Diabetologia e Medicina di Genere: un gruppo di studio per una maggiore equità di trattamento

Diabetologia e Medicina di Genere: un gruppo di studio per una maggiore equità di trattamento

Nasce oggi ufficialmente la diabetologia ed endocrinologia di genere in Italia grazie al nuovo Gruppo di Studio congiunto SID-SIE che si impegnerà per favorire una maggiore equità di genere (gender equity) anche in ambito diabetico.

La Società Italiana di Diabetologia (SID) e la Società Italiana di Endocrinologia (SIE) hanno, infatti, costituito il Gruppo di Studio congiunto “Medicina di Genere”. Il team, coordinato dal Professor Livio Luzi, Direttore del Dipartimento interpresidio di Endocrinologia, Nutrizione e Malattie Metaboliche di MultiMedica e membro del Tavolo Tecnico sulla Medicina di Genere di Regione Lombardia, si occuperà di approfondire aspetti particolari della diabetologia e dell’endocrinologia genere-specifica con studi clinici ad hoc, e di promuovere eventi scientifici che aggiornino la comunità scientifica su queste tematiche.

Diabetologia: l’importanza di un approccio di genere

Professor Livio Luzi“Lo studio delle differenze con cui le malattie si manifestano, sono diagnosticate e trattate negli uomini e nelle donne, ha già iniziato a produrre dati interessanti in diabetologia, dove è più avanzato rispetto ad altri ambiti terapeutici”, sottolinea il prof. Luzi, tra gli autori del volume La Medicina di Genere: Importanza e Normative, pubblicato dal CRD della Camera dei Deputati per volere dell’On. dott.ssa Fabiola Bologna, Segretario Commissione Affari Sociali e Sanità, e presentato di recente a Montecitorio.

Nel capitolo del libro a firma del professor Luzi, in collaborazione con la prof.ssa Daniela Perani dell’Università Vita-Salute San Raffaele che ha evidenziato le caratteristiche genere-specifiche delle interazioni metabolismo-cervello, viene affrontata la cosiddetta Sindrome di Yentl in campo diabetologico. Questa condizione – che consiste in una minore attenzione diagnostica verso le donne in condizioni di cardiopatia – viene presentata sottolineando le disparità di genere nel trattamento del diabete, attraverso la disamina dei più recenti studi scientifici sul tema. Nell’ambito di una collaborazione tra Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), inoltre, il professor Luzi sta proseguendo il lavoro di ricerca per identificare differenze cerebrali genere-specifiche nell’obesità e nel diabete.

La creazione di un Gruppo di Studio congiunto SID-SIE

“L’esigenza di un Gruppo di studio congiunto SID-SIE per la medicina di genere – continua Luzi – è nata durante il congresso-consensus dello scorso febbraio a Milano ‘La Diabetologia di Genere: Aspetti Diagnostico-Terapeutici’, dove diversi interventi hanno analizzato gli aspetti relativi all’epidemiologia, alla fisiopatologia e alla terapia nei due generi, giungendo a importanti e sorprendenti conclusioni. Infatti, oltre alle differenze di genere note nella predisposizione alle malattie cardiovascolari (maggiore nei maschi rispetto alle femmine in età fertile), e diversamente dalle endocrinopatie (ad esempio quelle della tiroide) e dall’osteoporosi (prevalenti nel sesso femminile, pur essendo meno studiate nel genere maschile), sono emersi dati nuovi e interessanti in ambito neurologico e delle neuroscienze: differenze sostanziali nella neurobiologia della malattia di Parkinson, una differente riserva cerebrale tra maschi e femmine nella Malattia di Alzheimer e una minore protezione cerebrale dall’obesità, mostrando come le donne siano più vulnerabili rispetto agli uomini”.

La visione puramente androcentrica non è più condivisibile.

“Tuttavia, sebbene sia noto che le donne si ammalano di più degli uomini, consumano più farmaci e sono più soggette a reazioni avverse, la medicina – anche in ambito endocrino-metabolico – ha sempre mantenuto un’impostazione centrara sull’uomo (androcentrica) relegando gli interessi per la salute femminile ai soli aspetti più squisitamente legati alla riproduzione. Eppure, questa visione non è più condivisibile, se consideriamo che le manifestazioni cliniche, la storia naturale e la risposta alle terapie possono essere molto diverse nel genere maschile e nel genere femminile” sottolinea la prof.ssa Renata Simona Auriemma, Docente di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

Da qui si è deciso di costituire un solido panel di esperti e di pianificare eventi scientifici nel corso degli anni 2022 e 2023, allo scopo di studiare alcuni specifici aspetti della diabetologia genere-specifica e di eliminare, ove possibile, le disparità.

“Con il neonato Gruppo di lavoro – conclude Luzi – ci auguriamo di poter presto gettare ulteriore luce su questa che è una problematica di natura non solo clinica ma anche sociale, per delineare interventi diagnostico-terapeutici sempre più precisi ed efficaci”. “È auspicabile che la sensibilizzazione alla medicina di genere permetta di approfondire le differenze tra uomo e donna e di rispettarle e valorizzarle nella sperimentazione di nuovi farmaci e in generale nell’accesso ai trattamenti” conclude la prof.ssa Auriemma.

Diabete: donne e uomini sono davvero uguali?Un incontro aperto al pubblico per sensibilizzare sulle differenze di genere

Sicuramente, considerato l’impatto sociale del diabete e delle malattie endocrine, è importante affrontare il tema e diffondere una corretta informazione anche tra i non addetti ai lavori, aiutando la popolazione a comprendere un aspetto spesso sottovalutato nella diagnosi e nella gestione della malattia. Per questo motivo, il 16 novembre, presso l’Ospedale San Giuseppe di Milano (via San Vittore), MultiMedica organizzerà un evento divulgativo rivolto ai cittadini “Diabete: donne e uomini sono davvero uguali?”, durante il quale il professor Luzi parlerà delle differenze di genere nella cura del diabete e delle malattie metaboliche e risponderà alle domande dei partecipanti.

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