Con la consulenza del Prof. Michele Reibaldi, Direttore Oculistica Universitaria AOU Città della Salute e della Scienza Torino; del Dott. Paolo Locatelli, Responsabile scientifico Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano; del Prof. Alessandro Stecco, Presidente della IV Commissione Sanità, Regione Piemonte e del Dott. Franco Ripa, Responsabile Programmazione dei Servizi Sanitari e Socio Sanitari, Regione Piemonte.
La macula: la parte più importante della retina
La macula è la regione della retina più importante per quanto riguarda la visione.
Si localizza nella parte posteriore dell’occhio e riceve direttamente la luce che attraversa la cornea, la pupilla e il cristallino. Nella macula, si concentrano il maggior numero di fotorecettori (coni e bastoncelli) ovvero le cellule deputate alla visione, cioè a ricevere gli impulsi numinosi e a trasformarli in segnali elettrici inviati al cervello). Questo elevato numero di fotorecettori presenti nella macula, permette di riconoscere dettagli quali le parole scritte e la fisionomia di un viso, oltre a percepire con nitidezza i colori. È grazie alla macula che possiamo leggere, lavorare al pc, guidare la macchina. Grazie alla macula, possiamo fissare ciò che stiamo osservando, percepire i dettagli del volto di una persona (e quindi riconoscerla), distinguere le lettere scritte una dall’altra (e quindi leggere), valutare i dettagli di un oggetto, percepire distintamente i colori e le loro sfumature.
La macula è quella parte posteriore della retina che ci consente di avere una capacità visiva pari a 10/10 e la sua funzione è quindi importantissima. Quando la macula subisce un’alterazione si ha una riduzione della capacità visiva, che può essere anche consistente. La malattia della macula prende il nome di maculopatia.
Le diverse forme di maculopatia
La maculopatia è caratterizzata dalla progressiva perdita della visione centrale, spesso bilaterale, limitando molto la funzione visiva globale. La maculopatia senile legata all’età (DMLE) è la più frequente causa di importante calo della vista nei paesi occidentali dove colpisce 25/30 milioni di persone. Anche in Italia, quasi una persona su 10 oltre i 60 e quasi una persona ogni 4 oltre i 75 anni ne è affetta.
Oltre alla DMLE esistono diverse altre forme di maculopatia come la maculopatia diabetica la cui incidenza in rapporto all’aumento del diabete e all’invecchiamento della popolazione prospetta scenari preoccupanti. Con lo scopo di proporre nuovi assetti organizzativi in Piemonte, Motore Sanità ha di recente organizzato il webinar “Focus Patient Journey del paziente maculopatico in Regione Piemonte”.
In partenza a Torino un progetto pilota
“Tra le più frequenti forme di maculopatie essudative vi sono la degenerazione maculare correlata all’età (DMLE), che rappresenta la principale causa di perdita visiva nelle persone in età avanzata e la maculopatia diabetica che è la principale causa di perdita visiva nelle persone in età lavorativa. Fortunatamente abbiamo a disposizione terapie estremamente efficaci per trattare tali patologie. Tuttavia, a causa di difficoltà prevalentemente organizzative, dovute all’elevato numero di controlli e trattamenti necessari, ma anche al ritardo nell’inizio del trattamento rispetto alla comparsa della sintomatologia, spesso non è possibile ottenere i benefici attesi da tali trattamenti. Perciò è imperativo cercare di costruire una rete efficiente tra territorio ed Centri di Riferimento, che garantisca da un lato la capacità del territorio di intercettare in modo tempestivo la patologia e, dall’altro, una rapida presa in carico e gestione appropriata da parte dei Centri di Riferimento. In tal senso la Clinica Oculistica della Città della Salute e della Scienza di Torino avvierà a breve un progetto pilota che, tramite un sito dedicato, permetterà a tutti gli oculisti del territorio e ai retinologi di altri Centri di accedere in maniera diretta alle agende dedicate a queste patologie con delle priorità che verranno individuate in base alla condizione clinica del singolo paziente”, ha dichiarato Michele Reibaldi, Direttore Oculistica Universitaria AOU Città della Salute e della Scienza Torino.
