Diabete in gravidanza: solo una diagnosi precoce mette al sicuro il nascituro

In occasione dell’evento HOpen Week, Porte aperte negli Ospedali “Bollini Rosa”, a Perugia gli Esperti del centro S. Maria della Misericordia hanno incontrato future mamme e donne in età fertile per parlare di diabete in gravidanza. Sono 150 i casi complessi trattati ogni anno all’Ospedale di Perugia.

Perugia, 27 aprile 2016 – Di diabete gestazionale, patologia tra le più frequenti in gravidanza, si è parlato questa mattina nel penultimo appuntamento dedicato alle patologie della donna. “Alla nostra osservazione arrivano mediamente 150 donne all’anno con alterazioni metaboliche potenzialmente gravi per il nascituro, se non diagnosticate e trattate nei tempi giusti” – ha dichiarato la Dott.ssa Elisabetta Torlone, Responsabile del Programma di Alta Specializzazione Diabete e Gravidanza in una nota dell’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera di Perugia.

Il diabete gestazionale si presenta nel 10-15% delle gravidanze e la percentuale è in aumento in quanto è in forte crescita il diabete di tipo 2 nella popolazione mondiale, così come è in aumento l’obesità. “I due fenomeni sono fortemente presenti anche nelle popolazioni migranti, con prevalenza di donne nord africane e latino americane, che peraltro hanno una maggiore propensione ad avere più gravidanze” aggiunge la d.ssa Torlone “sono loro ad arrivare alla nostra osservazione in fase di avanzata gravidanza, con modeste possibilità di intervento sulla salute del bambino anche a lungo termine”.

Diabete: una patologia spesso asintomatica

Durante l’incontro tra i medici e le future mamme è stato anche sottolineato più volte come il diabete decorra quasi sempre in modo silente, e proprio per questo all’inizio della gravidanza (e ancora meglio prima se si ha intenzione di avere un bambino) sia necessario e fondamentale inquadrare l’eventuale presenza di fattori di rischio ed indirizzare la futura mamma allo screening per il diabete.

L’obesità patologica, definita da un Indice di Massa Corporea superiore a 30, resta in ogni caso il principale fattore di rischio e sarebbe necessario affrontare la gravidanza riducendo il peso corporeo o – nel caso la gravidanza sia già in atto -seguire una dieta sana ed equilibrata (elaborata insieme al proprio medico o al nutrizionista) e valutare uno screening precoce per il diabete gestazionale, da eseguire tra la 16° e 18° settimana di gravidanza.

All’osservazione dei medici dell’ospedale di Perugia arrivano i casi più complessi dell’Umbria e delle regioni limitrofe, trattandosi di un Centro altamente specializzato, che opera da decenni nella diabetologia nazionale ed internazionale, che ha prodotto numerosi studi su riviste scientifiche internazionali. “Se affrontato per tempo, il diabete gestazionale (GDM) è gestibile senza conseguenze per il neonato” assicura infine la d.ssa Torlone.

“Nella nostra casistica infatti la quasi totalità dei neonati già in prima giornata viene affidato alla mamma e i tempi di degenza sono sovrapponibili a quelli di un neonato da gravidanza fisiologica. Quanto alle mamme, la diagnosi di GDM può rappresentare un’opportunità per ridurre il rischio di diabete tipo 2 con un cambiamento nello stile di vita” che associ a un’alimentazione sana ed equilibrata una regolare attività fisica, anche moderata. A documentarlo una ricca mole di letteratura internazionale.

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