Oltre alla tua storia clinica (anamnesi) e a una visita generale, il tuo medico valuterà con attenzione, attraverso un accurato esame fisico e neurologico la sensibilità periferica e i tuoi riflessi, per mettere in luce un’eventuale forma, anche lieve, di neuropatia periferica.
Una prima batteria di esami neurologici viene in genere eseguita direttamente dal tuo diabetologo o neurologo durante la visita, utilizzando strumenti molto semplici.
Ecco alcuni esempi.
La sensibilità vibratoria all’alluce
Viene valutata inizialmente grazie a un piccolo diapason (strumento costituito da una sorta di forchetta di acciaio che, una volta percossa, emette vibrazioni). Il diapason viene posizionato alla base del’alluce e percosso in modo da valutare fino a che soglia si percepisce la vibrazione.
Il biotesiometro è un altro strumento, più preciso rispetto al diapason, per misurare la sensibilità vibratoria.
La sensibilità tattile (test del monofilamento di 10 g)
Viene valutata appoggiando, con sequenza casuale, un sottile filo di nylon su diversi punti prestabiliti della pianta del piede. Si registra qual è la percezione del contatto.
I riflessi
Vengono valutati, per esempio percuotendo con un apposito martelletto il polso, il ginocchio, il tendine di Achille, le caviglie e/o la pianta dei piedi con lo scopo di evidenziare eventuali alterazioni nervose.
Se questi semplici esami, associati a un’accurata ispezione del piede (Diabetic Neuropathy Index o DNI) dovessero evidenziare i primi sintomi di neuropatia periferica, il tuo medico perfezionerà la diagnosi con esami specifici più approfonditi, per esempio l’elettromiografia, utilizzata per misurare la velocità di conduzione degli impulsi nervosi a livello delle gambe.