Demenza: quali sono i trattamenti disponibili oggi?

Demenza: quali sono i trattamenti disponibili oggi?

Ad oggi, non esistono trattamenti in grado di arrestare o far regredire la demenza. Tuttavia, esistono farmaci che agiscono sul sistema colinergico, una parte del sistema nervoso centrale in cui l’azione è mediata dall’acetilcolina, un neurotrasmettitore fondamentale per il mantenimento delle funzioni cognitive. Nei pazienti con decadimento cognitivo lieve (MCI) e demenza, la trasmissione colinergica è compromessa, e per questo motivo la terapia mira a potenziare questo sistema.

Terapie per Potenziare il Sistema Colinergico

Le terapie attuali per il potenziamento del sistema colinergico si basano su due approcci principali:

  1. Aumento della produzione di acetilcolina
    Questo approccio viene attuato attraverso la somministrazione di precursori della colina, come colina alfoscerato (L-alfa-glicerilfosforilcolina, GPC), citicolina e colina bitartrato.
  1. Inibizione della degradazione dell’acetilcolina
    Il secondo metodo consiste nell’inibire gli enzimi acetilcolinesterasi, responsabili della degradazione dell’acetilcolina, permettendo così di mantenere maggiori quantità di questo neurotrasmettitore nel cervello.

Anticorpi monoclonali: una nuova speranza?

La ricerca scientifica orientata a individuare terapie che possano modificare la storia naturale della malattia (Disease-Modifying Therapies, DMT) si basa sull’ipotesi della cascata amiloidea. Secondo questa teoria, l’evento centrale della neurodegenerazione alla base della demenza è l’accumulo di aggregati di proteine anomale in aree specifiche del cervello, tra cui le placche di β-amiloide e i grovigli neurofibrillari di proteina Tau iperfosforilata.

Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (FDA) ha approvato due anticorpi monoclonali, aducanumab e lecanemab, diretti contro le diverse forme di β-amiloide. Questi farmaci si sono dimostrati efficaci nel rimuovere le placche amiloidee, ma i miglioramenti osservati nelle capacità cognitive e funzionali sono stati minimi. Inoltre, i trattamenti sono associati a un significativo aumento di eventi avversi. Ulteriori studi sono in corso.

Recentemente, il Comitato tecnico per i medicinali a uso umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha raccomandato di non autorizzare la commercializzazione del lecanemab, poiché i benefici nel ritardo del declino cognitivo non sono sufficienti a compensare i rischi di eventi avversi gravi.

Integratori alimentari: cosa dice la scienza?

Ad oggi, non esistono prove scientifiche solide a supporto dell’utilità degli integratori alimentari, come la vitamina E, l’acido folico o altre formulazioni specifiche, per il trattamento della demenza, salvo in casi di carenze documentate.

Allo stesso modo, non ci sono evidenze a favore dell’efficacia di: ginseng, ginkgo biloba, uperzina A, o di altri composti a base di erbe, antiossidanti come gli omega-3, il selenio, il oligomannato di sodio (GV-971) o diete chetogeniche, nonostante se ne parli molto.

Interventi non farmacologici: un approccio integrato

L’integrazione di interventi non farmacologici può contribuire a migliorare o mantenere la funzionalità cognitiva, permettendo alla persona di svolgere le proprie attività quotidiane e di affrontare i sintomi comportamentali associati alla demenza. Diversi studi evidenziano l’efficacia dell’esercizio fisico, sia aerobico sia non aerobico, per supportare il trattamento dei sintomi cognitivi.

  • Musicoterapia e Terapie Basate sulla Reminiscenza
    La musicoterapia e gli interventi basati sulla reminiscenza, che sfruttano la naturale propensione dell’anziano a rievocare il proprio passato, hanno mostrato benefici significativi nel trattamento della demenza. Questi interventi possono migliorare il benessere emotivo e ridurre l’ansia e la depressione.
  • Terapia Occupazionale e Riabilitazione Cognitiva
    La terapia occupazionale è particolarmente importante per sostenere le abilità funzionali nelle persone con demenza da lieve a moderata. Anche la riabilitazione cognitiva può essere utile per mantenere le abilità funzionali. Gli interventi di training cognitivo, invece, sono raccomandati per il trattamento dei disturbi cognitivi nelle persone con demenza lieve.
  • Attività Ludiche e Creative
    Infine, le attività ludiche, come giochi di carte e da tavolo, e quelle creative e di svago, possono promuovere il benessere della persona con demenza in ogni fase della malattia. Queste attività contribuiscono non solo a migliorare i deficit cognitivi, ma anche a ridurre i sintomi depressivi, offrendo momenti di divertimento e connessione sociale.

Conclusioni: agire precocemente rallenta l’insorgenza

Sebbene attualmente non esistano trattamenti che possano arrestare la progressione della demenza, ci sono diverse strategie, sia farmacologiche sia non farmacologiche, che possono contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone affette da questa condizione. Prima si mettono in atto, migliore saranno i risultati. La ricerca continua, con la speranza di trovare soluzioni più efficaci in futuro, mentre gli approcci attuali cercano di alleviare i sintomi e di sostenere le capacità cognitive e funzionali per il maggior tempo possibile.

Maggiori informazioni le puoi trovare nell’Opuscolo dell’ISS, Istituto Superiore di Sanità: Diagnosi e trattamento di demenza e Mild Cognitive Impairment – Quando, cosa, dove. Opuscolo per familiari e caregiver, 2024

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