Indice glicemico e carico glicemico: significato, differenze e vantaggi
L’indice glicemico è un indicatore importante per chi soffre di diabete. Seguire una dieta a base di alimenti con IG basso può permettere un migliore controllo della glicemia.
Ha conseguito la Laurea in Scienze Biologiche presso l’Università degli Studi di Parma. Ha frequentato per due anni il Dottorato in Biologia Cellulare e Molecolare dell’Università dell’Insubria. Iscritto all’Ordine Nazionale dei Biologi. Il Dr. Cariolo ha arricchito la propria formazione frequentando corsi di aggiornamento professionale rientranti nella formazione continua in medicina (ECM) nell’ambito della nutrizione e alimentazione umana.
Ha condotto attività di ricerca, prima presso il dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare dell’Università degli Studi di Parma e, in seguito, presso la Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor (Ospedale San Raffaele Milano). È stato docente presso Accademia Avvenire srl.
Ha collaborato e collabora come consulente nutrizionista in numerosi progetti di rilevanza nazionale e per alcuni portali web quali, ad esempio, diabete.com.
Ha realizzato progetti e corsi per scuole e centri medici mirati all’educazione alimentare.
Partecipa sistematicamente a Congressi Nazionali ed eventi inerenti la disciplina di sua competenza.
L’indice glicemico è un indicatore importante per chi soffre di diabete. Seguire una dieta a base di alimenti con IG basso può permettere un migliore controllo della glicemia.
La risposta dell’ormone insulina non sempre segue la risposta della glicemia dopo l’assunzione di un alimento o di un pasto. L’indice insulinico nasce per esprimere l’effetto di un dato alimento sui livelli ematici di insulina (insulinemia).
L’indice insulinico può essere utilizzato per integrare le informazioni basate sull’indice glicemico, soprattutto per alcuni alimenti e per il modo con cui associarli.
Alcuni studi hanno valutato i benefici del consumo regolare di semi di lino e altri semi e frutta a guscio nella prevenzione e gestione a tavola del prediabete e del diabete tipo 2 (T2D).
Il dr. Cariolo dà risposta alle principali domande che sorgono durante la stagione estiva e che magari hanno insite credenze o errori difficili da sradicare.
Dolcificanti o edulcoranti sono sempre più diffusi, sia da coloro che soffrono di disturbi del metabolismo (diabete, obesità, dislipidemia) sia da chi vuole ridurre l’apporto calorico di bevande e cibi altrimenti.
Principali novità: verso un’alimentazione plant-based, obiettivi di prevenzione per sale, zuccheri e grassi saturi ed estensione dell’elenco degli alimenti inclusi nelle porzioni standard.
Il cibo che consumiamo influenza fortemente il rischio di sviluppare il diabete tipo 2 e il modo in cui riusciamo a tenerlo sotto controllo o a farlo regredire.
In soggetti affetti da diabete tipo 2 l’uso dei FOS sembra migliorare la glicemia, i profili lipidici e immunologici con una riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare legati alla patologia.
Emergono benefici interessanti del peperoncino piccante per la prevenzione di molte patologie croniche: obesità, diabete, malattie cardiovascolari, e disturbi gastrointestinali, tumori, dermatopatie e vescica neurologica.
Il pomodoro è uno degli ortaggi protagonisti dell’estate e della cucina italiana. Nonostante oggi lo si trovi presente tutto l’anno, il pomodoro dà il meglio di sé in estate, quando matura…. secondo natura.
Le ciliegie sono molto ricche di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie, meno caloriche di altri frutti, aumentano la diuresi e migliorano le funzioni intestinali.
Il termine “pseudo-cereali” comprende un gruppo di piante i cui frutti sono dei chicchi simili a quelli prodotti dalle graminacee con una grande somiglianza nutrizionale.
I cachi sono frutti energetici amati, per il loro gusto dolce e per la polpa carnosa e morbida, anche da bambini, anziani e sportivi; sono nutrienti e ricchi di composti bioattivi, fibre, vitamine e minerali.
