Diabete e sessualità: difficoltà per Lui e per Lei sotto le lenzuola

Diabete e sessualità: difficoltà per Lui e per Lei sotto le lenzuola

Il diabete è una malattia cronica che colpisce vari aspetti della vita quotidiana, inclusa la sfera intima. Le complicanze vascolari e i disordini metabolici causati dalla patologia sono strettamente correlati a disfunzioni sessuali in entrambi i sessi, un problema che spesso peggiora la qualità della vita e che, per imbarazzo, vergogna, senso di impotenza, riluttanza a cercare aiuto, vincoli finanziari e indifferenza degli operatori sanitari, viene raramente affrontato dai soggetti colpiti sia all’interno della coppia sia con il proprio medico. Se n’è parlato al 30° Congresso Nazionale della SID, Società Italiana di Diabetologia, Rimini, 23-26 ottobre 2024.

Disfunzione erettile e ipogonadismo: il ruolo del diabete

“La disfunzione erettile (DE), definita come l’incapacità per l’uomo di raggiungere o mantenere un’erezione soddisfacente per un rapporto sessuale, è un disturbo comune tra gli uomini con diabete, soprattutto se di lunga data ed è spesso segnale di problemi vascolari” spiega il Professor Angelo Avogaro, Presidente uscente della Società Italiana di Diabetologia (SID). In molti uomini con diabete, il deficit erettile può essere aggravato dall’ipogonadismo (bassi livelli di testosterone), frequente soprattutto in presenza di obesità e sindrome metabolica, due condizioni che spesso accompagnano il diabete tipo 2. Il trattamento con testosterone in questi casi può contribuire a migliorare sia la funzione sessuale che alcuni parametri metabolici.

Perdita di peso: un potenziale rimedio per l’ipogonadismo

Negli uomini con diabete tipo 2 e obesità, si può verificare un cosiddetto “ipogonadismo funzionale,” una condizione reversibile dopo una perdita di peso. In alcuni casi, è indicata una terapia sostitutiva con testosterone. In ambito clinico, la disfunzione erettile è considerata anche come un marker di disfunzione endoteliale e un potenziale segnale di rischio cardiovascolare, aggravata da fattori come infiammazione cronica e obesità, che provocano resistenza all’insulina e riduzione del testosterone.

Disfunzioni sessuali nell’uomo: un circolo vizioso

Disfunzione erettile ed eiaculazione precoce sono condizioni spesso interconnesse. L’eiaculazione precoce (EP) può a volte nascondere problemi di erezione, ma una ricerca su uomini con diabete di tipo 2 ha mostrato che circa il 40% di essi soffre di eiaculazione precoce. Queste due condizioni, se non trattate, possono creare un circolo vizioso di disagio e frustrazione nell’uomo e nella coppia.

Donne e diabete: un legame con le disfunzioni sessuali

Le donne con diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2 affrontano altrettante sfide in ambito sessuale. Secondo la Prof.ssa Maria Ida Maiorino, le donne con diabete soffrono frequentemente di una varietà di disfunzioni sessuali che comprendono calo del desiderio, difficoltà nell’eccitazione, ridotta lubrificazione vaginale e insoddisfazione generale. Obesità e scarsa accettazione della propria immagine corporea accentuano queste problematiche, mentre la lunga durata della malattia è associata a un peggioramento della funzione sessuale. I cambiamenti dello stile di vita che comportano una perdita di peso favoriscono una migliore funzione sessuale e la chirurgia bariatrica ha dimostrato di migliorare la funzione sessuale nei primi due anni successivi all’intervento.

Nuovi farmaci per il diabete e implicazioni sessuali

Con lo sviluppo di terapie innovative per il diabete di tipo 2, i clinici stanno esplorando anche gli effetti “collaterali positivi” di questi farmaci, che potrebbero contribuire a migliorare la funzione gonadica maschile e femminile. Le terapie tradizionali per l’ipogonadismo e la disfunzione erettile vengono sempre più studiate anche per i benefici cardiovascolari che possono offrire.

Prevenzione e trattamento: un nuovo approccio multidisciplinare

“Il nostro obiettivo,” conclude la Prof.ssa Maiorino, “è quello di identificare i segni precoci di queste complicanze sessuali e capire quali terapie possano prevenirne o mitigarne l’evoluzione. Grazie alla collaborazione del team diabetologico, possiamo così sviluppare nuove strategie di approccio clinico per migliorare il benessere sessuale dei pazienti con diabete tipo 2.”

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