In Italia, sono oltre 4 milioni i pazienti con malattia renale cronica, circa il 10% della popolazione adulta, percentuale che sale al 50% in presenza di comorbidità quali diabete, ipertensione arteriosa, obesità e ipercolesterolemia1. La malattia si presenta senza sintomi evidenti, e per questo, non di rado, rimane a lungo senza diagnosi, determinando ritardi nell’accesso ai percorsi di cura e importanti ripercussioni sullo stato di salute di chi ne è colpito. La buona notizia è che comunque la malattia renale cronica non è più “sinonimo” di dialisi.
Prevenzione, nuove cure farmacologiche e terapia dietetetico-nutrizionale possono aiutare i pazienti a rallentare l’insorgenza della malattia e a gestirla meglio nel tempo.
9 marzo 2023: Giornata Mondiale del Rene
Grazie ai progressi della ricerca, anche farmacologica, giocando d’anticipo con la prevenzione, e facendo leva sui benefici offerti dalla terapia dietetico-nutrizionale, il carico della malattia renale cronica può e deve oggi essere attenuato e gestito nel tempo, sia per i pazienti che per i caregiver. Lo sottolinea la comunità medico-scientifica in occasione della Giornata Mondiale del Rene che quest’anno ricorre il 9 marzo, accendendo i riflettori soprattutto sulla necessità di rafforzare le strategie di prevenzione per ridurre l’impatto della malattia e i costi sociali ed economici ad essa correlati.
“Quest’anno il tema della Giornata Mondiale è ‘Prepararsi agli imprevisti sostenendo le persone vulnerabili’: le persone con malattia renale cronica (MRC) sono persone fragili, maggiormente esposte a rischi rispetto ad altre malattie e con importanti bisogni di salute che vanno soddisfatti e tutelati” – commenta Massimo Morosetti, Presidente FIR – Fondazione Italiana Rene. “Partendo da appropriati sistemi di diagnosi e terapia, è possibile prevenire l’insorgenza della malattia renale cronica e soprattutto scongiurare complicazioni, a beneficio della salute dei milioni di persone che ne sono affetti”.
Accanto alle terapie farmacologiche oggi disponibili è essenziale abbinare una adeguata terapia dietetico-nutrizionale: è solo dal connubio di questi due elementi che può essere implementata una strategia in grado di rallentare in modo significativo la progressione della malattia ed evitare la dialisi.
La malattia renale cronica può avere un impatto notevole sulla qualità di vita e sull’autonomia dei pazienti, in particolar modo per coloro che sono costretti a ricorrere alla terapia dialitica. Per questo, è fondamentale giocare d’anticipo ed evitare che la malattia si manifesti o comunque per rallentarne la progressione, e l’adozione di comportamenti alimentari corretti rappresenta una strategia essenziale per vincere questa partita.
Il ruolo della Terapia Dietetico-Nutrizionale nella gestione del paziente con MRC
“Le persone con malattia renale cronica sono spesso poco consapevoli dell’importanza della Terapia Dietetico-Nutrizionale (TDN). Questa gioca un ruolo molto importante nel garantire un adeguato bilancio energetico e consentire una migliore gestione della patologia renale” – dichiara Ersilia Troiano, Presidente ASAND – Associazione Scientifica Alimentazione, Nutrizione e Dietetica. “La TDN è una vera e propria terapia e, come tale, al pari di qualsiasi altra terapia, farmacologia e non, deve essere elaborata sugli effettivi bisogni del paziente. Oltre agli aspetti clinici legati alla malattia, il dietista dovrà tenere in considerazione anche i gusti, le abitudini e le aspettative del paziente che deve rimanere al centro dell’intervento dietetico”.
Accelerare la diagnosi e la presa in carico
“Per ridurre l’incidenza dei casi di insufficienza renale è necessario intervenire sulla malattia renale fin dalle fasi più precoci della malattia” – aggiunge Gaetano Piccinocchi, Tesoriere SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie. “Per fare questo è essenziale implementare dei percorsi di diagnosi e presa in carico strutturati e condivisi fra gli specialisti coinvolti (nefrologi, cardiologi, diabetologi ecc) e i medici di medicina generale, perché è sul territorio che deve nascere una strategia d’intervento attiva. È compito del medico di medicina generale effettuare screening per la ricerca della patologia nei soggetti a rischio ed è in sinergia con gli specialisti che deve essere attivato e monitorato il percorso di cura della persona con MRC a tutela dei migliori risultati di salute”.
L’ampia gamma di prodotti Aproten a basso contenuto di proteine
Il marchio Aproten offre un’ampia gamma di prodotti per tutti coloro che devono seguire un’alimentazione a basso contenuto di proteine e ad apporto controllato di sodio, potassio, fosforo.
“Aproten è impegnata da oltre quarant’anni al fianco di Società Scientifiche, professionisti della salute e Istituzioni, per far sì che, come ampiamente dimostrato dalle evidenze, la terapia dietetico-nutrizionale si affermi quale imprescindibile strumento di cura, al pari della terapia farmacologica, a supporto delle persone con malattia renale cronica” – dichiara Luigi Cimmino Caserta, Responsabile delle Relazioni istituzionali del Gruppo Kraft-Heinz, che detiene il marchio Aproten.
In questi anni sono stati promossi studi di farmacoeconomia che hanno ampiamente dimostrato il buon rapporto di costo/efficacia della terapia dietetico-nutrizionale, con un impatto diretto e misurabile nell’evitare o ritardare la necessità della terapia dialitica. Oggi, tenere al centro la persona con malattia renale cronica significa soprattutto lavorare insieme – specialisti, medici di Medicina generale, dietisti e Istituzioni – per far sì che tutti i pazienti, in tutte le regioni, abbiano un rapido accesso a una corretta diagnosi differenziale, e ove necessario a un trattamento integrato: che metta insieme le diverse figure professionali per offrire tempestivamente le più avanzate terapie farmacologiche, accanto a un’adeguata consapevolezza della malattia e alla migliore terapia dietetico-nutrizionale”.
Reference
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