Obesità: appello alle Istituzioni per il riconoscimento come Malattia Cronica

Obesità: appello alle Istituzioni per il riconoscimento come Malattia Cronica

Il 4 marzo 2025, in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità, si è tenuto un evento al Ministero della Salute per sensibilizzare istituzioni e cittadini sull’importanza di riconoscere l’obesità come malattia cronica qual è, al pari di diabete, ipertensione e altre malattie croniche non trasmissibili. Con oltre 800 milioni di persone colpite nel mondo e un incremento stimato fino a 1,9 miliardi nel 2035, l’obesità rappresenta una sfida sanitaria globale, con costi economici che superano i 4,32 trilioni di dollari, una cifra da capogiro.

“Changing systems, healthier lives”

Cambiare i sistemi per una qualità di vita migliore” è il tema a cui è dedicata quest’anno la Giornata Mondiale dell’Obesità. La World Obesity Day, istituita nel 2015 dalla World Obesity Federation, ricorre in tutto il mondo nell’arco della giornata ma anche dell’intero mese di marzo, coinvolgendo organizzazioni, associazioni e individui, con l’obiettivo ambizioso di invertire la crisi globale dell’obesità. La ricorrenza ha lo scopo di:

  • sensibilizzare cittadini e istituzioni;
  • incoraggiare la prevenzione dell’obesità;
  • evitare discriminazioni, pregiudizi e l’uso di un linguaggio stereotipato e stigmatizzante sulle persone che vivono con l’obesità.

L’edizione 2025 si focalizza sull’importanza di porre l’accento sui sistemi – e non sulle persone – , che devono cambiare.

L’Italia e l’obesità: dati allarmanti

Secondo l’Italian Barometer Obesity Report 2024, pubblicato dalla IBDO Foundation, il 36,1% degli adulti italiani è in sovrappeso e l’11,8% soffre di obesità, in aumento rispetto agli anni precedenti. Il fenomeno è particolarmente preoccupante tra i bambini (l’Italia è il Paese Europeo con il più elevato tasso di obesità infantile): circa il 19% è in sovrappeso e il 9,8% con obesità, con un impatto maggiore nelle Regioni del Sud e nelle fasce economicamente più deboli.

Un appello alle istituzioni: riconoscere l’obesità nei LEA

Durante il convegno, le principali organizzazioni sanitarie italiane, tra cui Società Italiana dell’Obesità, Società Italiana di Diabetologia, Italian Obesity Network, IBDO Foundation e altre, hanno rivolto una lettera aperta alle istituzioni, con l’invito ad affrontare l’emergenza obesità attraverso un impegno concreto per:

  • riconoscere l’obesità come malattia cronica e inserirla nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), garantendo un accesso equo alle cure per tutti i pazienti con obesità;
  • dare piena attuazione alla legge sull’obesità, che ne sancisca il riconoscimento come patologia cronica e preveda misure di prevenzione, diagnosi precoce e trattamento;
  • dare piena attuazione all’obesità nel Piano Nazionale della Cronicità, per garantire un approccio sistematico e coordinato tra i vari livelli dell’assistenza sanitaria;
  • potenziare la prevenzione attraverso campagne educative nelle scuole, promozione di una corretta alimentazione e incentivazione dell’attività fisica;
  • migliorare l’accesso alle cure specialistiche, aumentando il numero di centri dedicati alla gestione dell’obesità e rafforzando il ruolo dei medici di famiglia – previa adeguata formazione – nella diagnosi precoce e nella gestione della malattia;
  • regolamentare la pubblicità e il consumo di alimenti non salutari, soprattutto nei confronti dei minori, promuovendo scelte alimentari consapevoli;
  • contrastare lo stigma sul peso e le discriminazioni nei confronti delle persone con obesità, attraverso iniziative di sensibilizzazione e campagne informative che promuovano una cultura dell’inclusione e del rispetto;
  • sostenere la ricerca scientifica per sviluppare nuove strategie di prevenzione e trattamento.

Verso una legge nazionale sull’obesità

In Parlamento, la proposta di legge n. 741, di recente presentata dall’On. Roberto Pella, è in attesa di approvazione definitiva nelle prossime settimane; prevede il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica e il suo inserimento nei LEA. Una volta approvata, l’Italia diventerà così il primo Paese al mondo con una normativa specifica in materia.

«Riconoscere l’obesità come una vera e propria malattia e affrontarla come una priorità nazionale, a tutti i livelli istituzionali, è il principale contenuto della proposta di legge, a mia prima firma, che é stata approvata in Commissione XII alla Camera dei Deputati, grazie al supporto dei Colleghi e del Presidente Cappellacci,  dichiara l’On. Roberto Pella, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili. Unitamente a questo provvedimento, nell’ultima legge di Bilancio, in accordo con i Ministri Schillaci e Giorgetti, abbiamo creato e finanziato per tre anni un Fondo per il contrasto a questa malattia. Queste azioni concrete consentiranno all’Italia di diventare il primo paese al mondo con una legge di questo tipo, di essere un’avanguardia e un modello di confronto con gli altri sistemi sociosanitari”.

È giunto il momento che la politica si impegni ad attuare gli obiettivi prioritari che riguardano il contrasto a questa malattia.

