Neurology ha pubblicato una ricerca della UC (University of California) Davis in base della quale fattori di rischio cardiovascolare come ipertensione, diabete, fumo, obesità, danneggiano il cervello fino a fargli perdere volume e a influire sulle funzioni esecutive.
La ricerca è stata condotta su un campione di oltre 1.300 volontari senza sintomi di demenza di cui, attraverso la risonanza magnetica, sono stati verificati i fattori di rischio cardiovascolare e attraverso la risonanza magnetica sono stati confrontati con gli indici d’invecchiamento cerebrale (volume cerebrale totale e corno temporale, iperintensività del bianco del cervello); i volontari sono anche stati sottoposti a test sulla memoria e sulla capacità di concentrazione e di decisione. Fra i risultati dello studio è emerso che la pressione alta è associata a un segno evidente di deterioramento cerebrale, come la maggiore progressione del volume di iperintensività del bianco, e che i volontari ipertesi e quelli obesi hanno ottenuto i punteggi più bassi nei test sulla capacità di decisione.
Come hanno osservato i ricercatori americani: ”…L’ipertensione, il diabete, il fumo e l’obesità sono associati a un aumento significativo del tasso di progressione del danno cerebrale vascolare, dell’atrofia ippocampale e globale e del declino della funzione esecutiva…„.
A proposito dei fattori di rischio cardiovascolare, Carlo Decarli, ricercatore presso il Dipartimento di Neurologia del Neuroscience Center della UC Davis e coordinatore della ricerca, spiega: «Questi fattori sembrano indurre il cervello a perdere volume, a sviluppare lesioni secondarie rispetto a presunte lesioni vascolari e appaiono influire sulla capacità del cervello di pianificare e prendere decisioni con la stessa rapidità di dieci anni prima».
Fonte: 11 agosto 2011, italiasalute.it