Dolcificanti o edulcoranti sono sempre più diffusi. Il mercato propone i dolcificanti naturali come validi sostituti acalorici dello zucchero senza i potenziali effetti tossici degli edulcoranti chimici.
Il sale impiegato in cucina è il cloruro di sodio. È quest’ultimo, il sodio, che una volta aggiunto ai cibi conferire loro sapore. L’eccesso di sale è attualmente uno dei principali errori alimentari.
Un recente studio ha evidenziato che un alto consumo di prodotti industrializzati espone i soggetti con diabetice ad un’aumentata mortalità.
Una recente review pubblicata su Plus One il 20 luglio 2023 ha evidenziato come la curcuma sia in grado di abbassare i livelli di glicemia e colesterolo.
È dimostrato che il consumo regolare di cibi integrali può aiutare nella gestione del peso corporeo e a ridurre il rischio di insorgenza di disturbi cardiaci, metabolici, come il diabete di tipo 2, e di alcune forme di tumore.
Il consumo di lupini è associato con un minor rischio di sviluppare sovrappeso, obesità, diabete e disturbi cardiovascolari. Il consumo regolare consente di ridurre gli alimenti di origine animale.
Cottura alla griglia? Con moderazione. Il rischio? La formazione di AGE, dall’inglese “Advanced Glycation End-products”, composti derivati dallo zucchero creati nell’organismo per glicazione.
La fibra alimentare svolge un ruolo importantissimo per la salute dell’organismo e dell’intestino: può dare molti benefici a chi soffre di diabete, sindrome metabolica, diverticolosi, obesità.
La pasta può essere mangiata anche con il diabete di tipo 2, senza abbuffarsi. A distanza e senza un’accurata visita non è possibile indicare una porzione e/o una frequenza di consumo.
Le bevande light sono bevande a cui vengono aggiunte sostanze artificiali che non sono chimicamente degli zuccheri: non sono altro che additivi chimici che possono sostituire lo zucchero per rendere dolce la bevanda.
Gli agrumi rappresentano un alleato per chi soffre di diabete di tipo 2 e non solo. I frutti derivanti dalle piante del genere “Citrus” possono essere d’aiuto anche in condizioni di obesità, uricemia e gotta, ipertensione, arteriosclerosi, sindrome metabolica.
Il diabete di tipo 2 (DT2) è in costante aumento nella popolazione. Il consumo abituale di caffè, alimento dal largo consumo in Italia come nel mondo, sembra favorire un abbassamento del rischio di sviluppo del diabete di tipo 2.
Arrivano le festività natalizie e l’anno nuovo e la prima cosa a cui pensiamo sono i pranzi e le cene con familiari e amici ricche di dolci, cibi elaborati e porzioni abbondanti.
Natale e Capodanno: se da un lato le cene delle feste sono il momento migliore per rilassarsi e godersi la famiglia dall’altro possono trasformarsi in “pericoli” per la salute, soprattutto per le persone con diabete e/o con sindrome metabolica.
Mangiare sano si può anche durante le feste. È un comportamento che dovrebbero seguire tutti ma in particolare i soggetti affetti da diabete di tipo 2, ancora di più se in eccesso di peso.
Davanti a un alimento dal sapore dolciastro un soggetto diabetico non sa mai come comportarsi. La zucca è uno di quegli alimenti che genera questo tipo di confusione e, di conseguenza, tanti falsi miti.
Negli ultimi anni gli studi sui ritmi circadiani, la cronobiologia, la crononutrizione e gli effetti sul metabolismo e la salute umana hanno avuto una larga diffusione.
La nutrizione molecolare promette di essere più efficace per prevenire le patologie più diffuse del nostro tempo come diabete di tipo 2, sindrome metabolica, obesità, ipertensione.
Occorre maggiore consapevolezza: il metodo di cottura può avere un effetto molto importante sulla salute e la prevenzione di patologie come diabete di tipo 2 e ipertensione arteriosa.
