“Associazione Medici Diabetologi (AMD) e Diabete Tipo 1: come valorizzare il percorso di cura” è il summit che si è tenuto a Ravenna l’ 8-9 Marzo 2019 al Grand Hotel Mattei. Dalla tecnologia al coinvolgimento empatico del paziente, gli esperti hanno fatto il punto su tutte le novità nella gestione del diabete tipo 1 (DMT1) e hanno illustrato il primo Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) certificato, interamente focalizzato su questa patologia. Non tutti i centri diabetologici hanno le carte in regola per poter prendere in carico i diabetici di tipo 1. Tra i requisiti da possedere, sono essenziali: la presenza di un team multidisciplinare, l’utilizzo di una cartella clinica totalmente informatizzata e l’educazione terapeutica strutturata. Per una sua concreta applicazione, il PDTA verrà presto presentato a tutte le Regioni.
Il diabete di tipo 1 (DMT1)
Secondo le più recenti stime, si calcola che in Italia circa 250.000 persone – di cui 29.000 minori – convivano con il diabete mellito di tipo 1 (DMT1); stime destinate a crescere nei prossimi anni. Nonostante l’assistenza a questi pazienti sia quella che più di ogni altra contraddistingue il lavoro dei diabetologi, ancora oggi il livello e la qualità dell’assistenza nei Centri Diabetologici non è uguale in tutte le Regioni. Per riportare l’attenzione su questa condizione specifica – con l’intento di garantire a tutti i pazienti DT1 le cure migliori, su tutto il territorio nazionale – l’Associazione Medici Diabetologi (AMD), grazie al Gruppo di Studio “Diabete tipo 1 e Transizione”, ha finalizzato il primo Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) interamente dedicato alla gestione del DMT1, in ogni fase della patologia, dall’esordio all’età matura e oltre. Proprio di questo si è parlato a Ravenna, l’8 e il 9 marzo 2019, in occasione del summit “AMD e Diabete Tipo 1: come valorizzare il percorso di cura”.
L’assistenza al DT1 nei Centri Diabetologici
“Nella pratica clinica quotidiana del diabete tipo 1, ogni Centro Diabetologico deve saper impiegare le tecnologie emergenti, conoscere gli ultimi aggiornamenti in tema di pancreas artificiale, ma anche lo scenario delle opzioni non tecnologiche disponibili, come le nuove insuline e le terapie non insuliniche orali e iniettive, ed essere strutturato sul fronte dell’educazione terapeutica”, ha dichiarato Domenico Mannino, Presidente AMD e coordinatore scientifico dell’evento. “Il diabete tipo 1 è materia molto complessa. Grazie al nuovo PDTA, abbiamo finalmente colmato un gap importante, perché non esisteva, ad oggi, un documento unitario ed esaustivo in proposito. Questo summit è l’occasione per presentarlo alla comunità medico-scientifica e per fare il punto su tutti gli aspetti più salienti nella gestione assistenziale del DMT1”.
“I diabetici di tipo 1 hanno bisogno di un gruppo di professionisti della salute con conoscenze e competenze specifiche, non solo su farmacocinetica e farmacodinamica delle insuline, modalità più innovative di somministrazione della stessa e di misurazione della glicemia o sull’ultimo sistema che si avvicina al pancreas artificiale, ma anche e soprattutto sul piano empatico”, sottolinea Paolo Di Bartolo, Vicepresidente AMD, organizzatore del summit di Ravenna. “È importante parlare delle nuove ipotesi di cura e delle ultimissime tecnologie, perché ci sono pazienti che iniziano a realizzarsi da soli “in casa” il pancreas artificiale e necessitano di adeguato supporto, affinché non commettano errori; in questi giorni ci confronteremo anche sulla possibilità futura di una cura biologica definitiva e di una terapia genica che renda le cellule di nuovo capaci di produrre insulina. Ma non dobbiamo dimenticare la fondamentale importanza di una buona relazione medico-paziente e di un’adeguata educazione terapeutica, entrambi elementi fondamentali affinché il paziente diventi più consapevole e aderisca nel tempo alla terapia, in altre parole diventi protagonista del suo percorso di cura. Il coinvolgimento attivo della persona diabetica, infatti, insieme all’appropriatezza nella scelta terapeutica, sono la chiave per conciliare qualità, sostenibilità ed equità delle cure”.
La transizione nei Centri Diabetologi degli Adulti
“Oggi, più che mai, occorre occuparsi di diabete tipo 1, la cui incidenza nei prossimi anni aumenterà del 70% nella fascia 0-29 anni e del 50% nei piccoli fino a 4 anni”, spiega Giuliana La Penna, Coordinatore del Gruppo di Studio AMD Diabete tipo 1 e Transizione. “In passato era considerato una condizione di pertinenza esclusiva dei centri pediatrici, considerato che il DT1 esordisce in prevalenza in età pediatrica e adolescenziale. Questi ragazzi, però, crescono e dai 18 anni vanno accolti nei Centri Diabetologici degli adulti. Per garantire che il passaggio avvenga nel modo migliore e tutti i diabetici di tipo 1 ricevano un’assistenza adeguata alle loro specifiche esigenze, abbiamo redatto il primo PDTA certificato, mettendo nero su bianco i requisiti minimi che un centro diabetologico deve avere per prendere in carico questi pazienti, in ogni fase della patologia. Fra i requisiti irrinunciabili:
- la presenza di un team multidisciplinare (per il quale abbiamo dettagliato l’elenco dei compiti di ogni professionista),
- l’utilizzo della cartella clinica informatizzata (perché, per occuparsi di diabete tipo 1, è imprescindibile conoscere e saper impiegare le nuove tecnologie) e
- l’educazione terapeutica strutturata.
Il prossimo passo sarà quello di presentare il PDTA alle Regioni, affinché si attivino per una sua concreta e omogenea applicazione su tutto il territorio nazionale”.
References
– AMD e Diabete Tipo 1: come valorizzare il percorso di cura »
Ravenna, 8-9 marzo 2019, Grand Hotel Mattei
– Gruppo di Studio AMD Diabete tipo 1 e Transizione »
– Agd Novara: La transizione dalla Diabetologia Pediatrica a quella Adulti »
– A Novara presentato il progetto “Peer Therapy” per gli adolescenti con DT1 »