Al via Jacardi, il più grande progetto UE per ridurre il carico di diabete e malattie cardiovascolari

Al via Jacardi, il più grande progetto UE per ridurre il carico di diabete e malattie cardiovascolari

L’impatto del diabete e delle malattie cardiovascolari si riflette non solo sulla salute e il benessere della popolazione, ma anche sulla sostenibilità della Sanità Pubblica e lo sviluppo sociale ed economico di un Paese. Si stima che nell’Unione Europea:

  • il numero di adulti con diabete sia quasi raddoppiato nell’ultimo decennio e la crescita non accenna a diminuire;
  • quasi 63 milioni siano le persone che convivono con malattie cardiovascolari (CVD), che rappresentano anche la principale causa di mortalità nella Regione.

È in questo contesto che si inserisce il progetto congiunto su diabete e CVD – JACARDI (Joint Action on CARdiovascular diseases and DIabetes), presentata il 27 novembre 2023 a Roma, nella sede dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), che sarà l’ente coordinatore e capofila europeo.

Per il progetto JACARDI, la Commissione Europea ha stanziato 53 milioni di euro, la seconda azione congiunta con il più alto cofinanziamento mai approvato.

L’iniziativa interessa 21 Paesi Europei, compresa l’Ucraina, coinvolgendo 76 partner e oltre 300 esperti di sanità pubblica, con l’obiettivo di ridurre il carico delle malattie cardiovascolari, del diabete e dei fattori di rischio ad essi correlati, sia a livello individuale che di popolazione, e in diversi contesti. Il programma è quadriennale e prevede l’implementazione di 142 studi pilota volti a raggiungere oltre 1 milione di cittadini europei affetti da diabete e malattie cardiovascolari. Da questi studi verranno elaborati dei piani di sviluppo strategico per la futura sostenibilità e scalabilità a livello nazionale e regionale. Il progetto avrà un impatto significativo anche sul territorio italiano, con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in veste di capofila e coordinatore europeo. In Italia, sono coinvolti 22 partner, tra cui Regioni, Asl, Università, IRCCS e il Ministero della Salute, con un budget nazionale di circa €15 milioni.

Gli obiettivi del progetto JACARDI

“Una costante nell’approccio di JACARDI – spiega Benedetta Armocida, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità e coordinatrice del progetto – è la priorità degli aspetti trasversali e intersezionali, affrontando le complesse sfide sanitarie in maniera inclusiva, con un focus specifico su:

determinanti sociali e commerciali della salute;

diversità culturale ed etnica;

promozione dell’equità, anche dal punto di vista del genere.

 

Un quadro esplicativo identificherà le principali dimensioni sociali delle disuguaglianze nel diabete e nelle malattie cardiovascolari, coprendo:

  • l’esposizione ai fattori di rischio;
  • le limitazioni nell’accesso alle cure;
  • le conseguenze sociali di queste condizioni”.

Un ulteriore impulso alla creazione di un Registro Nazionale del Diabete

“In questo contesto – spiega Graziano Onder, ricercatore della Fondazione Policlinico Gemelli e Coordinatore scientifico del progetto, è fondamentale menzionare la coesione dei Partner italiani nel lavorare a livello regionale e nazionale, con il supporto del Ministero della Salute e la partecipazione delle società scientifiche, per lo sviluppo del primo registro nazionale di malattia diabetica. Il registro previsto dal DPCM del 2017, finora mai realizzato, verrà sviluppato anche attraverso questa iniziativa, che servirà come impulso iniziale per l’armonizzazione a livello regionale e la definizione delle finalità a livello nazionale”.

Il ruolo di prestigio dell’Istituto Superiore di Sanità

“‘L’ISS coordina uno dei più rilevanti progetti finanziati dalla Comunità Europea e dimostra ancora una volta di poter rappresentare il punto di riferimento italiano per le attività di ricerca internazionali e di poter coordinare le attività di altri partner italiani in queste progettualità. – commenta Rocco Bellantone, Commissario Straordinario dell’ISS – Questo progetto è di fondamentale importanza non solo per l’entità del finanziamento, ma perché ha un approccio che copre l’intero ‘viaggio del paziente’, dall’aumento della consapevolezza su queste malattie nella popolazione generale alla prevenzione primaria al miglioramento del percorso di cura di chi ha già ricevuto una diagnosi”.

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