Il diario alimentare è uno strumento molto utile per monitorare e capire le abitudini e i comportamenti alimentari di una persona. Ecco alcuni suggerimenti utili!
APP utili che aiutano il calcolo della quantità di carboidrati degli alimenti, in modo semplice e veloce. Eccone alcune utilizzate da persone con diabete tipo 1 e con diabete tipo 2 in terapia con insulina.
La conta dei carboidrati nel diabete (CHO counting) è un metodo per pianificare il pasto del paziente diabetico e determinare la dose d’insulina necessaria per metabolizzare la quantità di carboidrati consumati.
Come migliorare l’alimentazione? Aumentando il consumo di fibre, vitamine e minerali, riducendo l’apporto di zucchero e sale. Leggi di più!
Per chi ha il diabete di tipo 1 o il diabete di tipo 2 in terapia insulinica e fa la conta dei carboidrati (conta-CHO) è importante pesare gli alimenti. Ecco alcune considerazioni ed esempi pratici.
Prova a confrontare i volumi dei cibi di una tua giornata alimentare (colazione, pranzo e cena) con i volumi delle tue mani. Fai il paragone con i cibi già serviti, pronti per essere mangiati.
Leggere le etichette può contribuire alla prevenzione delle malattie: è possibile fare scelte più sane e più corrette in termini di apporto ed equilibrio tra i nutrienti e nel lungo termine questo può fare la differenza.
L’amaranto come la Quinoa è uno pseudocereale ricco sia in macronutrienti che in micronutrienti compresi vitamine e minerali. Le proteine sono di elevata qualità grazie al buon equilibrio di aminoacidi essenziali.
Negli ultimi anni le diete vegetariane hanno fatto proseliti e le stime sono per un’ulteriore crescita. Qual è l’effetto positivo che possono avere sulla salute? Possono aiutare in caso di obesità, sindrome metabolica, diabete tipo 2 e altre patologie degenerative?
In cucina la curcuma non fa parte della tradizione culinaria italiana ma i benefici di questa spezia sono tali da consigliarne l’uso anche nella dieta mediterranea e non solo per chi ama i sapori esotici e quindi fare un tentativo per imparare a utilizzarla.
Come noto un eccesso di sale contribuisce ad alzare i valori di pressione e favorisce l’ipertensione arteriosa, che è già a maggior rischio nella persona con diabete.
Le uova sono da sempre al centro del dibattito salutistico: per alcuni sono tra gli alimenti più nutrienti mentre per altri sono da evitare per l’elevato contenuto di colesterolo.
L’olio di palma è ricavato dai frutti di alcuni tipi di palme da olio in seguito ad alcuni processi di estrazione e raffinazione. È uno dei pochi oli vegetali ad alto contenuto di grassi saturi e si presenta semi-solido.
La frutta contiene zuccheri ma per poter conciliare iperglicemia e/o diabete di tipo 2 e consumo di frutta occorre considerare il “carico glicemico” del frutto e del pasto.
Il sesamo, così come la soia, è uno di quegli allergeni nascosti che stanno provocando un aumento di intolleranze alimentari e in alcuni casi di vere e proprie allergie anche nei Paesi occidentali.
Il breath test o test del respiro, misura l’anidride carbonica emessa con il respiro. Questo test viene usato per la diagnosi di intolleranza al lattosio, al fruttosio e al sorbitolo.
Nel diabete di tipo 1 c’è una correlazione con il diabete di tipo 1 e la celiachia. In questi soggetti la celiachia può dare origine a problemi di intolleranza al lattosio.
La nefropatia che può manifestarsi nelle persone con diabete e in chi soffre di ipertensione arteriosa è una condizione di insufficienza renale cronica. Una corretta alimentazione può aiutare a proteggere i reni.
Sempre più studi dimostrano che esiste una stretta relazione tra zuccheri, edulcoranti naturali e dolcificanti artificiali con il microbiota intestinale.
