Diabete tipo 2 in Regione Lombardia: criticità e soluzioni di una pandemia silenziosa

Diabete tipo 2 in Regione Lombardia: criticità e soluzioni di una pandemia silenziosa

Si calcola che i residenti in Lombardia affetti da diabete siano poco più di 700.000.

Il convegno “La pandemia diabete t2 – dai modelli organizzativi, alle criticità gestionali, alle nuove opportunità di cura – Lombardia”, organizzato il 23 gennaio 2024 con la collaborazione scientifica di AMD, Associazione Medici Diabetologi, ha delineato le nuove sfide e le possibili soluzioni legate al diffondersi del diabete di tipo 2. La manifestazione ha fornito una visione dettagliata della complessità della situazione, proponendo soluzioni pratiche per fronteggiare questa emergenza sanitaria.

Le criticità emergenti

Alberto Rocca, Coordinatore Operativo del Gruppo Annali AMD nel Consiglio Direttivo AMD Lombardia, ha evidenziato l’importanza di adottare misure su vasta scala per cambiare comportamenti e contrastare l’obesità, strettamente legata all’insorgenza del diabete di tipo 2. Rocca ha sottolineato la necessità di un impegno esteso che superi le attuali barriere complesse nella prevenzione e cura del diabete. Tra queste barriere figurano:

  • l’assenza di un registro delle malattie;
  • la limitata coordinazione tra la medicina generale e le strutture specialistiche;
  • la richiesta di azioni sistemiche coinvolgenti il governo centrale, le regioni e le grandi città.

Rocca ha inoltre indicato strumenti legislativi e orientamenti specifici (come la Legge 115/87, la Legge 8/92 in Lombardia e il Piano sulla malattia diabetica 12/2012) che, nonostante siano in vigore, sono solo parzialmente applicati. Ha sottolineato la necessità di:

  • rivalutare l’attuazione dell’impegno dei diabetologi nelle Case di Comunità;
  • attivare concretamente la Rete Diabetologica;
  • considerare le indicazioni delle Società Scientifiche, in particolare la FeSDI – Alleanza per il Diabete, che riunisce specialisti AMD e SID.

Rocca ha concluso sottolineando che c’è ancora molto lavoro da fare per migliorare l’accesso alle cure, razionalizzare i percorsi assistenziali, garantire l’appropriatezza terapeutica e mantenere l’equità fondamentale del Sistema Sanitario Nazionale.

Nuove frontiere nella gestione del diabete tipo 2

Il Prof. Livio Luzi, docente ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore del Dipartimento di Endocrinologia, Nutrizione e Malattie Metaboliche del Gruppo MultiMedica, ha evidenziato prospettive innovative nel trattamento del diabete. Ha sottolineato l’esistenza di farmaci recenti altamente efficaci nella riduzione dei livelli glicemici e nella prevenzione delle complicanze cardiache e renali associate alla malattia.

Luzi ha precisato che queste nuove classi di farmaci sono efficaci e presentano minori effetti collaterali significativi. Tuttavia, ha anche evidenziato che il loro costo medio è superiore rispetto ai farmaci già in uso. Pertanto, ha sottolineato l’importanza di una corretta fenotipizzazione del paziente con diabete tipo 2, che consenta la scelta del farmaco più appropriato. Questa decisione, secondo Luzi, dovrebbe essere personalizzata per il singolo paziente anziché essere applicata genericamente a tutti i pazienti affetti dalla malattia.

Il Ruolo Centrale del Coinvolgimento Attivo nel Trattamento del Diabete

Davide Casati, Consigliere Regionale della Commissione Sanità della Regione Lombardia, ha sottolineato l’importanza di coinvolgere tutti gli stakeholder dell’area diabete, i diversi attori chiave per garantire un’efficace presa in carico delle esigenze delle persone con malattie croniche. “Dopo la pandemia, è imperativo cambiare direzione nel campo della prevenzione”, afferma Casati, “l’unica soluzione a lungo termine per migliorare la qualità della vita e ridurre la spesa pubblica”.

La promozione della prevenzione primaria e secondaria, l’incremento dell’accessibilità alle cure e all’assistenza, il potenziamento dell’appropriatezza, la valorizzazione del territorio e l’integrazione sociosanitaria devono costituire i fondamenti del presente e del futuro.

Il ruolo cruciale della rete di farmacie

Manuela Bandi, Vicepresidente dell’Associazione Chimica Farmaceutica Lombarda, ha evidenziato l’importante ruolo svolto dalle farmacie nella gestione del diabete. Queste strutture forniscono supporto cruciale per garantire l’aderenza alla terapia e promuovere stili di vita salutari. “In particolare”, ha aggiunto Bandi, “la rete delle farmacie lombarde non solo consente di informare in modo adeguato i cittadini, ma garantisce anche un accesso più semplice e capillare ai dispositivi tecnologici necessari, contribuendo in definitiva a rendere il sistema di cura del diabete più sostenibile”.

