DT1: Tre riflessioni sul trapianto di pancreas o di isole

Nel corso di un recente incontro organizzato da AGD Bologna al Policlinico Sant’Orsola, il 24 ottobre 2016, abbiamo ascoltato l’intervento del Dott. Giacomo Lanzoni, del team del Prof Luca Inverardi e Camillo Ricordi, Diabetes Research Institute, University of Miami.

Prima di fare il punto sullo stato dell’arte su trapianto di pancreas, trapianto di isole pancreatiche e nuove strategie rigenerative per i pazienti con diabete di tipo 1, il Dott. Lanzoni ha fatto tre importantissime considerazioni su cui occorre riflettere.

1 IL TRAPIANTO È RISERVATO AI CASI PIÙ CRITICI
Il Dott. Lanzoni ha insistito su questo aspetto: si tratta di pazienti molto critici, che non hanno consapevolezza dell’ipoglicemia, che sono gravemente scompensati, con frequenti episodi di iperglicemie ed ipoglicemie di grado severo (che mettono il paziente in pericolo di vita), con chetoacidosi, che non rispondono bene al trattamento con l’insulina iniettiva.

2 IL TRAPIANTO NON È UNA PASSEGGIATA
Viene offerto come opzione terapeutica nei pazienti molto critici, ma in questi pazienti non è sempre facile mantenere la funzionalità dell’organo trapianto. Si tratta di un’opzione non priva di problemi.

  • Nel trapianto di pancreas, per esempio, c’è un rischio non indifferente di complicazioni gravissime che possono essere addirittura letali (anche se in casi molto rari).
  • I soggetti che ricevono il trapianto di pancreas (come tutti i soggetti trapiantati con organo da donatore) vengono trattati con terapia immunosoppressiva – cioè il loro sistema immunitario viene soppresso con farmaci. Questo può provocare effetti collaterali molto importanti di cui è necessario essere consapevoli.

3 NON CI SONO SUFFICIENTI ORGANI DA DONATORI PER PERMETTERE IL TRAPIANTO IN TUTTI COLORO CHE POTREBBERO TRARNE BENEFICIO
Questo aspetto rappresenta un reale collo di bottiglia all’esecuzione del trapianto.

  • I possibili donatori sono disponibili in numero estremamente limitato rispetto ai pazienti candidabili per il trapianto – che sono realmente molto più numerosi.
  • Inoltre, nel caso del trapianto di isole, spesso è necessario ottenere isole da due o anche tre donatori, il che rende ancora più difficoltosa l’offerta dell’intervento ad un numero vasto di pazienti con diabete di tipo 1.

Le prospettive future sono in ogni caso incoraggianti

Esistono infatti molte ragioni per essere ottimisti sul fatto che il trapianto possa diventare un’opzione più sicura ed aperta a un numero maggiore di pazienti in un futuro prossimo.

Il trapianto di pancreas o di isole pancreatiche è spesso efficace nel controllare la glicemia, e può ridurre di molto o anche eliminare la necessità di somministrare insulina per via iniettiva. Un effetto importantissimo del trapianto è il drastico abbassamento del rischio di ipoglicemie severe, il che ha un significato terapeutico fondamentale per il benessere e la tranquillità dei pazienti con diabete di tipo 1. Se da una parte il trapianto di pancreas comporta rischi non indifferenti di complicazioni, il trapianto di isole pancreatiche risolve molti problemi – essendo una chirurgia meno invasiva, più semplice e più sicura.

Scoperte molto promettenti stanno, inoltre, emergendo dagli studi sulle cellule staminali e sulla modulazione dell`immunità. Vi aggiorneremo presto su queste novità con una nostra intervista al Dott. Lanzoni.

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