I 21 indicatori del rischio Emergenza Covid-19 delle Regioni

I 21 indicatori del rischio Emergenza Covid-19 delle Regioni

Quali sono i 21 indicatori – stabiliti a fine aprile insieme alle Regioni italiane –  che servono a definire i livelli di rischio nella gestione della pandemia e quindi i rischi Covid-19 delle Regioni: zona rossa, arancione, gialla? Oltre a questi indicatori, quali altri criteri vengono tenuti in conto?

I 21 indicatori di rischio emergenza Covid-19 sono riportati in un provvedimento del Ministro della Salute dello scorso 30 aprile 2020 e devono soddisfare tre requisiti:

  1. Capacità di monitoraggio
  2. Capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti
  3. Risultati relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei Servizi Sanitari

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CAPACITÀ DI MONITORAGGIO

  1. Numero di casi sintomatici al nuovo Coronavirus (SARS-CoV-2) notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  2. Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla Terapia Intensiva, TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al Sistema di Sorveglianza nello stesso periodo.
  3. Numero di casi notificati per mese con storia di trasferimento/ricovero in reparto di Terapia Intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in TI/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  4. Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
  5. Numero di checklist somministrate ogni settimana a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale).
  6. Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanale con almeno una criticità riscontrata (opzionale).

CAPACITÀ DI ACCERTAMENTO DIAGNOSTICO E GESTIONE DEI CONTATTI

  1. Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese.
  2. Intervallo di tempo tra la data di inizio dei sintomi e la data della diagnosi.
  3. Intervallo di tempo tra la data di inizio dei sintomi e la data di isolamento (opzionale).
  4. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracing.
  5. Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.
  6. Numero di casi confermati di infezione Covid-19 nella regione per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.

RISULTATI RELATIVI A STABILITÀ DI TRASMISSIONE E TENUTA DEI SERVIZI SANITARI

  1. Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.
  2. Indice di trasmissibilità del virus SARS-CoV-2 (Rt) calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).
  3. Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana (opzionale).
  4. Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno.
  5. Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi da un punto di vista epidemiologico collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).
  6. Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.
  7. Numero di accessi al Pronto Soccorso (PS) con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19 (opzionale).
  8. Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19.
  9. Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19.

La fase di transizione dell’epidemia di COVID-19 si propone di proteggere la popolazione, con particolare attenzione per le fasce di popolazione vulnerabile, e di mantenere un numero di casi di infezione limitato e comunque entro valori che li rendano gestibili da parte dei Servizi Sanitari del Paese.

I criteri da valutare per la fase di transizione nella gestione COVID-19 in Italia sono i seguenti due:

  1. mantenimento di un numero di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2 stabile ovvero un aumento limitato nel numero di casi nel tempo e nello spazio, che possa essere indagato in modo adeguato e contenibile con misure di controllo locali;
  2. mantenimento o riduzione del numero di casi di trasmissione in strutture che ospitano popolazioni vulnerabili (cluster in ospedali, RSA, altre strutture assistenziali, case di riposo, etc.) e assenza di segnali di sovraccarico dei Servizi Sanitari.

Le soglie definite negli indicatori proposti sono volte a monitorare il mantenimento di questi criteri.
Sono inoltre identificati valori di allerta che devono portare a una valutazione del rischio congiuntamente nazionale e della/e Regioni/PP.AA. interessate, per decidere se le condizioni siano tali da richiedere una revisione delle misure adottate/da adottare ed eventualmente anche della fase di gestione dell’epidemia Covid-19.

Per ulteriori dettagli si rimanda al Decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020 (vedi Reference).

Oltre ai 21 indicatori, quali altri criteri usa il Governo per stabilire le aree di rischio di emergenza Covid-19?
Il Post ha pubblicato un articolo molto chiaro e dettagliato in proposito di cui trovate il link tra le references.

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References

Emergenza COVID-19: attività di monitoraggio del rischio sanitario connesse al passaggio dalla fase 1 alla fase 2A di cui all’allegato 10 del DPCM 26/4/2020 »

Quali criteri usa il governo per definire le aree rosse »

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