Con la consulenza della Prof.ssa Maria Luisa Brandi.
Dal 16 Maggio 2018 è accessibile in Italia una nuova formulazione farmacologica, a somministrazione mensile, a base di calcifediolo per trattare lo stato di carenza di vitamina D, oltre che i pazienti affetti da osteoporosi, sindrome da malassorbimento, osteodistrofia renale o con problematiche ossee indotte dal trattamento con corticosteroidi.
La carenza di vitamina D
La vitamina D, come ben noto, risulta fondamentale per il corretto funzionamento del nostro organismo, ma spesso ne siamo carenti.
Avere adeguati livelli plasmatici di 25(OH)D (calcifediolo) (parametro di riferimento dello status della vitamina D) significa contrastare in modo efficace l’insorgere di importanti problematiche a livello osteo-scheletrico e muscolare quali l’osteoporosi, l’osteomalacia (malattia metabolica a carico delle ossa, a cui sottrae minerali rendendole più fragili e sensibili a dolori, malformazioni e fratture) e la sarcopenia. Quest’ultima è una malattia caratterizzata dalla perdita di massa e forza muscolare che espone il soggetto anziano a un deterioramento di alcune funzioni quali la stabilità posturale e l’autonomia deambulatoria. Inoltre, sempre più studiato e supportato da evidenze scientifiche è il ruolo di un corretto status di vitaminosi D al fine di prevenire patologie a livello cardiocircolatorio, neurologico, immunologico e oncologico.
In Italia, si stima che addirittura l’80% della popolazione sia in una situazione di carenza di vitamina D, come è stato definito nel XIV Congresso della Società italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro (SIOMMMS).
Anche a livello mondiale la situazione non cambia e di conseguenza possiamo definire la condizione di ipovitaminosi D (o ipocalcifediolemia) come un problema globale.
Le cause dell’ipovitaminosi D
La carenza di vitamina D non dipende solo da un ridotto apporto alimentare di vitamina D o da una ridotta esposizione solare, ma è una conseguenza anche di diverse patologie che – in definitiva – determinano una situazione di carenza o deficit di calcifediolo o 25(OH)D a livello plasmatico. Tra le principali: diabete, obesità, malassorbimento intestinale, insufficienza epatica o renale, ipogonadismo, uso di farmaci che interferiscono con la sintesi del 25(OH)D.
Una nuova formulazione per favorire la compliance e l’aderenza del paziente alla terapia
A tal fine, dal 16 Maggio 2018 è disponibile in Italia una nuova formulazione farmacologica a base di calcifediolo per trattare lo stato di carenza di vitamina D, come coadiuvante nel trattamento dell’osteoporosi, nei pazienti affetti da sindrome da malassorbimento, osteodistrofia renale o con patologie ossee indotte dal trattamento con corticosteroidi.
“Il fatto di poter assumere un farmaco come il calcifediolo – spiega la Prof.ssa Maria Luisa Brandi, Università degli Studi di Firenze – capace di correggere lo stato di ipovitaminosi D in modo rapido ed efficace, non solo giornalmente o settimanalmente, ma ora anche mensilmente grazie alla nuova formulazione, per alcuni pazienti è molto importante in aiuto all’aderenza alla terapia e in definitiva sul risultato di efficacia finale”.
La nuova specialità medicinale, che è interamente a carico del SSN, con ricetta ripetibile (RR), si presenta in capsule molli e prevede una somministrazione generalmente mensile, comunque da concordare con il proprio medico curante o specialista.
Il nuovo prodotto nasce dalla collaborazione internazionale tra l’azienda italiana Bruno Farmaceutici e quella spagnola Faes Farma che ha lanciato il prodotto in Spagna 2 anni fa.
References
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- Cianferotti L, Cricelli C et al – The clinical use of vitamin D metabolites and their potential developments: a position statement from the European Society for Clinical and Economic Aspects of Osteoporosis and Osteoarthritis (ESCEO) and the International Osteoporosis Foundation (IOF). Endocrine 2015 Sep;50(1):12-26
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