I meccanismi che correlano il diabete con l’ipoacusia non sono ancora ben conosciuti, ma gli esperti hanno recentemente messo in luce l’effetto che la malattia ha sulla coclea (una porzione dell’orecchio interno).
Il diabete, infatti, provoca l’ispessimento delle pareti dei vasi sanguigni – con un ingrossamento medio di circa 3 micrometri – e danneggia così la coclea, che diventa incapace di convertire i suoni percepiti in impulsi nervosi. Una seconda ipotesi, invece, mette in evidenza come il diabete possa agire direttamente sui nervi, alterando la trasmissione dell’impulso a livello del nervo acustico e delle vie uditive centrali.
Gli esperti hanno anche identificato alcuni fattori di rischio che nelle persone diabetiche favoriscono lo sviluppo di un deficit dell’udito. Ad esempio, livelli di colesterolo HDL inferiori a 40 mg/dL aumentano di 2,20 volte il rischio di sviluppare una perdita uditiva per le frequenze medio-gravi. Le malattie coronariche e la neuropatia periferica, invece, sono maggiormente associate allo sviluppo di ipoacusia per le frequenze acute (rischio aumentato rispettivamente di 4,39 e di 4,42 volte).
Il diabete va ascoltato di più. Il testo audiometrico
Dal Consensus Paper “Diabete e Udito” emerge chiaramente la necessità di inserire il test audiometrico nel controllo annuale di un paziente diabetico e di far sì che l’udito diventi un abituale argomento di discussione con il proprio medico. Dall’altro canto, però, anche un deficit dell’udito può diventare una spia della presenza di diabete ed è dunque opportuno monitorare le alterazioni della glicemia nelle persone con ipoacusia, così da diagnosticare precocemente un’eventuale condizione di diabete.
“Trovare una soluzione all’ipoacusia fa parte integrante del DNA di Amplifon. Il desiderio di fare cultura e di fare luce su ogni aspetto dell’ipoacusia – dichiara Franco Moscetti, Amministratore Delegato del Gruppo Amplifon – ci ha spinto, con questo Consensus Paper, ad indagare la correlazione ipoacusia/diabete, poco conosciuta e spesso sottovalutata. Le evidenze più recenti suggeriscono l’importanza di fare informazione su questa associazione e la necessità di attuare strategie per individuarla tempestivamente: così si possono mettere in atto soluzioni che consentono il miglioramento della qualità di vita delle persone colpite da questi due disturbi. Si tratta di un obiettivo perfettamente in linea con la mission di Amplifon, leader mondiale nel settore delle soluzioni uditive, che da oltre 60 anni si impegna per permettere alle persone di sentire meglio e per vivere meglio”.
Il Gruppo Amplifon è leader mondiale nella distribuzione ed applicazione personalizzata di apparecchi acustici e dei servizi correlati. Attraverso una rete di 3.300 punti vendita tra canali diretti e indiretti, oltre 2.600 centri di servizio e 1.900 negozi affiliati, Amplifon è presente in Italia, Francia, Olanda, Germania, Regno Unito, Irlanda, Spagna, Portogallo, Svizzera, Belgio, Lussemburgo, Ungheria, Egitto, Turchia, Polonia, Israele, USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda e India.
Amplifon ha contribuito allo sviluppo del Consensus Paper “Diabete e Udito”, una revisione di numerosi studi eseguiti a livello internazionale, sia di tipo clinico, sia di laboratorio. Si tratta del quarto Consensus supportato dal Gruppo, dopo “Anziani e udito: sentire meglio per vivere meglio” nel 2011, “L’ipoacusia nei bambini: sentire per crescere” nel 2012 e “Sentire bene per allenare la mente” nel 2013. E’ possibile scaricare gli studi nella sezione “Medici/News” del sito www.amplifon.com.