Centro America: “pura vida”

IL VIAGGIO DI CLAUDIO CON IL DIABETE DI TIPO 1. UN MODO PER CONOSCERSI E METTERSI ALLA PROVA

Sono ormai oltre 500 giorni che viaggio senza aerei alla scoperta del mondo. Dopo Asia, Australia, Nord America sono arrivato al capolinea anche del centro America. Ho attraversato Messico di cui vi ho già raccontato, e poi Belize, Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica e Panama. Sono tutti stati bellissimi e coinvolgenti. Il mio compagno di viaggio, il diabete, ha retto molto bene anche in questa parte del mondo.

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Dal Guatemala in giù, addio al junk food, benvenuto al “pranzo del giorno”
Scendendo verso sud i fritti ed il cibo spazzatura sono progressivamente diminuiti e la frutta tropicale ha iniziato a farla da padrona.
La banana, o meglio il platano, ovvero la banana verde non dolce è sempre presente dal Guatemala in giù, in ogni piatto, ad ogni pranzo. Fritta o alla griglia è l’accompagnamento principale della dieta centroamericana.
Così come il mais, presente in ogni sua sfaccettatura.
Quello che ho amato più del centroamerica sono i pranzi tipici. In pratica ogni ristorante locale offre un pranzo del giorno a pochi dollari, spesso meno di due, che permette di scoprire tutti i gusti locali. La difficoltà più grande nasce dall’essere vegetariano, in questa parte del mondo uno status sempre più difficile da rispettare.
Cedo qualche volta al pesce e al pollo per potermi garantire un’alimentazione adeguata.
Quando le alternative scarseggiano, come in questa parte del mondo, sarebbe da incosciente nelle mie condizioni perseverare con questa scelta.

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In Nicaragua, per il giro di boa
Ho festeggiato il mio giro di boa, i miei primi 500 giorni in viaggio mentre mi trovavo in Nicaragua, a Lèon.  Ero sulla vetta del vulcano Cerro Negro.
Ho cominciato a respirare una strana sensazione, sento che sto tornando a casa. Tanto mondo manca ancora da scoprire, ma sempre nuove consapevolezze crescono dentro di me.
Innanzitutto a chi mi dava dell’irresponsabile o del pazzo per partire alla volta di un viaggio del genere con il diabete posso rispondere finalmente con i fatti.
Grazie ad una vita sempre in movimento e ad un’attenzione costante ai valori glicemici il mio profilo glicemico è migliorato ed è maggiormente sotto controllo rispetto a casa. Questo perché essendo da solo sulla strada non posso permettermi errori. Non posso dare nulla per scontato come a casa.
Qui, sulla strada, nel mondo, posso contare solo su me stesso e il diabete tipo 1 meglio è controllato e più è un compagno silenzioso.
Ora mi aspetta il Sudamerica e l’Africa. Nuovi mondi e 500 nuovi giorni di scoperte e consapevolezze.

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Per chi volesse donare a Human Traction. Anche una piccola offerta può fare la differenza per loro, soprattutto dopo il dramma del Nepal. Alcune realtà fotografate da Claudio nel suo viaggio non esistono più. L’indirizzo per tutte le informazioni è il seguente: www.humantraction.org

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Tutte le foto riportate sono scattate e gentilmente concesse da Claudio Pelizzeni durante il suo viaggio senza aerei.

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