Il miglior percorso di cura per i pazienti con sospetto di maculopatia
“Il percorso di riferimento per i pazienti con sospetto di maculopatia inizia presso tre tipologie di attori presenti sul territorio: i medici di medicina generale, gli oculisti territoriali e altri centri oculistici” ha sottolineato Paolo Locatelli, Responsabile scientifico Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano.
“Alla visita oculistica di approfondimento, il centro oculistico di II livello con ambulatorio dedicato effettua esami strumentali per confermare o meno il sospetto di diagnosi; in caso di conferma di diagnosi di maculopatia, il centro di II livello procede a raccogliere il consenso informato e fissa il trattamento con iniezioni intravitreali. Tale trattamento dovrebbe avvenire entro 20 giorni dall’invio al centro oculistico di II livello con ambulatorio dedicato” continua Locatelli.
“A seguito del primo trattamento è prevista, dopo qualche giorno, una visita di controllo, a cui seguono trattamenti e controlli secondo lo schema terapeutico di riferimento. Tale percorso, se implementato in modo uniforme, permetterebbe ai Centri Oculistici di Riferimento della Regione Piemonte di risolvere alcune delle criticità rilevate a livello quantitativo:
- eterogeneità dei centri oculistici di II livello per volumi, canali di ingresso e tempi di attesa;
- importante riduzione di tutte le attività dal 2019 al 2020, con una maggiore incidenza sulle diagnosi (-63%) e sulle visite (-50%) ma anche sul numero di pazienti trattati, soprattutto se naive (-49%) cioè che non siano mai stati trattati con terapia intravitreale;
- numero di trattamenti nell’anno per singolo paziente (in crescita da 2,6 nel 2019 a 3,4 nel 2020) molto inferiore ai target di riferimento” conclude Locatelli.
Maculopatia: un tema che esige sempre più attenzione dalle Istituzioni Regionali
“Il tema della maculopatia è un tema su cui, sia a livello nazionale che a livello di molte regioni, si sta lavorando molto per coinvolgere tutti gli attori del processo decisionale e gli stessi pazienti con le associazioni di categoria. Questo dimostra che rispetto a tale patologia, negli ultimi anni, è maturato un atteggiamento molto più consapevole da parte delle istituzioni della sanità, sia a livello delle regioni sia a livello parlamentare” ha spiegato Alessandro Stecco, Presidente della IV Commissione Sanità, Regione Piemonte.
“Il tema è fondamentale perché la maculopatia è una patologia che può determinare una perdita di capacità lavorativa oltre che della qualità della vita importante. Inoltre una diagnosi precoce permette di poter iniziare prima i trattamenti, purtroppo molto spesso i pazienti si accorgono di questo problema troppo tardi, perché evidentemente non c’è ancora una capacità di riconoscere in anticipo la malattia, salvo in occasione di visite oculistiche specialistiche per le categorie a rischio. Questo è un tema di organizzazione sanitaria prima di tutto. È un tema all’attenzione dell’agenda del Consiglio regionale attraverso una mozione che presto verrà discussa” ha concluso Stecco.
In Regione si lavora a un modello di Rete Oftalmologica
“In Piemonte stiamo già lavorando su un modello di rete oftalmologica a fronte di una serie di sollecitazioni che sono arrivate dai professionisti – ha spiegato Franco Ripa, Responsabile Programmazione dei Servizi Sanitari e Socio Sanitari, Regione Piemonte. “Tengo a precisare che la definizione di reti e percorsi è in carico ai professionisti, questo significa che il modello deve tenere conto della centralità dei professionisti, nonché degli utenti. Sarà necessario perciò lavorare assieme per fare sì che le risorse, le indicazioni e i modelli di lavoro portino realmente un valore aggiunto. Sarà pertanto fondamentale costruire sistemi e definire indicatori, anche cogenti, per indicare chiaramente il percorso da intraprendere. In questo momento è necessaria una bussola che ci permetta realmente di capire quali sono i livelli di performance, quali sono i punti di criticità e di forza per delineare il giusto percorso da intraprendere”.