A cura di Maria Rita Montebelli* e Andrea Sermonti**
Da anni è nota la correlazione tra il picco stagionale dell’influenza e l’aumento di incidenza di una serie di patologie cardiovascolari, in particolare l’infarto, ma anche ictus e ricoveri per scompenso. Ecco perché vaccinarsi contro l’influenza può salvare la vita. E gli studi dimostrano che il vantaggio della protezione contro gli eventi cardio-vascolari offerto della vaccinazione antinfluenzale aumenta con l’aumentare dell’età. Per questo è così importante che gli over-65 e i soggetti più ‘fragili’, cioè le persone affette da malattie croniche, per esempio il diabete si vaccinino contro l’influenza, oltre che contro il Covid. “L’epidemia influenzale nell’emisfero australe – ricorda il prof. Massimo Volpe, presidente della SIPREC, Società Italiana di Prevenzione Cardiovascolare – quest’anno è stata particolarmente aggressiva, sia come numero di casi, che come gravità.
Anche l’influenza è un pericolo. Appello Siprec alla vaccinazione ‘al quadrato’
“Questo fa prevedere che anche da noi la stagione influenzale 2022-23 sarà impegnativa. Per questo come SIPREC, rinnoviamo l’appello alla vaccinazione. Non c’è solo il Covid. Anche l’influenza può uccidere”.
“La vaccinazione – aggiunge il prof. Massimo Andreoni, ordinario di malattie infettive, Università Tor Vergata di Roma – raggiunge la massima efficacia nei soggetti poco immunocompetenti ed è noto che l’anziano per il fenomeno dell’immuno-senescenza, cioè dell’invecchiamento del sistema immunitario, è più fragile e prono alle infezioni”. Un fattore di difesa importantissimo contro le infezioni virali, come SARS CoV-2 e influenza, è il sistema dell’interferon e questo risente in modo particolare dell’immuno-senescenza. “Gli anziani – spiega il prof. Andreoni – sono dunque più indifesi contro l’attacco dei virus e devono avere una schedula vaccinale ‘su misura’. Sono necessari cicli ripetuti di richiamo più ravvicinati (come nel caso del vaccino anti-Covid, ogni 3-4 mesi), dosi dell’antigene vaccinale più alte (vaccino ad alte dosi), vaccini adiuvati”.
“L’influenza – ricorda il prof. Volpe – ogni anno provoca 5.000-15.000 morti in Italia, che possono sembrare pochi se confrontati con quelli causati dal Covid-19, ma non lo sono affatto. Prima di tutto, si tratta di morti evitabili; inoltre, questi decessi si verificano nell’arco dei 3-4 mesi di circolazione del virus influenzale, quindi in un lasso di tempo molto contenuto”. “Che il vaccino anti-Covid stia funzionando lo dimostrano i numeri – ricorda il prof. Andreoni – siamo passati dai 120.000 morti in eccesso nel 2020, ai 60.000 morti nel 2021, ai 17.000 decessi per Covid nei primi 6 mesi del 2022. Non ci stancheremo mai dunque di invitare la popolazione, in particolare i soggetti anziani e i fragili, come le persone con diabete e/o che soffrono di obesità, a vaccinarsi, anche contemporaneamente, sia contro il Covid che contro l’influenza”.
“È necessario dunque – sottolinea il prof. Volpe – continuare a fare informazione sull’importanza delle vaccinazioni, anche sul classico vaccino antinfluenzale, finito un po’ nel dimenticatoio negli ultimi anni, perché messo in ombra dalla minaccia del Covid. È molto preoccupante il calo delle vaccinazioni antinfluenzali al quale stiamo assistendo, che è dovuto sia a una certa ‘stanchezza’ delle vaccinazioni, ma anche al grande classico della ‘elegia’ dell’influenza, cioè all’idea che questa malattia significhi farsi tre giorni a letto e riposarsi. Non è così purtroppo; l’influenza può complicarsi in modo grave nell’anziano e nei fragili, per questo non va sottovalutata”. “Non esistono vaccini per malattie banali – sottolinea il prof. Andreoni – Il solo fatto che esista il vaccino per una certa malattia, dovrebbe far riflettere sulla potenziale gravità della stessa. Quella che ci attende sarà una stagione complicata. L’anno scorso è stata la paura di essere ‘scambiato’ per un caso di Covid ad aver motivato il ricorso alla vaccinazione antinfluenzale. Quest’anno, ci auguriamo che l’aumentata consapevolezza dei rischi comportati da entrambi i virus, quello influenzale e il SARS CoV-2, induca a lasciare da parte le ‘esitazioni’ e a vaccinarsi contro entrambi. Anche insieme” aumentano la protezione di cuore e vasi, soprattutto nei pazienti a maggior rischio.
* La Dott.ssa Maria Rita Montebelli è medico specialista in endocrinologia al Dipartimento di Scienze gastroenterologiche, endocrino-metaboliche e nefro-urologiche del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Roma.
Si occupa da molti anni di divulgazione medico-scientifica, come giornalista, moderatore di incontri scientifici, addetto stampa. Scrive per Quotidiano Sanità e per il portale Salute di Repubblica.
** Il Dr. Andrea Sermonti è giornalista, laureato in Giurisprudenza all’Università La Sapienza di Roma, attualmente Direttore di StudioNews, Bruxelles, Società di servizi stampa, specializzata nell’offerta di service giornalistici per i quotidiani e on line nonché nell’organizzazione di conferenze ed eventi media.