sportiva?
Al netto delle specifiche esigenze individuali, esistono regole comuni, in materia di alimentazione, per le persone con diabete che praticano sport?
Lo spiega il dott. Giuseppe Fatati, presidente della Fondazione ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione clinica).

“Gli accorgimenti da adottare sono semplici – spiega il dott. Fatati -: innanzitutto, bisogna consumare pasti completi e bilanciati nella loro composizione di nutrienti, tre ore prima della prestazione sportiva; ore che diventano due nel caso di cibi ricchi di glucidi complessi. È poi fondamentale idratarsi in maniera adeguata, preferibilmente con bevande che permettano, grazie a un adeguato contenuto di zuccheri, di ripristinare il glicogeno muscolare consumato durante l’esercizio fisico”.

Esistono accortezze particolari? Quali sono necessarie?

“In genere, è sempre valida la regola di suddividere in cinque pasti, tre principali e due spuntini, l’apporto calorico totale giornaliero. La quota principale deve arrivare dai carboidrati (60%), per lo più carboidrati complessi, a cui seguono i grassi, meglio se grassi vegetali (28-30%) e le proteine (12-15%). In caso di attività agonistica, l’alimentazione va integrata, sempre tenendo conto dell’anticipo di tre ore rispetto alla prestazione, con un supplemento calorico glucidico da assumere 15-30 minuti prima della gara: ad esempio, uno snack ricco di carboidrati complessi. L’obiettivo è quello di prevenire l’ipoglicemia post-esercizio, accorgimento assolutamente necessario per gli atleti con diabete. Si può dire che, quando l’attività fisica è svolta due o tre volte la settimana a media intensità, la dieta per la persona con diabete, specie se in sovrappeso, non presenta modifiche sostanziali rispetto al regime alimentare abituale concordato con il medico diabetologo”.

Dottor Fatati, volendo schematizzare: quali sono le indicazioni principali da osservare nella dieta della persona sportiva con diabete?

“È importante tenere sempre ben presenti quattro punti: 1) mantenere l’idratazione; 2) costituire adeguate riserve muscolari ed epatiche di glicogeno; 3) prevenire l’ipoglicemia; 4) ridurre al massimo ogni condizione di disagio gastrointestinale. Il tutto, sottolineando l’importanza del confronto costante con il medico diabetologo per la definizione di un’alimentazione adeguata, oltre che un’attenta analisi delle condizioni del singolo individuo in modo da assicurarsi dell’appropriatezza dell’attività fisica selezionata”.

Quali benefici, e anche quali rischi, comporta in particolare il ciclismo, per la persona con diabete?

“Il ciclismo può portare grandi benefici. È uno sport di fondo, caratterizzato dall’aumento dell’assorbimento di glucosio da parte dei muscoli. Per questo motivo è importante consumare i carboidrati, idealmente tramite prodotti che ne abbiamo un contenuto noto, regolandone la dose in base alla glicemia del momento. Particolare attenzione occorre se l’attività fisica viene svolta di pomeriggio o di sera: ciò innalza il rischio di ipoglicemie notturne in persone con diabete di tipo 1. In questo caso, facendo seguito alle raccomandazioni ADI-AMD-SID, si consiglia, sulla base del monitoraggio glicemico costante, un’integrazione di carboidrati”.

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