Diabete urbano: la diabetologia italiana firma l’Urban Diabetes Consensus

Diabete urbano: la diabetologia italiana firma l’Urban Diabetes Consensus

Nel corso del 29° Congresso Nazionale della Società Italiana di Diabetologia (SID, Rimini, 26-29 ottobre 2022), nella Sala dell’anfiteatro si è svolto uno dei momenti più significativi degli ultimi tempi per la Diabetologia, ovvero la presentazione della Carta Italiana sul Diabete Urbano (Urban Diabetes Consensus) firmata nell’occasione da parte delle tre Società scientifiche coinvolte: SID, AMD (Associazione Medici Diabetologi) e Health City Institute (HCI).

Il 65% delle persone con diabete vive in aree urbane.
Firmata a Rimini la Carta italiana sull’Urban Diabetes.

La Carta Italiana sull’Urban Diabetes, sulla scia del Manifesto della Salute nelle città (il 31 ottobre si celebra la Giornata Mondiale delle Città) promosso da ANCI, Ministero della Salute, ISS, Health City Institute e C14+, vuole delineare i punti chiave che possono guidare le Regioni e le Città, assieme a Istituzioni sanitarie, scientifiche e accademiche, approfondire l’impatto del diabete di tipo 2 nei propri contesti urbani, al fine di promuovere strategie per migliorare l’informazione, la rete assistenziale, la prevenzione, le cure e i trattamenti precoci. Individua e suggerisce dieci punti dove concentrare l’azione di tutti coloro che sono coinvolti e interessati all’importante sfida per la governance urbana e sanitaria dovuta all’evoluzione pandemica del diabete tipo 2.

Alla Carta Italiana sull’Urban Diabetes hanno aderito numerosi amministratori cittadini presenti al simposio, tra cui il Vice Sindaco di Pescara Giovanni Santilli.

Dal 2010, per la prima volta nella storia, oltre la metà della popolazione mondiale vive nelle città, un dato destinato ad aumentare nei prossimi decenni fino ad arrivare al 75% di urbanizzati nel 2050.

Studi internazionali hanno evidenziato la correlazione tra l’urbanizzazione e l’aumento di diabete tipo 2 e obesità. Se nel 2025, il 65% delle persone con diabete vivrà nelle aree urbane, questo numero è destinato a crescere fino al 74% nel 2040. Per l’International Diabetes Federation (IDF) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), pertanto, le città sono e saranno sempre di più un punto determinante per contrastare la crescita del diabete urbano.

“Vivere in un’area urbana – ha dichiarato nel corso del simposio il prof. Consoli, Università di Chieti – si accompagna a cambiamenti sostanziali degli stili di vita rispetto al passato: cambiano le abitudini alimentari e il modo di vivere, i lavori diventano sempre più sedentari, l’attività fisica diminuisce. Ciò inevitabilmente comporta un drastico aumento della prevalenza del diabete di tipo 2 nelle città”.

“Un architetto, un sindaco e un medico – ha detto invece il Presidente Health City Institute, prof. Andrea Lenzi – hanno molte cose in comune. Innanzitutto la città in cui vivono: l’architetto ne pensa gli spazi, il sindaco li riempie e il medico esperto si prende cura anche dell’ambiente urbano per il benessere dei cittadini. Il diabete urbano si sta sviluppando sempre di più, motivo per cui con il progetto Urban Diabetes ci mettiamo a disposizione di diverse città italiane, con 21 milioni di cittadini coinvolti di cui 1,5 milioni con diabete, con l’obiettivo di mappare le città, conoscere i numeri della patologia e condividerli con le amministrazioni per creare azioni comuni per ridurre la prevalenza del diabete”.

I 10 punti chiave della carta italiana sull’Urban Diabetes

1 Inserire il diabete come priorità d’azione a livello politico, sanitario, sociale, locale, considerandone la severità dello stesso e i rischi di mortalità e complicanze invalidanti ad esso connessi.

2 Creare una rete di alleanza tra competenze diverse mettendo in prima linea le Istituzioni Nazionali, Regionali e Cittadine insieme ai responsabili della Sanità, delle Società scientifiche di riferimento, i medici, gli accademici, le associazioni di pazienti, di cittadinanza, le farmacie e la comunità stessa, come soluzione per contrastare in ambito urbano il crescente numero di persone con diabete tipo 2 e obesità.

3 Assicurare una rete assistenziale specialistica e territoriale, integrata e diffusa nell’ambito di tutto il territorio, potenziando le strutture esistenti e realizzando percorsi e processi di cura specifici per ogni ambito urbano, affinché le persone con diabete ricevano le migliori cure possibili.

4 Rafforzare l’integrazione Ospedale-Centri di Diabetologia-Territorio come fondamentale obiettivo strategico del Sistema Sanitario locale, assicurando la continuità terapeutica per le persone con diabete in tutto il contesto urbano.

5 Promuovere una corretta informazione ai cittadini, nelle comunità, nei posti di lavoro e nelle scuole, sulla prevenzione del diabete tipo 2 e dell’obesità per ridurre drasticamente l’insorgenza e la progressione di complicanze diabetiche mortali e invalidanti, specie quelle cardiovascolari, contribuendo ad abbattere i rilevanti costi della patologia relativi a ospedalizzazioni e trattamenti per le comorbidità.

6 Attuare programmi di screening della popolazione diffusi su tutto il territorio urbano per una diagnosi precoce del diabete tipo 2, identificando i soggetti a rischio, realizzando strategie mirate per assicurare diagnosi e trattamenti precoci.

7 Incoraggiare, attraverso politiche urbane mirate, l’adozione da parte dei cittadini di stili di vita sani, promuovendo una corretta cultura alimentare, favorendo l’attività motoria e una mobilità sostenibile in tutti i contesti urbani.

8 Rendere il contesto urbano meno obesogeno, adottando soluzioni urbanistiche e sociali orientate alla creazione di una vita salutare in tutto il territorio urbano, coinvolgendo in questo le Istituzioni affinché promuovano buone pratiche alimentari, piani di mobilità attiva e stili di vita salutari a livello scolastico e nei posti di lavoro.

9 Studiare, condividere e raccogliere informazioni e monitorare i dati esistenti e quelli che si reputino nel reperire a livello urbano riguardo il diabete tipo 2, per promuovere azioni specifiche volte a contrastare l’evoluzione pandemica della patologia, assicurando le migliori cure e i migliori trattamenti per la persona con diabete.

10 Considerare gli aspetti sociali e le fragilità correlate al diabete tipo 2, promuovendo programmi specifici di assistenza e informazione rivolti a tutte le persone con diabete, alle fasce più deboli, ai soggetti a rischio e nella popolazione anziana.

 

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