Obesità: una sfida per il futuro

L’obesità non è solo una condizione individuale, ma un problema socio-sanitario particolarmente critico che necessita di un approccio multidisciplinare e sistemico. «La Giornata Mondiale dell’Obesità è un’occasione importante per dare voce ai numeri e alle criticità che riguardano questa malattia, e soprattutto per alimentare il dibattito istituzionale sulla necessità urgente di programmare interventi mirati in termini di prevenzione e cura», dichiara la Sen. Daniela Sbrollini, Presidente Intergruppo Parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili e Vice Presidente della 10a Commissione Permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) del Senato».

L’obesità rappresenta una vera e propria malattia e non soltanto un fattore di rischio per altre condizioni cliniche, le quali possono peraltro peggiorare.

«L’obesità può essere definita come una malattia cronica, eterogenea e multifattoriale influenzata da fattori genetici, ambientali e psicologici – dichiara il Prof. Luca Busetto, Vice-President for the Southern Region of European Association for the Study of Obesity – Occorre pensare alla prevenzione e al trattamento dell’obesità al pari delle altre malattie croniche non trasmissibili. Questo implica un miglioramento dell’assistenza per i pazienti che hanno già questa malattia, e richiede, dal punto di vista della prevenzione, degli interventi non più basati solo su delle scelte individuali, ma di tipo sistemico. La responsabilità per la prevenzione e il trattamento dell’obesità non ricade quindi solo sulle professioni sanitarie, ma coinvolge le istituzioni politiche nazionali e locali, gli amministratori dei sistemi sanitari, le istituzioni educative ad ogni livello, i luoghi di lavoro, i cittadini.

È quindi necessario che tutte le figure coinvolte condividano la visione dell’obesità come malattia cronica e parlino un linguaggio condiviso.

Una nuova tassonomia dell’obesità

L’EASO (European Association for the Study of Obesity) ha quindi proposto una tassonomia dell’obesità in grado di fornire un linguaggio comune, più inclusivo, su questa malattia e utilizzabile nei molteplici contesti di interesse. L’Italia, in quanto membro del gruppo EASO, è il primo elemento dell’associazione a proporre un adattamento della tassonomia alla lingua nazionale. Con questo progetto, speriamo di incoraggiare i cittadini Italiani all’utilizzo di un linguaggio riguardante l’obesità che, da qui in poi, sarà corretto, rispettoso, e scientificamente accurato, per promuovere la salute e il benessere non solo di chi è affetto da questa malattia, ma di tutti».

PER APPROFONDIRE

L’obesità rappresenta uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2 e di numerose altre patologie metaboliche.

“Come Società Italiana di Diabetologia riteniamo fondamentale l’approccio integrato alla prevenzione e alla cura dell’obesità, riconoscendola come malattia cronica a tutti gli effetti” dichiara la Prof.ssa Raffaella Buzzetti, Presidente della Società Italiana di Diabetologia – SID e Presidente FeSDI – È necessario che le istituzioni investano in PDTA, percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali specifici, inserendo l’obesità nei LEA e garantendo l’accesso alle cure per tutte le persone obese allo scopo di limitare l’insorgenza del diabete, in particolare diabete tipo 2 e delle sue complicanze e comorbilità».

Il legame tra obesità e diabete è strettissimo.

“Proprio per questo, la SID e la FeSDI sostengono con convinzione questa iniziativa e l’adozione di strumenti legislativi adeguati per affrontare questa emergenza sanitaria che impatta fortemente sulla qualità di vita delle persone e sulla sostenibilità dei sistemi sanitari».

Combattere lo stigma del peso

«Nel contrasto all’obesità occorre un approccio multidisciplinare, di cui sia parte centrale, accanto alle politiche di prevenzione e agli interventi mirati su alimentazione e sport, anche la lotta allo stigma sociale – dichiara il Dott. Giuseppe Fatati, Presidente Italian Obesity Network – Occorre far sì che l’obesità sia considerata da parte dei governi, dei sistemi sanitari e delle stesse persone con obesità, come già fatto dalla comunità scientifica, una malattia cronica che richiede una gestione di lungo termine, e non una responsabilità del singolo. Non dobbiamo dimenticare il ruolo che l’ambiente in cui viviamo e lavoriamo riveste nell’eziopatogenesi dell’obesità. Questo contribuirebbe in modo decisivo a ridurre la disapprovazione sociale e gli episodi di discriminazione verso chi ne è affetto, oltre a incidere su: prevenzione, cure e trattamenti».

È ora che l’ obesità venga considerata una priorità sociosanitaria da tutti gli attori coinvolti, per il presente e il futuro del nostro sistema.

«Il pieno riconoscimento dell’obesità come malattia rappresenta un obiettivo prioritario per il contrasto a questa  emergenza che impatta fortemente sulla società e sulle persone» – dichiara Iris Zani, Presidente dell’Associazione Amici Obesi e di Fiaso (neonata Federazione che riunisce sei Associazioni di pazienti con obesità a carattere nazionale) – «Occorre portare avanti un lavoro comune con un’alleanza tra scienza, istituzioni, pazienti, promuovendo la prevenzione e la lotta allo stigma del peso, ma soprattutto sollecitando la politica affinché la malattia venga inclusa nei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza per far sì che migliaia di persone in grosse difficoltà possano ricevere un adeguato percorso di cura».

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