Damilano, medaglia d’oro olimpica e preparatore atletico: “Campioni col diabete e campioni anche tutti i giorni”

Damilano, medaglia d’oro olimpica e preparatore atletico: “Campioni col diabete e campioni anche tutti i giorni”

Non ci sono solo professionisti del ciclismo, come gli atleti del Team Novo Nordisk, ma campioni in numerose altre discipline sportive: il diabete non ostacola il successo nello sport. Parola di un campione olimpico, Maurizio Damilano, medaglia d’oro a Mosca 1980 e due volte campione mondiale della 20 km di marcia. Damilano è l’ideatore del nome e del metodo del “fitwalking”, camminata sportiva per il benessere, non competitiva, disciplina da lui lanciata e sviluppata in Italia.

Nel rush finale per gli atleti del Team Novo Nordisk, verso la classicissima del ciclismo Milano-Sanremo che si correrà sabato 17 marzo 2018, è particolarmente rilevante ascoltare il parere di un esperto della preparazione fisica, soprattutto in rapporto alle esigenze delle persone con diabete di tipo 1.

Maurizio Damilano è chiarissimo: indicazioni mediche e terapeutiche a parte, “non esistono differenze nella preparazione di un atleta con diabete di tipo 1 rispetto ad un atleta non patologico”.

“Naturalmente – avverte il campione olimpico – determinante è la capacità di gestione del diabete da parte del singolo atleta, in modo che possa controllare al meglio la situazione”. In qualche modo, la necessità di maggiore controllo, aumenta la consapevolezza dello sportivo, lo induce a un più scrupoloso monitoraggio della propria forma in rapporto alle performance.

“Il fatto che non vi siano situazioni che differenziano in modo particolare la preparazione di un atleta con diabete di tipo 1 nello sport di alto livello – evidenzia Damilano – è proprio indicato dall’esistenza di atleti che, nonostante il diabete, hanno ottenuto risultati di altissimo profilo laddove viene richiesta alta prestazione. Abbiamo campioni del mondo, campioni olimpici e atleti dalle importanti carriere professionistiche che dimostrano tutto ciò”.

Il discorso vale per sport ad alta intensità d’impegno fisico, e, a maggior ragione, si applica anche a sport svolto a livello amatoriale, purché praticato eseguendo controlli e rispettando regole. Sempre parlando di persone con diabete di tipo 1, infatti vanno tenute presenti le principali differenze fra un programma di preparazione per un atleta professionista rispetto a quelle di chi svolge con costanza attività sportiva amatoriale.

“L’aspetto più evidente, per un atleta professionista inserito in un team dove un medico-diabetologo è sempre a disposizione, risiede nella possibilità di essere monitorato con continuità, rispetto a un praticante amatore. Dalla mia esperienza – conclude Maurizio Damilano -, posso affermare di aver visto persone con diabete svolgere attività sportiva anche intensa senza particolari problemi se non quello, che problema non è, di veder crescere, giorno dopo giorno, la propria esperienza nella gestione del diabete e di conseguenza nell’esperienza anche di trovare il giusto equilibrio nell’utilizzo dei carichi di lavoro”.

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