La prevenzione del diabete di tipo 2 è legata al consumo di cereali integrali. Gli studi diventano sempre più solidi e i meccanismi molecolari iniziano a essere chiariti ma nonostante la complessità fisiologica e biochimica del tema gli effetti sembrano semplici da imparare e ricordare.
Un elevato consumo di zucchero è stato messo in relazione con una serie di patologie o di condizioni metaboliche che possono contribuire allo sviluppo di malattia. Tra le prime il diabete di tipo 2 e le patologie cardiovascolari mentre tra le seconde l’obesità, l’insulino-resistenza e la steatosi epatica (fegato grasso).
È necessario avere una corretta e sana alimentazione, ben bilanciata e tarata per le condizioni personali e che possa essere la più varia possibile perché con pochi alimenti non si è mai in grado di garantire tutte le sostanze di cui il corpo ha bisogno.
Le persone con diabete hanno un rischio maggiore di sviluppare altre patologie. Oltre alle complicanze croniche del diabete possiamo annoverare un maggiore rischio di infezione in vari distretti corporei.
La dieta mediterranea può rivelarsi utile nella gestione del diabete. Ai benefici conosciuti sul profilo della glicemia, livelli di emoglobina glicata e prevenzione delle complicanze cardiovascolari, renali, neuronali si aggiungono i benefici sulle funzioni cognitive.
La fibra alimentare è un potente alleato della nostra salute. Tutti concordano nel correlare il consumo di fibra alimentare con un rischio più basso di ammalarsi di diabete tipo 2, alcuni tumori e di patologie cardiovascolari fino ad abbassare il rischio di morte.
Diabete di tipo 2: ci sono nuove evidenze che chi ne soffre può ottenere vantaggi sulla gestione della malattia e sulla riduzione del rischio cardiovascolare con una dieta vegetariana.
Le donne con diabete, rispetto agli uomini, presentano una maggiore mortalità, dovuta alle complicanze della malattia. Il rischio di alcune complicanze diabetiche e la gravità delle stesse risulta essere maggiore nella donna.
In tutto il mondo, gli esperti di nutrizione raccomandano da sempre di seguire una dieta bilanciata basata principalmente su cereali, legumi, ortaggi e frutta ma solo da qualche anno mettono l’accento sull’importanza del consumo di cereali integrali.
Smartfood è la prima dieta italiana con un marchio scientifico: nasce in collaborazione con un grande centro, l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano.
I legumi hanno notevoli proprietà nutrizionali e il loro consumo è associato con un minor rischio di sviluppare sovrappeso, obesità, diabete e disturbi cardiovascolari.
L’approccio migliore è quello di partire dalle abitudini alimentari della persona con diabete e dal suo stile di vita, valorizzando le abitudini coerenti con la sua condizione e rendendo meno frequenti le abitudini meno adeguate e/o scorrette.
Il passaggio dall’età matura alla vecchiaia, oltre a indurre cambiamenti nell’aspetto fisico e nelle abitudini di vita della persona diabetica, determina anche una modificazione delle richieste nutrizionali.
È pieno di gente che ha sviluppato il diabete pur non mangiando cibo spazzatura. La genetica, l’alimentazione, lo stile di vita attivo o sedentario, sono alcuni dei fattori che giocano un certo ruolo nello sviluppo della patologia.
La persona con diabete che soffra di celiachia dovrà assumere alimenti senza glutine, controllare l‘introito di carboidrati e zuccheri semplici e introdurre un adeguato apporto di fibre.
Grassi saturi: un recente articolo del Time li scagiona dall’accusa di favorire diabete, obesità, e malattie cardiovascolari. Questo continuo tira e molla su grassi buoni o grassi cattivi crea molta confusione tra noi comuni mortali.
Con il termine fibra alimentare si classificano quelle sostanze di origine vegetale che non possono essere assorbite dall’intestino. Alcune proprietà di queste sostanze come la viscosità, la capacità di trattenere l’acqua e il miglioramento della motilità intestinale rendono la fibra…