Urban Healh: avviato un ulteriore tassello. Un network di collaborazione e confronto che comprende alla partenza l’Università degli Studi di Milano e i primi 16 comuni della Città metropolitana di Milano che – oltre al capoluogo – hanno aderito al progetto internazionale di Milano Cities Changing Diabetes nato per fronteggiare la preoccupante diffusione nelle città delle malattie croniche non trasmissibili, quali diabete e obesità.
Oltre al capoluogo della Lombardia, fanno parte della rete di partenza: Buccinasco, Cernusco sul Naviglio, Cisliano, Garbagnate Milanese, Melegnano, Paderno Dugnano, Parabiago, Peschiera Borromeo, Pioltello, Rho, San Donato Milanese, San Giuliano Milanese, Segrate, Senago, Trezzano sul Naviglio e Vimodrone.
Il nuovo tavolo di lavoro si è insediato il 13 febbraio 2020, per definire e condividere le aree di sviluppo e le azioni future da intraprendere per la salute e il benessere dei cittadini dell’Area Metropolitana di Milano.
Studiare le correlazioni tra salute in città e insorgenza di diabete e obesità
«Il progetto è perfettamente in linea con gli obiettivi del prorettorato, in quanto rappresenta la volontà di dialogare con il territorio e di coinvolgere la società, nelle sue varie articolazioni, mettendo a disposizione e valorizzando i risultati della propria ricerca», sottolinea Marina Carini, Prorettore delegato a Terza Missione, Territorio e Attività Culturali dell’Università degli Studi di Milano. «In particolare, in questa giornata di confronto, l’Università si farà promotrice di una prima ipotesi di lavoro che prevede, tramite le amministrazioni convenute, la realizzazione di un sondaggio sull’attività fisica quotidiana».
«Milano, con la sua naturale vocazione internazionale, si pone al centro di uno sviluppo urbanistico importante per dimensioni e soluzioni che mirano a un progressivo miglioramento della qualità della vita dei propri cittadini», dice Michele Carruba, Direttore del Centro Studi e Ricerche sull’Obesità dell’Università degli Studi di Milano e Presidente del Comitato Esecutivo di Milano Cities Changing Diabetes, che aggiunge «non va dimenticato che l’Italia vanta un’organizzazione del Sistema Sanitario Nazionale tra le migliori del mondo e che tale organizzazione nasce proprio in Lombardia».
«Il progetto Cities Changing Diabetes si afferma in questo contesto con l’obiettivo di arrestare la curva di crescita del diabete per prevenire più di 100 milioni di nuovi casi di diabete entro il 2045. L’obesità è il più grande fattore di rischio modificabile associato al diabete tipo 2 e la ricerca mostra chiaramente come per arrestare la curva di crescita del diabete bisogna puntare ad una riduzione dei tassi di obesità del 25 per cento», aggiunge Livio Luzi, Professore Ordinario di Endocrinologia dell’Università degli Studi di Milano nonché Direttore del Dipartimento di Endocrinologia, Nutrizione e Malattie Metaboliche del Gruppo MultiMedica e Presidente del Comitato Scientifico di Milano Cities Changing Diabetes, che continua «la partecipazione di Milano al progetto internazionale Cities Changing Diabetes conferma come la nostra città negli anni abbia sviluppato la chiara visione che, grazie alle sinergie internazionali, si può puntare a creare una città migliore e più vivibile, nel rispetto di uno sviluppo urbanistico sostenibile. Per raggiungere questo scopo la collaborazione tra Università e strutture sanitarie e territoriali giocherà un ruolo fondamentale».
Il Diabetes Projection Model (figura sopra) stima la dinamica del tasso di prevalenza del diabete nel tempo evidenziando come la riduzione del tasso di obesità migliorerebbe il peso della prevalenza del diabete sulla popolazione, e la relativa spesa sanitaria. Si possono ipotizzare due scenari:
- 1° Scenario (NESSUNA AZIONE) – La prevalenza del diabete continua ad aumentare, a causa di un tasso di obesità con un trend in continua crescita secondo la dinamica attualmente in corso, con relativo aumento della spesa sanitaria nel tempo.
- 2° Scenario (RIDUZIONE DEL TASSO DI OBESITA’ DEL 25% ENTRO IL 2045). Riduzione progressiva del tasso di obesità in una data popolazione tramite l’attivazione di adeguati strumenti di policy entro il 2045. La prevalenza del diabete e la relativa spesa sanitaria si riducono rispetto al primo scenario.