Approcciare il diabete in una prospettiva globale

“Il diabete tipo 2 è una malattia ampiamente diffusa – conferma Alessandro Roberto Dodesini, Presidente SID – con stime che indicano mezzo miliardo di persone nel mondo affette da problemi di controllo della glicemia. In Italia, circa 4 milioni di individui soffrono di diabete, di cui poco più di 700.000 residenti in Lombardia. Il diabete è anche una malattia estremamente complessa: se non trattata in modo adeguato, può provocare gravi complicanze in vari organi, influendo negativamente sul benessere complessivo dell’individuo e impattando in modo significativo sulla qualità e durata della vita. Il diabete, per via del suo notevole impatto socio-sanitario, richiede una considerevole attenzione da parte di diverse figure coinvolte, non solo del settore sanitario, che circondano il paziente con diabete. I dati epidemiologici sottolineano l’urgenza di investire risorse adeguate per la prevenzione, l’educazione e la gestione del diabete”.

It’s time to act: appello per l’azione

Gianluca Perseghin, Professore Ordinario di Endocrinologia, ha enfatizzato la complessità della gestione del diabete, sottolineando la necessità di adottare un approccio differenziato in base alle diverse fasi della vita del paziente.

La voce delle Associazioni di pazienti con Diabete

Maria Luigia Mottes, storica rappresentante del CLAD, Coordinamento Lombardia Associazioni Diabetici, ha condiviso durante la tavola rotonda le seguenti considerazioni: “Il diabete di Tipo 2 rappresenta una sfida significativa per la nostra società, sia in termini di costi diretti per il Servizio Sanitario Nazionale e costi indiretti, che per le difficili condizioni di vita causate dalle complicanze per le persone affette e i loro familiari. Colpisce principalmente gli anziani e i più fragili, con oltre 364.000 persone over 65 su 560.000 diabetici solo in Lombardia”.

La chiave per migliorare la gestione del diabete tipo 2 risiede nella prevenzione, ma spesso questa viene trascurata.

“La prima causa del diffondersi del diabete tipo 2 – continua Mottes – è sicuramente la scarsa prevenzione ed oggi abbiamo disponibilità di presidi in grado di rilevare, sui soggetti a rischio, il controllo metabolico in continuo per più giorni e di conseguenza rilevare la probabilità di sviluppo del diabete; è un impegno importante ma altrettanto importante sarebbero le possibilità di diagnosi precoce e di prevenzione, uno screening tipo quello che viene fatto per la diagnosi del tumore al colon retto”.

“Al momento della diagnosi di diabete di tipo 2, è essenziale coinvolgere attivamente il paziente e/o i suoi caregiver nella gestione della malattia. Non basta prescrivere farmaci; il paziente deve essere istruito su come monitorare in modo corretto i parametri che influenzano l’esito della cura, come la glicemia e la pressione arteriosa”.

 Visite più lunghe da parte dei medici di medicina generale e degli specialisti sono necessarie, poiché in un quarto d’ora non è possibile convincere nessuno a cambiare stile di vita.

“Il controllo annuale e la semplice erogazione di ricette non garantiscono una gestione efficace della malattia – sostiene Mottes. “La cura del diabete deve essere personalizzata in base alle fasi della vita del paziente. Gli anziani, spesso isolati e/o dipendenti dagli altri, richiedono particolare attenzione e accesso a farmaci che prevengono complicanze. Investire ora nella cura del diabete non è una spesa, ma un investimento per il futuro e un dovere verso i pazienti. Anche le persone nelle strutture di assistenza agli anziani (RSA) hanno diritto a farmaci e strumenti di monitoraggio glicemico in continuo (CGM)”.

La prevenzione deve essere al centro di ogni fase del percorso di non malattia fino all’impossibile. Dobbiamo autorizzare e utilizzare ogni mezzo possibile per ridurre il problema del diabete.

La cura del diabete e delle complicanze va migliorata e la stesura di PDTA, condivisi anche dall’Associazione dei Pazienti, con un’adeguata applicazione controllata e valutata attraverso il raggiungimento di obiettivi  a breve e lungo termine migliorerà la qualità e quantità di vita dei pazienti, porterà un risparmio di risorse economiche, eviterà di essere diagnosticati diabetici a seguito di infarto o amputazione. Tutto ciò è possibile con:

  • la conoscenza della malattia nella società;
  • la partecipazione del personale sanitario;
  • l’assegnazione di risorse umane per l’assistenza;
  • la collaborazione di tutti gli attori coinvolti nel percorso di cura;
  • il coinvolgimento attivo del paziente nella gestione della malattia;
  • risorse economiche pubbliche adeguate.

Le Associazioni dei pazienti con diabete sono pronte a collaborare per un approccio al diabete che miri a prevenire danni oltre alla malattia stessa” conclude Mottes.

Reference

LA PANDEMIA DIABETE T2. DAI MODELLI ORGANIZZATIVI, ALLE CRITICITÀ GESTIONALI, ALLE NUOVE OPPORTUNITÀ DI CURA – LOMBARDIA
Guarda la diretta
https://www.facebook.com/MotoreSanita/videos/1994112224296501

 

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